Sucralosio

Adriana Angelieri

Si tratta di un dolcificante di sintesi con un potere dolcificante elevatissimo: circa il doppio della saccarina, quattro volte l’aspartame e fino a mille volte più dello zucchero comune!
Si ottiene per trattamento chimico del comune zucchero da tavola, il saccarosio, ma non è assolutamente presente in natura (nonostante alcune pubblicità davvero ingannevoli negli USA lo reclamizzano come un quasi-saccarosio). È termostabile e pertanto utilizzabile in composti cotti o destinati alla conservazione.
Pur essendo una sostanza che contiene cloro, il sucralosio non è solubile nei grassi (e questo ne facilita l’espulsione dall’organismo), non si scinde nei suoi costituenti chimici e quindi non rilascia cloro in alcun modo, perlomeno all’interno del nostro organismo. Anche se approvato come dolcificante alimentare, in genere se ne consiglia un uso limitato.

di Gianluigi

Siciliana trasferita a Bologna per i tortellini e per il lavoro. Per Il Giornale del Cibo revisiona e crea contenuti. Il suo piatto preferito può essere un qualunque risotto, purché sia fatto bene! In cucina non devono mancare: basilico e olio buono.

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