Gli ultimi rapporti Eurispes sulle Agromafie parlano chiaro: il mercato dell’ agroalimentare è uno dei più appetibili per la criminalità organizzata, che in questo settore vanta guadagni da capogiro. Tutto ciò ha un impatto immediato sulla qualità di ciò che mangiamo e, quindi, sulla nostra salute: solo una filiera alimentare pulita e giusta, infatti, viene sottoposta a tutti controlli necessari a garantirci la salubrità dei prodotti che finiscono sui nostri piatti. Lo scopo di questa rubrica è dare al consumatore le informazioni utili a difendersi da frodi e contraffazioni in campo alimentare. Una spesa consapevole è lo strumento più potente per contrastare l’illegalità alimentare.
Da un lato lo sfruttamento, dall’altra la pressione della grande distribuzione, non sono poche le difficoltà che incontra, oggi in Italia, chi vuole vivere di agricoltura. Tra queste, quella di non trovare un ente che possa rappresentare i propri interessi. Come fare, allora? Occorre crearne uno, come testimonia la storia di Marco Nicastro, imprenditore
Non sono rari i casi, purtroppo, in cui eccellenze del territorio vengono storpiate e vendute a basso costo all’estero. Il fenomeno dell’Italian sounding non è una novità, così come è noto il giro d’affari milionario che genera il falso made in Italy anche in ambito alimentare. Il re dei cibi italiani contraffatti è il
Presentato a Roma nell’estate 2018, il Quarto rapporto Agromafie e Caporalato dell’Osservatorio Rizzetto di Flai Cgil fotografa le condizioni in cui si trovano a “lavorare” migliaia di braccianti e operatori agricoli in Italia. Ma non soltanto, sottolinea infatti come il business del lavoro grigio e nero ha un valore pari a 77 miliardi ed
La cultura della legalità si coltiva ogni giorno, nei campi e nelle scuole, nei luoghi di lavoro e nelle piazze. E anche in occasioni ludiche come il celebre Carnevale di Ivrea. Questa è la convinzione della Fondazione Benvenuti in Italia, di Libera Piemonte, del Comune di Ivrea, della Fondazione dello Storico Carnevale, dell’Associazione degli
Letteralmente significa “suonare italiano”. È questa la traduzione più fedele dell’Italian sounding, il termine che sta a identificare i prodotti agroalimentari contraffatti ed erroneamente identificati come Made in Italy. Un mercato che ha ormai raggiunto davvero cifre altissime, con un giro di affari di 90 miliardi di euro e una crescita del 70% negli
Le infiltrazioni di tipo mafioso nel settore agroalimentare sono un affare dell’intera penisola italiana. Lo conferma, tra gli altri, il V Rapporto Agromafie che sottolinea come sia vero che, da un lato, le Regioni dove vi è un controllo di tipo criminoso sul territorio siano collocate principalmente nel Meridione (Sicilia, Calabria e Puglia), ma
Da tempo si parla della presenza di pesticidi nelle banane, una coltivazione che nei Paesi produttori viene abbondantemente trattata con fitofarmaci di vario tipo, generando condizioni di lavoro non certo ottimali per la manodopera locale. Esistono dei rischi concreti anche per la salute dei consumatori, a causa di queste sostanze? Dopo esserci occupati della
Solamente un euro ogni venti che vengono spesi per acquistare prodotti agroalimentari nei supermercati ripaga il lavoro di chi, quegli alimenti, li produce. Questo è uno dei dati del rapporto “Sfruttati”, pubblicato da Oxfam nel mese di luglio 2018, che sottolinea anche come una percentuale considerevole dei braccianti, a livello globale, viva in condizioni
Giornate lavorative di più di 15 ore, per sei giorni alla settimana, con una paga mensile compresa tra 500 e 700 euro al mese. Queste le condizioni di sfruttamento in cui versavano 41 “dipendenti” di un’azienda che chiedeva loro di distribuire volantini in bicicletta e controllava tramite GPS i loro spostamenti. Caratteristiche che
Molti non lo sanno, ma caporalato, agromafie, criminalità, arrivano fino nel piatto, poiché l’agricoltura rappresenta un business molto remunerativo per le organizzazioni criminali. Questo è quanto emerge dal 5° rapporto “Agromafie” redatto da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare pubblicato nel 2017 e riferito ai dati dell’anno precedente.
Avete mai pensato di poter partecipare direttamente alla coltivazione di una o più piantine di pomodoro, scegliendo la qualità che preferite per poi veder arrivare, direttamente a casa, il prodotto finito pronto per essere gustato? Tutto ciò non soltanto è possibile, grazie alla community di Funky Tomato, ma assicura anche salse, pomodorini e
“Le arance e i mandarini non cadono dal cielo” recita uno slogan. Al contrario, sono coltivati e raccolti da persone, delle origini più varie, non tutte con regolare contratto. Eppure, un’alternativa è possibile, anche in territori divenuti simbolo di sfruttamento, caporalato e agromafie come la piana di Gioia Tauro e Rosarno. Proprio a partire da
Rosarno e Foggia, lo sfruttamento dei braccianti e l’emergenza dei migranti: è a questo che siamo abituati a pensare quando si parla di caporalato, ma la questione è più profonda, complessa e intricata. Per questo il giornalista Antonello Mangano che da anni si occupa del tema, ha voluto dar vita a “Filiere”, un’iniziativa
Parte dalle campagne di Bari e Nardò, in Puglia, la sfida al caporalato e allo sfruttamento in agricoltura di due associazioni che, in pochi anni, hanno dato vita a una importante realtà produttiva fondata su principi chiari: il riconoscimento dei diritti di chi lavora la terra, il rispetto dell’ambiente e delle colture, il mutualismo
Non solo Meridione e non solo caporalato, lo sfruttamento dei lavoratori è un affare che coinvolge, in forme e dimensioni differenti, tutti i paesi europei. Lo afferma il VII Rapporto del Gruppo di esperti del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani (GRETA), che traccia un quadro esaustivo e aggiornato delle
Facendo il punto sulla situazione a distanza di mesi dall’approvazione della nuova legge contro il caporalato, è emersa la necessità di potenziare e sviluppare strumenti e azioni concrete per agire contro lo sfruttamento che ancora è ampiamente diffuso, in particolare nelle regioni del Sud, che ora si sono unite contro il caporalato. Proprio Calabria, Basilicata,
Sono molti i fattori e gli elementi che ci aiutano a comprendere le difficoltà, profonde e gravi, che sta vivendo l’intero settore della pesca in Sicilia. Basti pensare al fatto che, secondo quanto rilevato dal Centro di ricerca sulla pesca di Palermo, il pesce più consumato sull’isola è il bastoncino surgelato. Non si tratta, infatti,
Sono passati quasi 18 mesi dall’approvazione ed entrata in vigore di quella che è stata presto denominata “nuova legge contro il caporalato”, un provvedimento sostenuto da un’ampia maggioranza in Parlamento e che mirava a dare un sonoro schiaffo all’illegalità in agricoltura. Alcuni passi sono stati fatti, ma sindacati e associazioni di categoria che avevano accolto
È uno dei principali prodotti dell’agricoltura italiana, forse il più celebre, e vanta un fatturato annuo di 3 miliardi. Ma la crisi del pomodoro made in Italy è evidente e il rischio estinzione dagli scaffali del pelato, sostituito sempre più frequentemente dai sughi pronti, è eventualità non remota. “Spolpati”, il terzo rapporto della campagna #FilieraSporca,
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