Gli ultimi rapporti Eurispes sulle Agromafie parlano chiaro: il mercato dell’ agroalimentare è uno dei più appetibili per la criminalità organizzata, che in questo settore vanta guadagni da capogiro. Tutto ciò ha un impatto immediato sulla qualità di ciò che mangiamo e, quindi, sulla nostra salute: solo una filiera alimentare pulita e giusta, infatti, viene sottoposta a tutti controlli necessari a garantirci la salubrità dei prodotti che finiscono sui nostri piatti. Lo scopo di questa rubrica è dare al consumatore le informazioni utili a difendersi da frodi e contraffazioni in campo alimentare. Una spesa consapevole è lo strumento più potente per contrastare l’illegalità alimentare.
“I brasiliani usano le loro terre per produrre la soia che viene ingurgitata dai maiali industrializzati che la Cina ha importato dagli Stati Uniti. I cinesi usano le loro campagne per produrre il concentrato di pomodoro che verrà esportato in Africa o servirà da base al ketchup negli hamburger che i fast food come McDonald’s vendono
Per chi avesse ancora un regalo da fare, o per chi volesse cominciare l’anno con una buona azione, ecco un suggerimento che potrebbe essere anche un buon proposito per il 2017: acquistare, per regalarlo o per sé, un caffè buono, giusto e pulito. Per superare il muro dell’assuefazione, che oggi ci porta a consumarne grandi
Criminalità organizzata, agromafia, mercati ortofrutticoli a rischio infiltrazioni. Da Vittoria a Milano il viaggio dei prodotti della terra siciliana è un esempio di come e quanto i clan, non solo mafiosi, riescono ad entrare nella filiera alimentare. Anzi, nelle filiere: come abbiamo descritto analizzando il percorso che l’ortofrutta compie dai box all’ingrosso del sud a
Solidale, genuino, legale. È un regalo impegnato e impegnativo quello che alcune associazioni deliberatamente antimafia propongono per le feste natalizie in arrivo: qualcosa di unico arriva da mani e luoghi speciali, in grado di non far impallidire il portafogli e di riempire anche il cuore di chi il regalo lo riceve. Le principali associazioni impegnate
“Chi ha sogni, idee, capacità non può avere paura della mafia. Ma ci vuole tanta energia, e pazienza a non finire”. Natale Giunta, chef siciliano di successo, è stanco di parlare del pizzo, delle intimidazioni, della criminalità organizzata che da 4 anni lo costringe sotto scorta. Non è stanco, però, di combatterla. Oggi è ancora
La mortadella, il prosecco, la mozzarella, e il parmigiano, naturalmente. Prodotti italiani che i ricchi russi vengono ad acquistare direttamente nel nostro Paese, ma che la maggior parte dei loro connazionali può trovare solo in versione taroccata. Il parmesan made in Mosca, le bollicine prodotte in Crimea, la Pizza “quatro formaggi” (scritto proprio così, con
Amato dagli italiani (e non solo), tutelato dalle norme sulla protezione dell’origine, ma anche imitato, e molto, e contraffatto. Parliamo del Prosecco, eccellenza italiana cui il marchio dop non basta per sentirsi al sicuro da imitazioni. Oggi ha un suo codice autonomo, una nomenclatura che lo rende unico. Ma basterà a farlo scendere dal gradino
“Mai più schiavi nei campi”. Così il ministro dell’agricoltura Maurizio Martina ha chiuso l’entusiastico commento all’approvazione in Parlamento del ddl 2217, universalmente note come “legge sul caporalato in agricoltura”. E legge è diventato, martedì 18 ottobre, questo provvedimento legislativo che passerà alla storia, oltre che per i contenuti, per l’estrema brevità dell’iter: due anni dalla
Torniamo a parlare di agromafia in Sicilia e negli altri grandi mercati ortofrutticoli. Da sud a nord, viaggio di sola andata. Migliaia di viaggi, tutti i giorni. Una filiera nella filiera, quella agroalimentare ormai più che contaminata da mafia, ‘ndrangheta, camorra: l’acquisto dei prodotti, il trasporto, la scelta del destinatario. Pratiche note da tempo, ma che
Dopo aver toccato il fondo, l’Italia del lavoro nero, malpagato e dominato dai caporali è riuscita a non replicare il bollettino di guerra dell’estate 2015. Ve ne avevamo parlato facendo il punto della situazione: erano stati una dozzina, un anno fa, i morti di lavoro: uccisi dal caldo, dalla fatica, dallo stress, tredici braccianti, uomini e
Il tesoro sequestrato alle mafie cresce, ma gestirlo e restituirlo alla collettività diventa sempre più difficile. E l’agroalimentare, uno dei settori più impregnati dalle infiltrazioni della criminalità organizzata, da questo esito paradossale del grande sforzo compiuto in Italia per smantellarla, esce indebolito, marchiato com’è dai bolli di mafia, camorra e ‘ndrangheta. Beni confiscati alle mafie,
Dalla voce “Acque e bibite”, 203 infrazioni penali, a “prodotti ittici”, 6299, passando per le 4776 della ristorazione e le 2356 nel settore “farine, pane e pasta”. L’emergenza criminalità nell’agroalimentare è anche nei numeri, specchio di filiere inquinate e reati in preoccupante aumento. Ecomafia 2016, il consueto rapporto di Legambiente dedicato a quanto di marcio c’è
#Filiera sporca non è una semplice indagine sul caporalato. È anche questo, ma è soprattutto un’analisi approfondita di un settore dell’agricoltura italiana – gli agrumi, e in particolare le arance – fatta in modo da poter scavare sino alle radici e far emergere uno dei più gravi problemi del comparto: le lacune della filiera. Tante
Seminano, piantano, raccolgono. Tutti i giorni dell’anno, con qualsiasi clima, per 12 ore a giornata. Apparentemente protetti da contratti in realtà regolarmente disattesi, prendono 4 euro all’ora nella migliore delle ipotesi, spesso botte, addirittura droghe per riuscire a resistere alla fatica e rendere di più. Sono gli indiani di etnia Sikh che lavorano nei campi
Ormai la frittata è fatta, dicono i sostenitori del no al glifosato che fino all’ultimo avevano sperato in un ravvedimento dell’Unione europea. Ma l’iter è andato come i pessimisti avevano pronosticato, e Bruxelles lo scorso 30 giugno, al termine di un balletto che tutto è parso fuorché chiaro e libero da condizionamenti politici ed economici,
“L’esplosione del caso Modena per ora non è servita: alcune aziende non vogliono entrare nel circuito della legalità, e per noi questa è una sconfitta”. Nel parlare dell’Emilia Romagna e delle sue forme di caporalato Umberto Franciosi, segretario generale della Flai Cgil, non nasconde la delusione: “Non riusciamo a uscire dall’impasse, i casi di intermediazione
Dopo aver trattato di agromafia, macellazione clandestina e frodi nell’ etichettatura dei prodotti ittici, vogliamo sottolineare la consistenza che riveste il fenomeno dell’illegalità nel settore ittico. Il “volume d’affari” della pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN), ammonta infatti a 10 miliardi di euro all’anno. Non si tratta quindi di un fenomeno limitato e circoscritto a
“Il caporalato è ormai strutturale. È un modello di potere che estende la sua rete di ricatto su tutto il territorio italiano”. Nord, centro, sud isole. Non c’è regione che non sia almeno lambita da un fenomeno che ha le stesse modalità delle mafie, agromafie nello specifico, perché ne è uno dei segmenti. Le parole
Mentre tutta la penisola attende lo sblocco dei fondi Pac, c’è un’Italia che dei contributi comunitari si giova illecitamente. Provare ad entrarci equivale a scandagliare un qualsiasi ramo della filiera agromafia: le mani della criminalità organizzata, in particolare della mafia, si sono posate da tempo su questo settore, e non è un caso se l’Italia
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