Adottare un raccolto ed essere protagonista di ciò che si mangia

Angela Caporale
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    Agricoltori, molini, artigiani, ristoranti fino ai consumatori finali: tutti possono essere protagonisti attivi della filiera della farina e dei prodotti con essa realizzati. Come? Grazie ad “Adotta un raccolto”, il progetto ideato da Petra Evolutiva, realtà che nasce dall’incontro tra gli agricoltori dell’Associazione Simenza Compagnia Siciliana Sementi Contadine, presieduta dal custode dei semi Giuseppe Li Rosi, e la famiglia dei mugnai Quaglia, in provincia di Enna e di Catania. Insieme lavorano per riportare al territorio i grani dimenticati e lavorarli in maniera tale da conservarne le caratteristiche e “adattarli” alle tecniche di lavorazione moderne. Ma con “Adotta un raccolto” il team di Petra Evolutiva desidera fare un passo in più sulla strada della sostenibilità, della tracciabilità e della qualità del prodotto. Del resto, l’idea di “adottare” un pezzettino della filiera fa sentire il consumatore protagonista, come avviene anche per la pianta di pistacchio sempre in Sicilia oppure una mucca nel bellunese. Ma come si diventa “genitori” adottivi di una farina? Scopriamolo insieme!

    Adotta il raccolto di Petra Evolutiva

    L’iniziativa, lanciata per la prima volta con successo la scorsa stagione, invita pizzaioli, panificatori, realtà ristorative o anche semplici cittadini appassionati ad adottare parte del raccolto dell’azienda agricola siciliana. Partire dal momento della semina, spiegano i promotori, è un modo per garantire al contadino il pagamento di un prezzo del grano remunerativo ed equo e di acquistare solamente ciò di cui si ha bisogno. Il sistema di gestione dell’adozione, infatti, è improntato alla lotta contro gli sprechi e alla totale trasparenza di ogni passaggio.

    Chi ha adottato il raccolto dell’annata 2022/2023, infatti, è stato aggiornato di ogni passaggio a partire da quando, il novembre scorso, gli è stata assegnata una particella di campo corrispondente alla richiesta di adozione. Questa area, e il grano lì coltivato, è assegnato in maniera nominale e identificata con il nome della persona o della realtà che riceverà la farina.

    Ogni passaggio è documentato con testi e foto e i “genitori” adottivi del lotto possono consultare il diario della coltivazione, seguendo i lavori seppur a distanza. All’inizio dell’estate è il momento della mietitura: per ciascuna particella adottata il grano viene inviato al Molino Quaglia e ogni raccolto viene macinato in maniera indipendente dagli altri. Bisognerà aspettare la fine dell’estate per ricevere i sacchi di farina e utilizzarla in cucina per le proprie ricette!

    Una farina di qualità per prodotti genuini

    Un elemento interessante del progetto “Adotta un raccolto” è proprio la tipologia di farina che è protagonista dell’adozione. L’agricoltore Giuseppe Li Rosi è, infatti, custode della popolazione Petra Evolutiva di grano tenero biologico denominata “Furat”. Si tratta di una derivazione di un miscuglio evolutivo di grano tenero, appunto, portato in Italia dal genetista Salvatore Ceccarelli.

    “La qualità del grano”, si legge ancora nella presentazione del progetto, “cambia di anno in anno e non dipende solo dal territorio nel quale è stato coltivato e dalla tecnica di coltivazione, ma piuttosto dalle condizioni climatiche dalla semina alla mietitura. Ma se seminiamo un miscuglio varietale, allora la selezione climatica diventa nostra alleata, perché ogni anno sopravviveranno le spighe più resilienti a scapito delle più deboli. E le spighe sopravvissute formeranno una popolazione, che evolverà, anno dopo anno, verso una qualità del raccolto più stabile nel tempo.” Da qui, dunque, il valore anche ambientale e sociale dell’azione dei contadini di Simenza.

    Professionisti o appassionati: tutti possono adottare il raccolto

    Adottare un raccolto significa conoscerela storia del territorio e del grano, prima ancora che della farina che viene utilizzata nelle proprie preparazioni. Tant’è che, insieme alla farina, arrivano direttamente all’attività oppure a casa anche le informazioni utili per far sapere al consumatore o al commensale la storia di ciò che sta per mangiare.

    Dal 13 giugno è inoltre aperta la possibilità di riservare e “adottare” la propria particella dell’annata 2023/2024. Un’opportunità che è rivolta soprattutto ad aziende che si occupano, a vario titolo, di panificazione e utilizzano le farine professionalmente, ma non soltanto. Anche semplici consumatori e appassionati di lievitati e prodotti a base di farina possono partecipare (da soli o in gruppo) all’iniziativa, adottando il raccolto sul sito petraevolutiva.it e da lì seguendo il percorso dalla Sicilia alla tavola di un prodotto, consapevoli di aver svolto un ruolo di sostegno alla filiera. 


    Immagine in evidenza di: Alina Kruk/shutterstock.com

    Passaporto friulano e cuore bolognese, Angela vive a Udine dove lavora come giornalista freelance. Per Il Giornale del Cibo scrive di attualità, sociale e food innovation. Il suo piatto preferito sono i tortelloni burro, salvia e una sana spolverata di parmigiano: comfort food per eccellenza, ha imparato a fare la sfoglia per poterli mangiare e condividere ogni volta che ne sente il bisogno.

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