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Dove mangiare i piatti più pesanti e particolari d’Abruzzo

Giovanni Angelucci

Si sa, l’Abruzzo è terra di grandi mangiate, così tanto da aver fatto guadagnare all’abruzzese l’appellativo “uomo di panza e di sostanza”. Armatevi di coraggio e tuffatevi nel vortice delle abbuffate senza però mai lasciare la strada della qualità. In merito possiamo darvi una mano fornendovi alcune dei migliori indirizzi dove mangiare i piatti più gustosi (e pesanti) lungo tutta la regione. Forse non propriamente in linea con i gusti di vegani, vegetariani e crudisti.

Mangiare in Abruzzo: i 5 luoghi in cui mangiare i piatti più pesanti e gustosi 

Taverna de Li Caldora – Pecora alla callara

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Fonte immagine: piceno24.it/2014/07/07/3175/la-sagra-della-pecora-alla-callara-a-villa-rosa/

Nello splendido borgo medievale di Pacentro, lungo il tragitto della Maiella che porta fino alle montagne più alte, Carmine Cercone è il personaggio che vi accoglierà nella sua storica dimora. La Taverna de Li Caldora è tra le migliori interpretazioni della cucina agropastorale messa in scena dalla moglie e cuoca Teresa. È qui che potrete assaggiare la pecora alla callara, un piatto risalente ai tempi della transumanza, quando i pastori in tarda primavera spostavano le greggi verso i pascoli del Tavoliere delle Puglie. Le pecore che durante il viaggio morivano, venivano cotte nei tipici contenitori di rame sorretti da un treppiede e alla base veniva acceso un fuoco con la legna, erano questi paioli ad essere chiamati “callare”. Nella terra dei pastori la ricetta vive diverse varianti ma conta sempre molte ore di cottura. Da Li Caldora ne mangerete una tipologia tanto squisita quanto leggera, ammesso che questo piatto possa esserlo…

Il Mandrone – Agnello cacio e uovo

L’agnello è l’ingrediente principale di ogni pranzo pasquale che si rispetti, ma non solo. L’agnello cac’ e ovo è un piatto tradizionale pasquale dove la carne viene fatta a pezzetti e servita con un sugo preparato con uova sbattute e pecorino stagionato. Per trovare una delle migliori interpretazioni di questa ricetta bisogna arrivare nientepopodimeno che ad Isola del Gran Sasso d’Italia in provincia di Teramo. È in questo paesino che vive in tranquillità il ristorante Mandrone: nel dialetto locale rappresenta l’allevatore di pecore che riposa. Bè questo è il luogo adatto non solo per rilassarsi godendo della spettacolare vista verso valle ma anche per concedersi un pranzo come si deve. Proverete la carne proveniente dai pascoli appenninici che neanche a dirlo qui domina incontrastata, con un’attenzione particolare a quella ovina. Non perdetevi l’agnello cac’ e ovo accompagnato con pane fritto. Se invece avete voglia di un primo tipicissimo allora ordinate le strongole: spettacolare pasta fatta in casa e condita con più di una dozzina di erbe del Gran Sasso.

Ristorante Zenobi – Capra neretese

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Fonte immagine: giulianova.it/ricette-abruzzesi/capra-alla-neretese/

Lungo le colline teramane, che dall’Abruzzo guardano le Marche (e il mare), si raggiunge Colonnella dove sorge un luogo che definire accogliente è riduttivo. È un ristoro di campagna condotto con grazia da Patrizia Corradetti e Marcello Zenobi, è casa loro, qui coltivano ortaggi ed erbe aromatiche, nonché l’orto a pochi metri dal ristorante insieme agli ettari vitati che circondano il ristorante. Si assaggia la capra neretese più buona della regione preparata con carne di assoluta qualità, utilizzando talvolta anche le frattaglie, e servita con sugo e peperoni rossi fritti. Si consuma principalmente nel periodo pasquale ed è chiamato “alla neretese” perché la ricetta originaria è nata proprio a Nereto, comune centrale della Val Vibrata, in provincia di Teramo.

Torcinelli – lo Scamorzaro

I torcinelli o li ami o non puoi neanche guardarli, ma se li ami sai che è rarissimo non solo incontrarli nei ristoranti ma soprattutto trovarli ben fatti.

Immerso nei monti di Rosello, sul confine tra Abruzzo e Molise, si erge un’azienda agrituristica: Lo Scamorzaro. Non aspettatevi nulla di che, è un posto informale in cui vige solo una regola: mangiare roba buona e genuina fatta in casa. Non potrete non deliziarvi con alcuni dei formaggi di produzione propria come caciocavallo, scamorza, pecorino e una splendida ricotta vaccina. Dopo di che potrete passare ai torcinelli fatti con le interiora d’agnello, in particolare con gli intestini che avvolgono un ripieno di fegato e trippa sempre di agnello. Derivano dai piatti poveri di una volta in cui dagli avanzi della macellazione dell’agnello si ricavavano ricette come questa. Per chi ama i sapori forti di meglio non c’è.

Arrosticini – Delle Querce

Ancora transumanza, e non è un caso visto che il sistema di tratturi un tempo coinvolgeva l’intera regione. La carne ovina infatti costituiva la base dell’alimentazione dei pastori e mangiare carni di agnello, pecora e capretto è ancora usanza comune. Gli arrosticini rappresentano forse il piatto abruzzese più conosciuto fuori regione, ma non tutti forse sanno che in Abruzzo sono chiamati rrustelle.

arrosticini pescara

Sono fatti con la carne di castrato (oggi quasi esclusivamente di pecora adulta)che viene tagliata a piccoli pezzi, infilata in spiedini di legno e cotta sulla inimitabile furnacella, il braciere tipico e unico su cui cuocerli (se un abruzzese vi vedesse farlo in altro modo rabbrividirebbe). Sono centinaia i luoghi in cui trovarli, ma non in tutti si mangiano quelli di alto livello e attorno ad ognuno c’è la pagella dell’abruzzese “esperto”. In ogni caso vengono sempre accompagnati da pane unto con extravergine d’oliva locale e Montepulciano dalle spalle larghe. Villa Celiera, comune del pescarese, è rinomato per l’altissima qualità degli arrosticini offerti e tra i vari locali c’è lo storico Delle Querce, da sempre rinomato per gli arrosticini da applauso. Rigorosamente fatti a mano e su prenotazione è possibile assaggiare anche quelli di fegato.

Immagino che dopo questa bella scorpacciata di carne abruzzese occorra alleggerirsi con un po’ di pesce fresco (semmai dopo un periodo di digiuno): provate i nostri ristoranti della costa abruzzese preferiti.

 

Fonte immagini in evidenza: vistochebuono.it/ricette/agnello-cacio-e-ova

Giornalista e gastronomo, collabora con numerose riviste e quotidiani che si occupano di cibo e viaggi tra le quali spiccano La Stampa, Dove e la Gazzetta dello Sport. I suoi piatti preferiti sono gli arrosticini (ma che siano di vera pecora abruzzese) e gli agnolotti del plin con sugo di carne arrosto. Dice che in tavola non può mai mancare il vino (preferibilmente Trebbiano Valentini o Barbaresco Sottimano).

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