vini estivi

Vini estivi: 11 proposte per brindare all’arrivo della stagione calda

Giovanni Angelucci
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    Sicuramente, avrete assaggiato tutte le etichette dei vini da aperitivo che vi abbiamo suggerito. Bene, ora è arrivato il momento di stappare altre bottiglie, altrettanto valide, ma più azzeccate per l’estate. Se per il tanto amato pre-dinner ci siamo concentrati molto sulle bollicine, oggi vi consigliamo soprattutto vini fermi, freschi, dissetanti, piacevoli e soprattutto di facile beva, adatti quindi ad affrontare le temperature più calde. Stappate e date il benvenuto alla stagione più bella dell’anno con la nostra lista dei vini estivi!

    Vini estivi: come sceglierli? 11 proposte da stappare 

    Da oggi fino al termine dell’estate, potrete scegliere alcune di queste etichette indubbiamente perfette per le giornate temperate che arriveranno. Sono freschi e rendono speciali pranzi, cene all’aperto e, soprattutto, i tanti attesi “ricongiungimenti”! Per quanto riguarda la scelta, anche in questo caso non ci sono dettami particolarmente rigidi da seguire, tuttavia è importante regolarsi in base alle temperature dei prossimi mesi, preferendo quindi vini bianchi da bere a 10-12 gradi, ma, come vedremo, non sono da escludere i rossi leggeri. Ecco le nostre proposte!

    Terre di Chieti IGP Passerina – Cantina Tollo

    Passerina - Cantina Tollo

    cantinatollo.it

    Per chi ancora non lo sapesse, questa è una realtà ben lontana dall’idea che spesso si ha di cantina sociale. Siamo in Abruzzo, e le produzioni di Cantina Tollo dimostrano che la qualità non proviene soltanto da cantine a conduzione famigliare. In particolare, la nuova Linea Bio che riesce a essere piena espressione di una regione meravigliosa e da scoprire. È stata concepita come un omaggio alla natura con cinque nuovi vini provenienti dalle uve biologiche dei numerosi soci, prevalentemente nella zona del chietino. Il consiglio non verte su Montepulciano o Trebbiano come vi aspettereste, ma sulla Passerina perché dimostra di avere spiccata finezza, purezza e delicatezza. Inoltre, profuma di fiori bianchi e la parte agrumata è ben presente; in bocca il vino è fenolico e si percepisce quasi la buccia. L’alta acidità, verticale e sottile, sovrasta quasi il frutto, con un finale molto minerale: è un vino decisamente gastronomico, specialmente con del pesce

    é Rosè – Mora&Memo

    é Rosè - Mora&Memo

    MoraeMemo/facebook.com

    È il progetto di Elisabetta Pala, giovane viticoltrice sarda, che prende forma. Figlia d’arte, ha deciso di camminare sulle sue gambe sfruttando al massimo (qualitativamente) le terre ereditate nel sud dell’isola. Il suo gioiellino si chiama Mora&Memo e custodisce gli insegnamenti vinicoli tramandati dalla famiglia con un approccio del tutto personale. Dinamicità e modernità nei suoi vini, come l’“é”, il Rosè armonico ed elegante, ottenuto da Cannonau (50%) e Monica (50%) e da un breve contatto con le bucce. Si esprime con i piccoli frutti rossi, soprattutto il lampone, i fiori di campo e una leggera salinità. Nonostante la sua leggerezza, mantiene una gradevole struttura e tanta piacevolezza gusto-olfattiva.

    Zuitèr – Montelvini

    Zuiter - Montelvini

    montelvini/facebook.com

    Dai Colli Asolani, Montelvini propone il suo Manzoni bianco Zuitèr. Un monovarietale, un omaggio alla varietà “autoctona” a bacca bianca Manzoni, frutto dell’incrocio tra Riesling renano e Pinot bianco. La prima edizione limitata si distingue con un naso molto agrumato dove compaiono anche ananas, mela verde, fiori  bianchi e pesca noce, e presenta note lievi di lavanda e camomilla. È sapido, molto secco in bocca, con una chiusura netta e asciutta. Un vino pulito, perfetto per tutto il pasto e da bere fresco durante una serata estiva. 

    Calan’ca Frappato – Duca di Salaparuta

    CalanicaFrappato - Duca di Salaparuta

    duca.it

    La storica azienda siciliana, a partire dalla vendemmia 2019, lancia la nuova Linea Calanìca che racconta il monovitigno: Chardonnay, Grillo, Frappato, Syrah e le varietà siciliane Rosé. A colpire è proprio il Frappato che, nonostante sia rosso, regala una bevibilità leggera e sorprendente. Spiccata ricchezza olfattiva tra rosa e frutti rossi, di media struttura, lo rendono perfetto da bere fresco e da abbinare a piatti di pesce. In un calice la profondità della Sicilia e la finezza di un vitigno non sempre apprezzato. 

    Stellato – Pala

    Stellato - Palà

    pala.vini/facebook.com

    Siamo a Serdiana, piccolo borgo del vino a pochi chilometri da Cagliari, tra gli ettari di una cantina sarda più che storica, Pala. L’offerta è ampia e risulta difficile eleggere un unico consiglio tra i vini, quindi eccovene due: il Vermentino in purezza Stellato di assoluta piacevolezza e freschezza, profumatissimo e versatile, un campione nella sua semplicità persistente. Accanto, anzi prima, il suo veterano i Fiori, lo storico Vermentino di casa Pala che dimostra come ben si adatta questo vitigno sull’isola. È più adulto e ampio, inebria il naso e la persistenza balsamica invoglia la bevuta continua. Sapido, minerale, energico, completo.

    Iconema Tai DOC Piave – Ca’ di Rajo

    Iconema - Ca' di Rajo

    cadirajo.wines/facebook.com

    I fratelli Cecchetto tengono in vita un bene preziosissimo che è quello della tradizione vinicola del loro territorio trevigiano, a due passi dal fiume Piave. Ci sono circa 100 anni di storia, il vigneto è a Bellussera e solo questo meriterebbe di andare in visita: si usa un metodo di allevamento della vite basato su una formidabile architettura di fili di ferro, risalente alla fine dell’800, una vera opera architettonica di cui oggi c’è ancora traccia. Da qui deriva l’edizione limitatissima dell’Iconema, il Tai Doc Piave: dal giallo dorato brillante, si esalta con nuance di frutta matura (le uve appassiscono per 25 giorni), una leggiadra speziatura e un ricordo di fichi secchi. In bocca è in linea con il sontuoso naso, morbido e inebriante. Da tenere in considerazione, semmai prima di stappare l’Iconema, un assaggio del Prosecco millesimato Cuvée del Fondatore, così da avere un’idea del valore di questa azienda. 

    Lessini Durello DOC 60 mesi Gianni Tessari

    Lessini Durello – Gianni Tessari

    giannitessariwine/facebook.com

    Al produttore Gianni Tessari va il merito di aver dato splendore a una varietà autoctona della zona del veronese, la Durella. Non solo, ha deciso di spumantizzarla con diverse etichette, e in questa suggerita trova una cifra stilistica decisamente appagante. Il 60 mesi metodo classico ha il setoso aroma di croissant, di albicocca ancora non troppo matura e si avverte leggermente mielato. Il bel nervo acido permette di non cedere alla morbidezza, ma di dimostrare eleganza tra frutta esotica, canditi e frutta secca. Grande equilibrio per un vino davvero da scoprire.

    Franciacorta Brut Rosé DOCG – Mirabella

    Franciacorta Rosè – Mirabella

    MirabellaFranciacorta/facebook.com

    Un gustoso Franciacorta non poteva mancare. Tra le diverse etichette è stato scelto l’aggraziato rosè perché abbonda in profumi di frutta rossa, fragola, agrumi e lamponi, seguiti da dolci sentori biscottati e di crosta di pane che lo rendono lunghissimo e appagante. L’assaggio si dimostra fresco e fragrante, morbido ma con una vena minerale che lo mantiene sempre vivace. Molto armonico e piacevole, da tutto pasto: buono con una frittura di paranza, ottimo con l’anguilla. 

    Phasianus – Monte Zovo 

    Phasianus – Monte Zovo

    MonteZovo/facebook.com

    La vendemmia tardiva e il leggero appassimento sulla pianta di uve Corvina e Corvinone (nei vigneti di Caprino Veronese) ne denotano un profilo gusto olfattivo molto interessante. 

    Il Phasianus fa il suo ingresso con un bellissimo color rosa salmone: al naso comunica con una sobria fragola, fiori secchi, melograno e una punta di ciliegia. In bocca è agile ma avvolgente, la frutta fresca prende il sopravvento donando freschezza e croccantezza, succosità che giunge a un finale particolarmente sapido. Da apprezzare anche la tensione gusto-olfattiva durante l’intera bevuta: fa salivare e chiama il sorso successivo, anche quando la bottiglia è terminata. 

    Rubino Costa Toscana Rosso IGT – Bulichella 

    Rubino - Bulichella

    bulichella.suvereto/facebook.com

    La Bulichella, tenuta della famiglia Miyakawa con sede a Suvereto in Val di Cornia, ha una lunga storia fatta di storie diverse e di sentimenti. Oggi, azienda biologica di vino e olio oltre che agriturismo, avrebbe vini “più estivi” del Rubino (come il Sol Sera rosato o il Tuscanio), ma berlo durante le miti serate di giugno e abbinarlo a degli arrosticini di pecora abruzzese è stato un successo. Sangiovese, Merlot e Cabernet per un rosso ampio e profondo composto da frutta a bacca rossa, note floreali di rosa e geranio, buona tessitura tannica. È vellutato al palato, confortevole e molto gustoso. 

    Ruett Rosé – Colle Rosso

    Ruett Rosè - Collerosso

    collerossobrewery/facebook.com

    A chiudere non un vino ma una birra, o meglio una bottiglia che riesce a esaltare entrambe le bevande (e non solo) in un connubio superlativo. È il progetto Collerosso, nonché luogo dove nacque Birra del Borgo, che al comando vede la figura storica del birrificio Matteo Corazza in coppia con Matteo Del Sordo. Da qui provengono le birre a fermentazione spontanea prodotte con soli lieviti indigeni, ovvero fatte senza aggiunte di lievito, raffreddate in una vasca aperta e fermentate in botti di legno. Un ritorno al passato, alle origini della birra e soprattutto verso prodotti unici che più che mai rappresentano l’espressione di un territorio. Tra le produzioni dire quale meriti l’assaggio è difficile, sicuramente imperdibile è la Ruett Rosé, in cui il vino naturale Rosa Rosae 2018 (sette uve diverse frutto di un’unica vendemmia) dell’Azienda Agricola Marina Palusci incontra la birra spontanea (della stessa annata) del birrificio Collerosso. Il risultato è spiazzante, tra note acidule, vinose, fruttate, a cui dedicare del tempo per decifrarne lo spettro aromatico.

     

    E le vostre etichette preferite per l’estate quali sono?

    Giornalista e gastronomo, collabora con numerose riviste e quotidiani che si occupano di cibo e viaggi tra le quali spiccano La Stampa, Dove e la Gazzetta dello Sport. I suoi piatti preferiti sono gli arrosticini (ma che siano di vera pecora abruzzese) e gli agnolotti del plin con sugo di carne arrosto. Dice che in tavola non può mai mancare il vino (preferibilmente Trebbiano Valentini o Barbaresco Sottimano).

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