tradizioni culinarie dell'Epifania

Le dolcissime tradizioni culinarie dell’Epifania

Adriana Angelieri

Rammaricati per l’arrivo dell’Epifania, che tutte le feste porta via? Prima di mettervi in lutto (e a dieta) per la fine delle vacanze, concedetevi qualche ultimo sfizio. Dopotutto, anche in questo caso le tradizioni culinarie del nostro Paese offrono materiale per tutti i gusti e tutte le bocche.

E noi, solidali con voi per la fine delle ferie, vi accompagniamo verso questa ultima tappa natalizia con una carrellata di tradizioni culinarie dell’Epifania…

In Toscana si è cotti come Befanini

In Toscana ci consola così, con i befanini, frollini a base di agrumi e rhum, ricoperti di granella colorata, tipici delle zone di Lucca e Viareggio. Per realizzarli si usano in genere formine per biscotti tipicamente natalizie: l’aspetto e la ricorrenza, ne fanno un dolce ideale da preparare insieme ai bambini. Attenzione però a non farne troppi, o rischierete di ritrovarvi cotti come un befanino, come si dice in Toscana di qualcuno che è veramente, ma veramente stanco…

Fugassa d’la Befana

In Piemonte, per la precisione in provincia di Cuneo, da tempo immemore la Befana ha la sua fugassa: dolce dall’impasto morbido e dalla forma tondeggiante, che ricorda l’aspetto di una margherita. E come tutte le eredità antiche che si rispettino, la fugassa d’la Befana conserva un’originalissima tradizione: al suo interno venivano infatti nascoste una fava bianca e una nera. Chi le trovava, però, al contrario di quanto si potrebbe pensare, non vinceva niente, piuttosto finiva per pagare. il malcapitato a cui andava la fava bianca si ritrovava a saldare le spese della focaccia, quello a cui toccava la fava nera, pagava il vino…

Pepatelli  teramani

Scorriamo il dito sulla cartina geografica dell’Italia per fermarci in Abruzzo dove, per l’Epifania, la tradizione prevede che si preparino i pepatelli, biscotti tipici della provincia di Teramo, che  ritroviamo anche in Molise. Anzi, se proprio dobbiamo dirla tutta, questi dolcetti non vengono preparati solo per l’Epifania, ma durante tutte le festività, a partire dal Natale. Se vi state chiedendo come mai si chiamano pepatelli, vi rispondiamo subito che potete usare il vostro intuito: tra gli ingredienti c’è il pepe nero, accompagnato da miele, farina, cacao, mandorle e bucce d’arancia…

La prima pastiera la porta la Befana

E se si parla di pastiera, non possiamo che essere in Campania! Ma come, direte voi, la pastiera non è un dolce pasquale? La risposta è esatta, e aggiungiamo che la prima pastiera viene preparata il 6 Gennaio perché è il giorno in cui cade la prima Pasqua dell’anno, ovvero la prima importante solennità religiosa.

Questa tradizionale ricetta, (realizzata con pasta frolla farcita con un impasto a base di ricotta, frutta candita, zucchero, uova e grano bollito nel latte) ha origini antichissime: leggenda vuole che a crearla sia stata la sirena Partenope…

Re Magi in Francia

E per dare un tocco cosmopolita alla scopa della vecchietta, chiudiamo con un uso d’oltralpe . Anche in Francia, il giorno dell’Epifania si preparano dolcetti ad hoc: è il caso della Galette des Rois, con cui si festeggia l’arrivo dei Re Magi. Come accade per molte delizie nostrane, la ricette conosce diverse varianti all’interno del paese, e anche in questo caso, come nella Fugassa d’la Befana, al suo interno viene nascosto qualcosa, un piccolo oggetto. Volete sapere come si chiama? Fève, fava, in ricordo dell’antica usanza di nascondervi all’interno uno di questi legumi. A differenza di quanto accadeva in Piemonte, tuttavia, in Francia chi trovava la fava veniva eletto re o regina della festa.


Avreste mai scommesso che le tradizioni culinarie dell’Epifania del nostro Paese potessero essere così vicine a quelle estere?

Siciliana trasferita a Bologna per i tortellini e per il lavoro. Per Il Giornale del Cibo revisiona e crea contenuti. Il suo piatto preferito può essere un qualunque risotto, purché sia fatto bene! In cucina non devono mancare: basilico e olio buono.

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