caporalato

Il lavoro del rider, tra rischi del “caporalato digitale” e nuove forme di tutela

  Il caporalato in Italia, ovvero modalità di sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici lungo la filiera agroalimentare, assume molte forme. Lavoro nero o grigio, superamento degli orari previsti dalla legge, assenza vera e propria di contratti, cooperative spurie sono alcune delle modalità che, in questi anni, sono emerse, ma non sono le sole. Le

Afrisicilia, una cooperativa gestita da migranti contro il caporalato

  Diao Diallo ha 23 anni, viene dal Senegal e da cinque anni vive in Italia, in Sicilia. Lavorava nei campi attorno a Granmmichele, in provincia di Catania, senza contratto, senza tutele, senza diritti, come avviene per migliaia di altre persone migranti di origine straniera in tutta Italia, come fotografano le autorità nel descrivere le

Caporalato in Italia: 10.000 lavoratori e lavoratrici vivono negli insediamenti informali

  Torniamo a parlare di caporalato grazie a un recente rapporto realizzato da Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e ANCI, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, che fotografa  le condizioni e le situazioni abitative in cui si trovano oltre 10.000 lavoratori e lavoratrici sfruttati in agricoltura. Nonostante l’applicazione della Legge contro il Caporalato e

apicoltura

Apicoltura contro il caporalato: Bee My Job e MEDU insieme a Rosarno

  Imparare un mestiere e poterlo poi esercitare in condizioni di legalità è spesso un miraggio per migliaia di braccianti di origine straniera che, ogni anno, sono impegnati nella raccolta di pomodori, arance non soltanto nelle campagne italiane. Un’utopia che, per alcuni di loro, si trasforma in realtà attraverso progetti virtuosi che mettono in relazione

diletta bellotti

Diletta Bellotti, in piazza da sola contro il Caporalato

    Caporalato significa sfruttamento, condizioni di vita non dignitose, malattie e nessuna garanzia, né di tutele né di futuro. Sono 1.500 negli ultimi sei anni, secondo uno studio pubblicato sul British Medical Journal, le persone che hanno perso la vita in Italia a causa di questo fenomeno che aggrega la ricchezza e il potere

braccianti agricoli in puglia

“La cattiva stagione”: il rapporto di MEDU sulle condizioni di salute dei braccianti agricoli

    Si è conclusa una nuova stagione di raccolta dei pomodori in Puglia, nell’area della Capitanata in provincia di Foggia al centro delle cronache per la diffusione capillare del caporalato, ma anche per essere uno dei luoghi scelti per dare avvio alla prima filiera etica in campo agricolo. I mesi appena passati, però, confermano

filiera etica contro caporalato

Nasce la prima filiera etica contro il caporalato nell’agricoltura

    “Un sogno che si avvera”: con queste parole Yvan Sagnet, attivista di origine camerunense e fondatore dell’associazione No Cap, commenta l’avvio della prima filiera etica contro il caporalato nel settore agricolo presentata ieri a Foggia, in Puglia. Per quest’anno, saranno circa 100 i braccianti letteralmente tolti dalle mani dei caporali, impiegati con regolare

caporalato studio british medical journal

Caporalato, 1.500 morti in sei anni secondo il British Medical Journal

    Solo durante la scorsa estate sono stati 16 i braccianti morti, in Puglia, mentre si recavano al lavoro nei campi. Tre persone, invece, hanno perso la vita in tre diversi incendi nelle baraccopoli nella Piana di Gioia Tauro che, ogni inverno, accolgono centinaia di migranti, impegnati nella raccolta delle arance spesso in condizioni

CaporALT: apre nel foggiano l’infopoint per i braccianti

      Lo sfruttamento dei lavoratori e, in particolare, dei braccianti in Italia resta una realtà diffusa a macchia d’olio, come conferma anche il recente rapporto di Medici per i Diritti Umani a proposito della raccolta degli agrumi della Piana di Gioia Tauro. Tuttavia, la crescente attenzione mediatica, insieme con l’effetto sul medio periodo

mulino di comunità

Il primo mulino di comunità: la ricetta pugliese per un pane più equo

    Esistono cibi che fanno bene. Ma non nel senso di valori nutrizionali, apporto calorico o proprietà nutritive. Non solo, almeno. Si tratta, piuttosto, di un bene più profondo e diffuso, un bene comune, che vi racconteremo grazie a un recente progetto. Il 31 marzo 2019, infatti, è stato inaugurato il primo mulino di

caporalato nuovi arresti

Caporalato, ancora inchieste e arresti per sfruttamento e violenze sui lavoratori

    La legge sul caporalato, approvata durante la scorsa legislatura, mostra i suoi effetti. Le condizioni di lavoro dei braccianti nelle campagne italiane, al Sud come al Nord, sono sempre meno nell’ombra, è cresciuta la consapevolezza dei cittadini, sono state avviate campagne di sensibilizzazione al “giusto prezzo” per quanto viene acquistato al supermercato, ma

Contro il caporalato, la campagna Legambiente per il giusto prezzo dei prodotti agricoli

    Le recenti proteste dei pastori sardi sono solo l’ennesima dimostrazione di quanto sia complicato portare avanti un progetto agricolo oggi. Non solo il prezzo del latte, ma anche quello del grano, delle arance e dei pomodori sui banchi dei supermercati spesso nasconde pratiche di sfruttamento dell’ambiente e della forza lavoro. Lo conferma anche

bee my job

Bee My Job, un progetto di apicoltura urbana per promuovere l’integrazione

    “Nel mondo delle api dove c’è collaborazione, c’è valore. È un’ottima metafora di quella che dovrebbe essere anche la nostra società”, così Mara Alacqua, presidente dell’associazione Cambalache, riassume in un’unica suggestione il senso del Bee My Job, progetto di apicoltura urbana e sociale che coinvolge, ad Alessandria e non solo, richiedenti asilo, rifugiati

cooperativa pangea

Il commercio equo e solidale in Italia: la cooperativa “Pangea-Niente Troppo”

  Dall’Asia all’America Latina, dall’Africa fino all’Italia: cambiano le prospettive e le relazioni tra le varie parti del mondo e, contemporaneamente, si evolve anche la rete del commercio equo e solidale. Se fino a qualche anno fa era sinonimo di acquisti di prodotti di qualità, rispettosi di ambiente e persone, provenienti da aree lontane del

Caporalato Latina

Caporalato a Latina: svelato lo sfruttamento di 400 braccianti

  Oggi l’attualità ci riporta a scrivere di agromafie e caporalato. Ci siamo più volte occupati della tematica, tra dati allarmanti ed esperienze virtuose di riscatto che, spesso, partono da gravi episodi di cronaca, come quello che oggi i principali quotidiani riportano in prima pagina. All’apparenza era una cooperativa impegnata nel settore agricolo, ma di

op mediterraneo

Mediterraneo, l’Organizzazione produttiva che valorizza la filiera agroalimentare

  Da un lato lo sfruttamento, dall’altra la pressione della grande distribuzione, non sono poche le difficoltà che incontra, oggi in Italia, chi vuole vivere di agricoltura. Tra queste, quella di non trovare un ente che possa rappresentare i propri interessi. Come fare, allora? Occorre crearne uno, come testimonia la storia di Marco Nicastro, imprenditore

quarto rapporto agromafie caporalato

I dati del Quarto Rapporto Flai Cgil su agromafie e caporalato

  Presentato a Roma nell’estate 2018, il Quarto rapporto Agromafie e Caporalato dell’Osservatorio Rizzetto di Flai Cgil fotografa le condizioni in cui si trovano a “lavorare” migliaia di braccianti e operatori agricoli in Italia. Ma non soltanto, sottolinea infatti come il business del lavoro grigio e nero ha un valore pari a 77 miliardi ed

norme reati agroalimentari

Nuove norme sui reati alimentari: le proposte per tutelare i consumatori

  Su queste pagine ci siamo più volte occupati di agromafia, ovvero delle infiltrazioni mafiose che, da Nord a Sud, intaccano uno dei comparti più floridi del nostro Paese, con introiti da capogiro (oltre 20 miliardi di euro). Il fenomeno ingloba altre pratiche illecite, come il caporalato e getta ombre anche nel settore pubblico, all’interno

Quanto è diffuso il caporalato nel Nord Italia?

    Giornate lavorative di più di 15 ore, per sei giorni alla settimana, con una paga mensile compresa tra 500 e 700 euro al mese. Queste le condizioni di sfruttamento in cui versavano 41 “dipendenti” di un’azienda che chiedeva loro di distribuire volantini in bicicletta e controllava tramite GPS i loro spostamenti. Caratteristiche che