La diffusione dell’obesità infantile in Italia continua a essere allarmante, con tutte le conseguenze immediate e a lungo termine per la salute e i costi sociali che questa condizione comporta. A evidenziarlo l’ultimo rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sul tema, che vede il nostro Paese ai primi posti della classifica europea sul sovrappeso. Ma
Una pubblicità di merendine in televisione durante l’orario della merenda, un annuncio pubblicitario di un fast-food vicino a un parco giochi, o ancora video sui social media dove influencer si sfidano a colpi di challenge sorseggiando bevande gassate e zuccherate. Siamo bersagliati dalla pubblicità in ogni momento e in ogni luogo, e la maggior
Secondo uno studio condotto dall’Imperial College di Londra e dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), il numero di bambini e adolescenti obesi (tra i 5 e 19 anni) è aumentato di 10 volte negli ultimi 40 anni, mentre in Italia è cresciuto di quasi 3 volte nel 2016 rispetto al 1975. Ecco allora che,
Il microbiota intestinale, ovvero l’insieme di microrganismi che si trovano nell’intestino, svolge un ruolo molto importante per la salute. Un recente importante studio dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, pubblicato sulla rivista Communications Biology, ha scoperto come la conoscenza della composizione del microbiota intestinale possa aiutare anche a predire il rischio di sviluppo
Ieri mattina a Milano, nel corso di un evento organizzato con il nostro editore, CIRFOOD, sono stati presentati i risultati della campagna di sensibilizzazione #CrescereATavola, ideata dalla nostra testata per promuovere la prevenzione dell’obesità infantile e incentivare i corretti stili di vita dei bambini. Da aprile a ottobre 2018, infatti, abbiamo collaborato con esperti
L’obesità infantile non dipende dalle merendine. È questa la conclusione alla quale sembra giungere l’AIDEPI (Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiane), incrociando i dati forniti da OKkio alla salute – l’osservatorio nazionale del Ministero della Salute sul sovrappeso e l’obesità infantile dei bambini fra i 6 e i 10 anni –
Una percentuale compresa tra il 10 e il 30% della popolazione europea è obesa, secondo le stime fornite all’Organizzazione mondiale della sanità dai paesi membri dell’Unione Europea. Si tratta di un dato che, secondo la guida “Obesità e disuguaglianze” redatta dall’OMS stessa, andrebbe scorporato poiché non tiene conto di fattori socio-economici e culturali:
Il Giornale del Cibo si è più volte occupato di obesità infantile, un fenomeno mondiale di proporzioni preoccupanti che riguarda circa 40 milioni di bambini sotto i 5 anni, Italia compresa. Si tratta di una patologia le cui conseguenze per la salute, in particolare lo sviluppo di malattie croniche, non sono da sottovalutare, ma
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, l’obesità si può considerare addirittura come una delle epidemie più gravi del millennio. Una presa di posizione forte, quella dell’OMS, che mira a porre l’attenzione su questa patologia, ma soprattutto su quanto si può fare per prevenirla. Infatti, soprattutto se ci dedichiamo ai più piccoli, prima che l’eccesso ponderale
Obesità e sovrappeso rappresentano, nella contemporaneità, un problema radicato, diffuso e grave, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha parlato di “epidemia del nuovo millennio”. Preoccupano, in particolare, le conseguenze sulla salute, a medio e lungo termine, per la comparsa di diabete, malattie cardiovascolari e respiratorie, cancro, ma anche problemi psico-sociali. Per questa ragione, medici,
Secondo gli ultimi dati Okkio, i bambini maggiormente affetti da obesità sono nel Sud Italia. I numeri dell’obesità infantile sono preoccupanti, così sono partite campagne di “allarme obesità” per intervenire. Un esempio è l’iniziativa “Magno, ergo cogito” ad Avellino, zona campana più colpita dal problema, che si propone di diffondere i corretti principi alimentari e
L’Obesità in età evolutiva: strategie di prevenzione Dott.ssa Patrizia Pedrazzi e Prof.ssa Isabella Zini. (Corso di Laurea in Dietistica – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia). L’obesità può essere definita come un eccessivo accumulo di tessuto adiposo in grado di indurre un aumento significativo dei rischi per la salute. Il 10% dei
Ovunque nel mondo, nel 2019, si muore di obesità e si muore anche di fame. Questo, in sintesi, il drammatico quadro che emerge da Stato della Sicurezza Alimentare e della nutrizione nel mondo 2019, il rapporto annuale della FAO, che denuncia: “l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile Fame Zero entro il 2030 è sempre più lontano”.
I menù che indicano le calorie dei piatti al ristorante sono già discretamente diffusi all’estero, per scoraggiare i clienti a non eccedere e aiutarli a scegliere la pietanza in base al proprio quantitativo calorico giornaliero. Questa opzione, se si riconduce alla lotta contro l’obesità, in Italia non è ancora popolare, ma alcune recenti ricerche
La ricerca sui farmaci contro l’obesità negli ultimi anni ha compiuto notevoli passi avanti e oggi una nuova tipologia di molecole, già utilizzate dai diabetici, promette di cambiare la vita alle persone sovrappeso. Nel dicembre 2023, non a caso, la rivista Science ha valutato lo sviluppo della semaglutide – già impiegata per il trattamento
Secondo le stime della FAO, circa 2 miliardi di persone nel mondo sono in sovrappeso. Dal 1975 al 2016 il tasso di obesità è triplicato e ogni anno almeno 3 milioni di persone muoiono per le conseguenze legate a questa condizione, che non riguarda soltanto i Paesi ricchi e avanzati: in Africa sono ben
L’11 ottobre è l’obesity day, ovvero il giorno dell’obesità. Non certo una festa, ma una giornata di sensibilizzazione nei confronti di una malattia cronica che riguarda adulti e bambini e che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito l’epidemia del nuovo millennio, che colpisce circa 2 miliardi di persone in tutto il Pianeta. Una cifra impressionante,
Vi abbiamo già raccontato di come i numeri dell’obesità nel mondo abbiano portato l’Organizzazione Mondiale della Sanità a considerarla un’epidemia. Parlare di epidemia globale dell’obesità, prendendo in prestito la definizione presente nel famoso articolo di Benjamin Caballero, del Center for Human Nutrition della Bloomberg School of Public Health-Johns Hopkins University di Baltimora, significa considerare la
La predisposizione all’obesità tende a essere sottovalutata quando si considerano le condizioni fisiche di chi deve perdere peso. Sappiamo che i chili di troppo dipendono da un’alimentazione eccessiva o scorretta, ma talvolta è la genetica a influire sull’eccesso di grasso corporeo. Ci siamo già occupati di obesità infantile e del rischio di ingrassare per i
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