Sardegna forte e dolce

Adriana Angelieri

Così è la gente, il paesaggio, la cucina.Ultima incursione gastronomica nel giro estivo di Adriatica, la barca di Velistipercaso, sulla scia dei Popoli del Mare assieme alle Star Q8 che hanno conquistato il loro posto a bordo!Il percorso è partito ormai quattro settimane fa dall’Isola d’Elba, per continuare lungo le coste della Tuscia fino all’Agro Pontino.Proprio in questi giorni il giro si conclude con l’ultima tappa nel sud della Sardegna: da Cagliari a Nora e poi a Pula, Sant’Antioco e Carloforte. E anche questa volta ne approfittiamo per chiedere a Martino qualche dritta sulla gastronomia della zona: velisti per… cibo in Sardegna!La RedazioneSardegna forte e dolcedi Martino Ragusa. Una cucina arcaica, schietta e sobria come il temperamento degli isolani. La tavola della Sardegna è un inno appassionato alla natura e alla tradizione. Tra le note principali di questo inno, ci sono i malloreddus, gnocchetti di farina conditi con salsa di pomodoro e pecorino, o alla campidanese, con sugo di salsiccia; i macarrones a ferritus, maccheroni cavi di farina e acqua lavorati col ferro da calza o con un giunco; i culingiones, ravioli farciti di patate, pecorino e menta.   Anche se non amate la pastina in brodo, fidatevi della fregula, un vero e proprio cous cous ottenuto mescolando semola grossa con poche gocce d’acqua, le piccole palline vengono poi asciugate al sole e cotte in brodo di carne o di pesce. Passare al secondo nove volte su dieci significa passare a un piatto di agnello, capretto o maiale. Fra le specialità, l’agnello in umido aromatizzato dal finocchio selvatico; lo spinu, costolette di maiale rosolate in padella con aglio, alloro, olive e vino bianco; le impanadas, timballi di pasta sfoglia ripieni di carne di maiale, vitello e di favette, di piselli e carciofi. Per chi le ama, sono disponibili le lumache (gioggia), apprezzatissime in tutta l’isola e proposte cotte nel vino, in verde col prezzemolo e l’aglio, ripiene di pecorino (coccoidus prenus).Anche se siamo su un’isola che ha voltato le spalle al mare, guai a pensare che il pesce non abbia un ruolo fondamentale nella sua gastronomia. La cassola cagliaritana è una zuppa fatta con almeno dodici qualità fra pesci e molluschi, cagliaritana è anche la burrida, gattuccio di mare bollito e marinato a lungo in una bagna di olio, noci, prezzemolo, aglio e aceto. A Cabras, invece, potete gustare la merca, muggine conservato nella ziba, un’erba palustre che cresce negli stagni del Sinis.Il pane non è solo il celeberrimo “carasau”, il pane dei pastori barbaricini a forma di disco croccante. Se girerete l’isola, rimarrete meravigliati dalla straordinaria varietà di forme, consistenze e sapori. Altrettanto interessante la quantità di dolci. Ricordo le sebadas, grandi ravioli fritti ripieni di formaggio e cosparsi di miele; gli amaretti di Oristano, i sospirus di Ozieri, l’arantzada, torrone morbido di bucce d’arancia con mandorle, miele e tante altre delizie.Passando agli indirizzi “buoni”, vi segnalo: Trattoria “Da Lillicu”, via Sardegna 78, Cagliari, tel. 070 652970; Trattoria Da Riccardo via Vittorio Emanuele 13-15, Magomadas (OR), tel. 0785/35631; Sa Corte, Via Nuoro, Oliena (NU), tel. 0784 28 53 13, ittiturismo La Peschiera San Giovanni, sulla spiaggia di Arbatax, (OG) tel. 070 652970, con pesce appena pescato.

Siciliana trasferita a Bologna per i tortellini e per il lavoro. Per Il Giornale del Cibo revisiona e crea contenuti. Il suo piatto preferito può essere un qualunque risotto, purché sia fatto bene! In cucina non devono mancare: basilico e olio buono.

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