Nero, blu, grigio, rosa: il sale colorato e gli usi in cucina

Angela Caporale
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    Non tutti sanno che quello rosa dell’Himalaya altro non è che la varietà di sale colorato da cucina più famosa, ma non di certo l’unica. Esiste, infatti, anche il sale grigio, quello nero di Cipro, quello rosso delle Hawaii, quello blu di Persia. Varietà che rendono più intriganti i piatti, più colorati e sicuramente più esotici: vediamo, dunque, quali sono più curiosi, da dove vengono e se è vero che in alcuni casi possono essere addirittura benefici per la salute.

    Sale colorato da cucina: uno per ogni angolo del mondo

    Per scoprire, dunque, i vari tipi di sale colorato alimentare è necessario mettersi in viaggio e allontanarsi dalla penisola italiana, dove comunque, è bene ricordarlo, viene prodotto dell’ottimo sale. Ne abbiamo parlato, per esempio, a proposito del “Fior di sale” delle saline del trapanese, suggerendovelo come souvenir da un viaggio in Sicilia, ma esistono  anche il Sale dolce di Cervia, o quello pugliese. Per trovare del sale colorato, però, bisogna allungare lo sguardo su alcune saline europee, come per esempio quelle dell’isola di Cipro e, poi, ancor più lontano verso India, Iran e le Isole Hawaii.

    Sale nero di Cipro

    Come anticipato, nell’isola di Cipro, nel cuore del mar Egeo, si produce un sale decisamente peculiare e caratterizzato da una colorazione scura, tendente al nero. Non si tratta di una pigmentazione del tutto naturale, infatti si ottiene aggiungendo del carbone vegetale durante la fase di produzione. Dal punto di vista nutrizionale, nessuna differenza poiché si tratta di un normalissimo sale bianco, integrato con quantità che non ne modificano le caratteristiche.

    Sale grigio di Bretagna

    sale grigio di bretagna

    Kika Mika/shutterstock.com

    Restando in Europa ci spostiamo in Bretagna per scoprirne il tipico sale grigio. Si tratta di una tipologia di sale marino, in questo caso “sporcato” dalla presenza di un peculiare tipo di argilla nella fetta di mare tra Francia e Gran Bretagna dove viene raccolto. È noto anche come “sale celtico” perché le saline si trovano sul territorio dove storicamente si erano insediati i Celti.

    Sale rosso delle Hawaii

    sale rosso delle hawaii

    Dream79/shutterstock.com

    Un altro tipo di sale colorato marino è quello rosso delle Hawaii. Il colore, in questo caso, è naturale e determinato dalla combinazione del cloruro di sodio con l’argilla sabbiosa tipica delle isole del pacifico. Interessante è scoprire come, sin dall’Antichità, venisse utilizzato durante riti e cerimonie per purificare gli abitanti delle isole e come augurio di buona sorte. Ha un sapore particolare che ben si sposa con piatti di pesce e di carne, cotte sia arrosto che alla brace.

    Sale blu di Persia

    Tutt’altra origine, invece, per il sale blu di Persia: si tratta, infatti, di un sale da miniera, frutto dei depositi di mari ormai da milioni di anni prosciugati. Per questa ragione, la composizione mineraria cambia fino a produrre un alimento che contiene screziature bluastre. Questo sale, che viene raccolto dal giacimento del millenario lago salato della provincia di Semnan, nell’attuale Iran, ed è uno dei più pregiati e rari al mondo: viene venduto a circa 45 euro al kg in ragione del fatto che, ogni anno, ne vengono prodotte circa 80-100 tonnellate. Il sapore è delicato, ma lascia in bocca un ampio spettro di aromi e spezie che lo rendono facilmente riconoscibile.

    Sale nero indiano

    sale nero indiano

    rawf8/shutterstock.com

    Sempre di origine mineraria è il sale nero indiano, chiamato anche Kala Namak, molto diffuso sia in India che in Pakistan, dove viene assimilato a tutte le altre spezie più famose come, per esempio, il curry. Il colore scuro è determinato soprattutto dalla presenza di carbone vegetale. Ha un gusto lievemente sulfureo e pungente e viene utilizzato per insaporire insalate, yogurt e anche bevande rinfrescanti estive.

    Il caso del sale rosa dell’Himalaya

    sale rosa himalaya

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    Concludiamo il viaggio alla scoperta del sale colorato da cucina, con il caso più noto, quello del sale rosa dell’Himalaya che è giunto sugli scaffali dei supermercati di tutta Italia, conquistando adepti, ma sollevando anche molti dubbi.

    Ad esso sono state infatti attribuite proprietà taumaturgiche, quasi miracolose, smentite tuttavia dall’intervento degli esperti. Il colore rosa, innanzitutto, è determinato dalla presenza di ossido di ferro, ovvero ruggine, combinato con altri oligoelementi che, insieme, arrivano a circa il 3% della composizione del sale. Il restante 97%, come nella maggior parte degli altri prodotti simili, è sempre cloruro di sodio.

    Sebbene, poi, attribuire questo sale all’Himalaya aggiunga un alone di fascino che ne fa parte del successo commerciale, è importante sottolineare come le miniere da cui si ricava si trovino in Pakistan e, più nello specifico, nella regione del Punjab è presente  la miniera di Ketra da cui sola vengono estratte, ogni anno, ben 800.000 tonnellate di sale rosa. Quantità che, se facilmente comparate con quelle di sale blu di Persia, fanno comprendere come si tratti di un prodotto non così raro ed esclusivo come talvolta è stato proposto.

    Valori nutrizionali: attenzione alle bufale

    Il sale colorato alimentare è una trovata di marketing, dunque? Sembra che l’innamoramento collettivo per il sale rosa dell’Himalaya si sia affievolito, ma è importante soffermarsi brevemente sulle tante informazioni non verificate che circolano a proposito di tutti i tipi di sale colorato: chi li consiglia per la gastrite, chi per l’ipertensione, chi per disintossicarsi. Dal punto di vista nutrizionale non esistono studi e ricerche che vadano a confermare o smentire le proprietà connesse all’uso di un tipo piuttosto che di un altro tra i sali presentati. Molto spesso si tramandano suggerimenti tratti dalla tradizione dei luoghi dove questi insaporitori sono più noti, ma gli esperti raccomandano prudenza e ricordano che la dose massima di sale consentita in un giorno per mantenersi in salute è di 5 grammi ciascuno, qualsiasi sia il suo colore.
    Le alternative più “sicure” restano erbe aromatiche e spezie, ciò non toglie nulla al divertimento e alla voglia di sperimentare in cucina con il sale colorato, senza però farne necessariamente una questione di salute e, comunque, non prima di aver consultato un medico o un nutrizionista.
    Avete mai utilizzato questi tipi di sale colorato? In quali ricette?

    Passaporto friulano e cuore bolognese, Angela vive a Udine dove lavora come giornalista freelance. Per Il Giornale del Cibo scrive di attualità, sociale e food innovation. Il suo piatto preferito sono i tortelloni burro, salvia e una sana spolverata di parmigiano: comfort food per eccellenza, ha imparato a fare la sfoglia per poterli mangiare e condividere ogni volta che ne sente il bisogno.

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