Il pepe fa male? Intervista alla nutrizionista
Mangiare sano è un’esigenza sempre più sentita: un numero sempre crescente di persone, infatti, si interessa di ciò che porta nel piatto e, di conseguenza, fioccano i dubbi proprio a tal proposito. L’esigenza naturale è, dunque, quella di fare chiarezza e ottenere risposte puntuali e chiare alle molte domande che ci poniamo. Per esempio, ci siamo già occupati della soia, ma anche della sicurezza dei sacchetti di plastica per la cottura sottovuoto. In questa occasione, invece, vogliamo dedicarci a quella che viene da molti definito come il re delle spezie: il pepe.
Noto fin dall’antichità anche per le sue proprietà terapeutiche, oggi viene comunemente consumato in cucina per insaporire i piatti e dare quel “tocco in più” che può fare la differenza. Ma è davvero un alimento sano? Abbiamo interpellato la dottoressa Francesca Evangelisti, biologa nutrizionista, per rispondere una volta per tutte al quesito: il pepe fa male?
Pepe, proprietà e caratteristiche
Per fare il pepe ci vuole la pianta
Il pepe che utilizziamo in cucina è il frutto di una pianta perenne che appartiene alla famiglia delle Piperaceae che include ben 700 specie diverse. Quella più nota è il Piper nigrum e sii tratta di una pianta originaria dell’India e coltivata, oggi, anche in Brasile, Malesia e Indonesia. Può raggiungere anche i 4 metri di altezza e per produrre i frutti devono passare almeno quattro anni.
Proprio i frutti, che sono di colore rosso e contengono al loro interno un seme, sono il pepe: a seconda dello stadio di maturazione otteniamo le diverse qualità a cui siamo abituati: pepe nero, pepe bianco, pepe grigio e pepe verde.
Non tutti sanno che, tra le varie tipologie, non va contato il pepe rosa: “Si tratta infatti – spiega la dottoressa Evangelisti – di un falso poiché si ottiene da un’altra pianta, lo Schinus molle.”
Quindi, escluso il pepe rosa, in generale il profilo nutrizionale del pepe è così diviso:
- 25% fibra
- 12% acqua
- 10% proteine
- 3,3% grassi
- 0,6% zuccheri e, in particolare, fruttosio, galattosio e destrosio
- 4,5% ceneri.
Non mancano le vitamine A, B, C, E, K e J, nonché molte sostanze antiossidanti come la lutenia, la zexantina, il licopene, l’alfa e beta carotene, e la beta-criptoxantina. Molto numerosi sono gli amminoacidi e in minerali, buono il contenuto di acido folico, ma ciò che caratterizza il pepe è la piperina: “ovvero una sostanza che conferisce il sapore caratteristico e diverse proprietà benefiche.”
Un altro elemento che potrebbe sorprendere molti è il fatto che l’apporto calorico del pepe è abbastanza elevato: circa 250 calorie per 100 grammi di prodotto. Ciò non deve spaventarci, infatti viene utilizzato in piccolissime quantità: “se impiegato in una dieta equilibrata e bilanciata non c’è di che preoccuparsi”, specifica la biologa nutrizionista.
Pepe, quali sono le sue proprietà?
Prima di addentrarci tra le motivazioni che fanno sì che ci si chieda se il pepe fa male, è bene soffermarsi sulle sue proprietà. In particolare, sottolinea la dottoressa Evangelisti, dobbiamo partire dagli effetti benefici sull’apparato gastrointestinale: “grazie alla presenza della piperina che favorisce la produzione di succhi gastrici e l’assorbimento di selenio, il pepe contribuisce attivamente all’azione digestiva e stimola il metabolismo.” Per le stesse ragioni, è molto utile in caso di diarrea, colite o stitichezza, nonché di meteorismo ed aerofagia.
In secondo luogo, abbiamo già evidenziato come il pepe sia una spezia ricca di antiossidanti: queste sostanze ritardano l’invecchiamento e contribuiscono alla prevenzione di alcune patologie dell’apparato cardiovascolare e tumorali, soprattutto nei casi di cancro al colon.
Sono numerose le ricerche che hanno evidenziato il ruolo dell’alimentazione in caso di alzheimer: a tal proposito la dottoressa Evangelisti aggiunge che anche il pepe può essere un prezioso alleato. “La piperina stimola le funzioni neurali del cervello ed è in grado, quindi, di potenziare la memoria e le funzioni cognitive. Un supporto prezioso per chi soffre di questa malattia.”
A questi benefici si aggiungono alcune azioni specifiche:
- Detossificante – dal momento che aumenta la minzione e la sudorazione, il pepe favorisce l’eliminazione delle tossine dall’organismo.
- Antibatterica e antinfiammatoria – è noto il potere del pepe di combattere efficacemente le infezioni, soprattutto quelle dell’apparato respiratorio, ma non soltanto. La sua azione è molto utile anche in caso di punture di insetti.
- Dimagrante – il pepe viene spesso consigliato nelle diete dimagranti perché, favorendo la liberazione di calorie da parte dell’organismo, ovvero quella che viene chiamata termogenesi, aiuta a bruciare un maggior numero di calorie.
- Antidepressiva – alcuni recenti studi suggeriscono che la piperina sia in grado di stimolare la produzione di endorfine a livello cerebrale.
Quali sono le controindicazioni dell’uso del pepe?
Sebbene il pepe abbia molti benefici, ci sono delle controindicazioni che vanno seguite con attenzione. “In primo luogo – spiega la dottoressa Evangelisti – l’uso di questa spezia è sconsigliato in caso emorroidi e cistiti, dato che aggrava di molto i sintomi e, nei soggetti sensibili, può addirittura scatenare il problema.”
Dal momento che si tratta di una spezia “piccante” che stimola la secrezione gastrica, è sconsigliato anche per chi soffre di reflusso gastroesofageo e, in genere, di problemi di stomaco come gastriti, ulcere o ipersensibilità gastrica.
“Prestiamo attenzione inoltre – sottolinea la biologa nutrizionista – alla possibile interferenza con alcuni farmaci che vengono assunti contro l’ipertensione. Nello specifico, l’alcaloide piperidina può aumentare i livelli attivi di alcune medicine come, per fare solo due esempi, l’antiasmatico teofillina o antiepilettico fenitoina.” In questi casi il consiglio della dottoressa è di confrontarsi prontamente con il proprio medico per sapere se continuare ad utilizzare il pepe in cucina oppure no.
Infine, è preferibile evitare il pepe in caso di problemi intestinali in corso, in gravidanza e allattamento, ed è sconsigliata anche la pratica di odorarlo con insistenza: uno starnuto è la più lieve delle possibili conseguenze che possono arrivare anche a gonfiori e difficoltà respiratorie.
Il pepe fa male?
Viste le proprietà e le controindicazioni, resta da rispondere alla domanda principale che in molti si pongono: il pepe fa male? “Facciamo subito chiarezza – spiega la dottoressa Evangelisti – il pepe non fa assolutamente male. Gli effetti negativi che questa spezia può avere sul nostro organismo sono solo quelli legati alle controindicazioni che abbiamo evidenziato.”
La questione probabilmente è una conseguenza del fatto che, in questi anni, il pepe è stato molto valorizzato proprio per le sue qualità, mentre poco spazio è stato dedicato a discutere i casi in cui sarebbe meglio evitarlo. “Si è diffusa – riflette la biologa nutrizionista – l’idea che più pepe si utilizza, meglio è. In realtà aggiungere il pepe ad ogni pietanza che si cucina ci espone al rischio di consumarne troppo.”
L’eccesso, come spesso accade, non è benefico: esiste anche un certo grado di tossicità attribuito al pepe. “Un effetto legato – specifica la dottoressa Evangelisti – alla presenza di alcuni terpeni potenzialmente cancerogeni. Ma niente panico: le quantità di pepe che utilizziamo per insaporire cibi e pietanze non rappresentano un pericolo, pur essendo sufficienti a beneficiare delle sue qualità.”
In conclusione, come per molti altri alimenti la regola da seguire è sempre la stessa: non abusare. “Se si seguono le dosi giuste, può fare solo bene”, conclude la dottoressa Evangelisti. E se siete curiosi di scoprire un’altra spezia spesso abbinata al pepe, vi consigliamo di leggere questo approfondimento a proposito della curcuma e delle sue proprietà. Sapevate quanto fanno bene?
2 risposte a “Il pepe fa male? Intervista alla nutrizionista”
Il pepe e’ molto dannoso per l’organismo. Infatti, a differenza del peperoncino, il pepe non e’ solubile e quindi la sua proprieta’ irritante si manifesta dovunque un granello di pepe si depositi, quindi su tutto l’apparato gastroenterico. Tenendo conto che praticamente tutta la popolazione oggi soffre di esofagite o gastrite o affezioni intestinali o emorroidi e ragadi anali, il pepe risulta nocivo per tutti. Il peperoncino al contrario, essendo solubile, viene assorbito a livello gastrico e, diluito nel sangue, provoca tuttalpiu’ un leggero disturbo epatico e intestinale. Parlo naturalmente, sia per il pepe che per il peperoncino, di dosi abitualmente consumate con i cibi.
Io non soffro né di esofagite né di gastrite né ho affezioni intestinali e nemmeno emorroidi e ragadi anali. Ciò premesso adoro il pepe e 20 anni fa, quando mi hanno diagnosticato l’ipertensione, l’ho praticamente sostituito al sale e l’ho aggiungo sempre ai cibi in modo abbondante. Speriamo bene! 🙂