SafeFood: dall’ENEA arriva un nuovo sistema contro le frodi alimentari

Elena Rizzo Nervo
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    Raggi infrarossi, dispositivi laser ultracompatti, prototipi hi-tech. No, non si tratta dell’ambientazione dell’ultimo colossal su un mondo post apocalittico, ma di tecnologie a tutela della salute, tra le quali si inserisce SafeFood, sistema contro le frodi alimentari progettato dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA), all’interno di TecHea-Technologies for Health, progetto triennale finanziato con quasi 4 milioni di euro.

    Per scoprire di cosa si tratta e come potrà contribuire alla sicurezza alimentare, abbiamo intervistato il prof. Luca Fiorani e la dott.ssa Adriana Puiu, ricercatori ENEA che stanno sviluppando SafeFood nel laboratorio di Frascati.

    Tecnologie per la salute: che cosa sono?

    Tutto nasce da TecHea-Technologies for Health (tecnologie per la salute), un progetto triennale finanziato con quasi 4 milioni di euro per la realizzazione di un’infrastruttura tecnologica che svilupperà prototipi utili per la tutela della salute. Come ci spiega Luca Fiorani, TecHea si fonda su tre strumenti:

    1. SafeFood: due prototipi compatti per analisi rapide della qualità dei prodotti alimentari.
    2. Un sistema per radioterapia basato su un acceleratore lineare compatto di elettroni, con generazione di raggi X secondari, per un efficace irraggiamento dei tumori al seno.
    3. Dosimetri clinici e sensori indossabili per il monitoraggio della radiazioni assorbite da personale esposto e da pazienti sottoposti a pratiche mediche.

    In questo articolo vogliamo concentrarci su SafeFood, progetto finanziato da ENEA che “ha destato l’interesse di sette piccole medie imprese e di un’importante autorità di controllo”, racconta il prof. Fiorani, a conferma della grande attenzione che l’Italia pone nei confronti delle frodi alimentari e della tutela della salute dei cittadini.

    Per frode alimentare si intende la produzione ed il commercio di alimenti non conformi alle normative vigenti, fenomeno grave e diffuso come abbiamo visto anche nell’intervista a Gian Carlo Caselli che ci ha spiegato il disegno di legge contenente “Nuove norme in materia di reati agroalimentari”. Tra le novità più interessanti della normativa, l’inserimento della tutela della salute del consumatore, ad esempio attraverso i reati di agropirateria, disastro sanitario e pubblicità ingannevole. Tutte proposte che, una volta divenute Legge, potranno trovare grande supporto in uno strumento come SafeFood. Ma in che cosa consiste esattamente?

    controlli alimentari

    Dusan Petkovic/shutterstock.com

    SafeFood: il sistema che controlla la qualità del cibo

    SafeFood è un sistema hi-tech contro le frodi alimentari basato sulla tecnica della spettroscopia laser fotoacustica. Tecnicamente viene sparato un fascio laser infrarosso sul campione da analizzare, modulandone l’intensità. Il campione si riscalda, si espande e genera un’onda di pressione a frequenza acustica che viene ascoltata come suono attraverso un trasduttore miniaturizzato”, ci spiega la dott.ssa Adriana Puiu, la ricercatrice ENEA che sta testando i prototipi. In pratica, SafeFood permette di analizzare molte sostanze, senza che le loro molecole vengano alterate, e ottenendo immediatamente i risultati per capire se si è di fronte a sostanze tossiche.

    Oggi non esiste nulla di simile in commercio, per cui potrebbe trattarsi di una vera e propria rivoluzione nei sistemi di controllo agroalimentari. Al momento il progetto è in fase di sperimentazione e sono in realizzazione due diversi prototipi: “Il prototipo per linea di produzione potrà essere utilizzato direttamente nella zona di produzione, all’interno dell’industria alimentare, o nel mercato all’ingrosso e sarà più versatile e potente, ma più complesso e voluminoso. Infatti prevediamo di installarlo in un carrello trasportabile in due grandi valigie”, ci spiega il prof. Luca Fiorani ricercatore ENEA e responsabile di SafeFood. “Il secondo prototipo sarà invece destinato alle analisi speditive (quindi idealmente utilizzabile da carabinieri, doganieri e finanzieri) e si baserà su un laser ultracompatto di ultima generazione, per cui sarà comodamente trasportabile in una valigetta”.

    Una tecnologia che potrà aiutare anche nella lotta al cosiddetto Italian Sounding, fenomeno che registra un fatturato di 90 miliardi di euro all’anno e una crescita del 70% negli ultimi 10 anni (Indagine 2018 – Assocamerestero). SafeFood, infatti, si può applicare ad alimenti di grande consumo come pesce, bibite e succhi di frutta, latte in polvere, olio d’oliva e vino. “Ad esempio, nel caso del tonno in scatola, il laser ha individuato la presenza di istamina, una molecola tossica che si forma quando il pescato è vecchio o conservato male. In questo modo è possibile bloccare la merce prima che raggiunga la vendita. Nel latte in polvere, invece, SafeFood è in grado di rilevare la contaminazione da melammina, una sostanza usata per produrre la plastica, ma capace di simulare il contenuto di proteine causando gravi danni renali nei neonati, mentre negli agrumi riesce a scovare infezioni da patogeno, ma si applica anche al vino, all’olio, ai succhi di frutta, ecc.”, ci spiega la dott.ssa Puiu.

    safe food progetto

    I vantaggi del sistema SafeFood

    Attualmente i controlli antifrode vengono fatti in laboratorio con analisi costose, lunghe e complesse che richiedono personale specializzato, tutte criticità a cui SafeFood promette di porre rimedio, poiché è facilmente trasportabile, veloce nell’elaborare i risultati e non richiede l’uso di reagenti chimici. Come sottolinea la ricercatrice ENEA, “stiamo lavorando per rendere i nostri dispositivi laser strumenti alla portata di chi deve garantire qualità e sicurezza degli alimenti: dalle imprese, alla grande distribuzione, fino agli organi ufficiali di controllo”.

    Fino ad oggi questo sistema hi-tech contro le frodi alimentari ha dimostrato di funzionare per molti tipi di campioni alimentari. E ora? “Occorre portarlo fuori dal laboratorio, realizzando prototipi più compatti. Toccherà poi al tessuto industriale italiano far tesoro dei nostri risultati ingegnerizzando e commercializzando i nostri prototipi per offrirli alle autorità di controllo”, auspica Luca Fiorani.

    Voi cosa ne pensate? Vi sentireste più sicuri nei vostri acquisti con un sistema di controllo alimentare fondato sulla tecnologia SafeFood?

    Giornalista pubblicista, Elena è nata a Bologna, dove vive e lavora. Per Il Giornale del Cibo si è sempre occupata di attualità, sana alimentazione e sostenibilità. Il suo piatto preferito é il Gâteau di Patate, "perché sa conquistare tutti, unendo gusto e semplicità". Per lei in cucina non può mancare una bottiglia di vino, "perché se c'è il vino c'è anche la buona compagnia".

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