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Ravioli, carne cruda, finanziera: 10 locali dove mangiare nelle Langhe

Giovanni Angelucci
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    Le Langhe sono una zona decisamente votata a quanto di buono l’Italia abbia da offrire: non solo vino, ma anche grandi tavole a cui sedersi per mangiare le eccellenze del territorio piemontese. Lo dimostra anche la decisione dell’Unesco di inserire la regione tra i patrimoni dell’umanità. E che sia una zona dedita all’esaltazione dell’enogastronomia su tutti i livelli lo denota una qualità media molto alta rintracciabile nei diversi e numerosi ristoranti nelle Langhe. Insomma, è difficile trovare una zona in Italia dove si mangi così bene come qui. Certamente, le scuderie dei valorosi vignaioli hanno dato un importante contributo nella valorizzazione del luogo e quindi della cucina: non dimentichiamo, per esempio, che ad Alba vive un Tre Stelle Michelin (Piazza Duomo di Enrico Crippa) grazie all’investimento della famiglia vinicola Ceretto, e che in totale sono ben 17 i ristoranti stellati della zona, tra cui il bistellato Antica Corona Reale a Cervere, la Ciau del Tornavento a Treiso, i locali della famiglia Alciati, All’Enoteca di Canale o La Madernassa a Guarene.

    Dove mangiare nelle Langhe: 10 locali imperdibili (secondo noi)

    Nelle Langhe c’è una serissima attenzione nei confronti della cucina piemontese tradizionale sovente espressa attraverso gli agnolotti al plin, i tajarin, la carne cruda all’Albese, l’insalata russa, il vitello tonnato, i brasati di carne e le grandi scorpacciate di tartufo (ma solo nella stagione giusta), presenti sempre anche negli stellati, figuriamoci nelle osterie e trattorie. Siete pronti a questo viaggio culinario?

    Per Bacco – La Morra

    per bacco osteria

    Fonte: www.pizzeriaperbacco.com

    Uno dei primi ristoranti che il sottoscritto, durante gli studi universitari a Pollenzo, ha visitato, facendone un appuntamento settimanale fisso. I piatti piemontesi sono diversi e a disposizione ma Per Bacco si sceglie anche e soprattutto per le deliziose pizze che il proprietario campano (e pizzaiolo doc) prepara insieme alla sua squadra. Il mio primo e unico grande amore è stato nei confronti della focaccia Pizzicotto, ormai non più in carta, ma se l’amorevole padrona di casa vorrà ricordare i bei tempi, è possibile acconsenta al “fuori menù”. Voto:  7 e 1/2.

    Circolo La Torre – Albaretto Torre

    W l’informalità, i menù enunciati oralmente, le signore che giungono al tavolo e vi servono dai vassoi colmi di invitanti preparazioni casalinghe tra cui insalata di carciofi, vitello tonnato, carne cruda. Non si perde tempo al Circolo, le signore in sala che si aggirano tra i tavoli sono di poche parole e concrete, soprattutto quando si tratta di mangiare… mi raccomando, non lasciate niente nel piatto (molto difficile che accada!). Voto: 7.

     

     

    Da Felicin – Monforte d’Alba

    da felicin monforte d'alba

    Questo locale ha ben 90 anni di età ed è una delle insegne storiche delle Langhe, nonché tra le più famose: chiunque abbia visitato almeno una volta la zona conosce Felicini. Che sia inverno o estate (piacevole il giardino in cui mangiare), la sala dai tavoli tondi avrà lo stesso effetto molto accogliente e vi predisporrà a un valido percorso sensoriale. Studiate bene il menù, ma una cosa è certa: ordinate i tajarin che qui vengono ancora preparati in casa, tagliati al coltello: di una finezza rara, commuovono all’assaggio. Voto: 8.

    Osteria da Gemma – Roddino

    Quasi più famoso del tristellato di Alba, la fama di Gemma giunge da lontano e arriva oltre confine. Lo sforzo di trovare un tavolo libero sarà ripagato dalla tipicità che vi verrà servita: infinite portate che iniziano con il salame pronto a essere tagliato dai commensali insieme a un buon bicchiere di vino della casa. In ordine più o meno sparso cominceranno ad arrivare antipasti piemontesi come insalata russa, vitello tonnato, carne cruda e tanto altro prima delle leggendarie paste fatte a mano. Non mangiate pane e contenetevi nelle porzioni perché il viaggio nelle mani di Gemma è impegnativo. Voto: 7.

    Dai Bercau – Verduno

    È sempre bello raggiungere Verduno e il suo parco con il belvedere. Dai Barcau c’è un menù del giorno che sprizza piemontesità da tutti i pori. Potrete optare per il percorso degustazione con quattro antipasti, due primi, due secondi e due dolci (forse troppo), oppure godetevi a piacimento i plin con sugo d’arrosto (spettacolo), la rolata di coniglio o anche un bel galletto. Innaffiate il tutto con Pelaverga, se volete rimanere estremamente in tema territoriale. Voto: 7 e -1/2.

    dai bercau

    Fonte: www.facebook.com/TRATTORIA-DAI-BERCAU-123233147707887

    Osteria Veglio – La Morra

    Nella frazione Annunziata,  ini uno dei paesi in cui si produce Barolo (La Morra), è situato quello che da molti è definito uno dei più bei ristoranti delle Langhe. Pranzare nella terrazza di questa osteria è un’esperienza da fare, ma ciò che più richiama l’attenzione è la squadra di giovani che gestiscono la ormai famosa insegna. La proposta riguarda una cucina solida e godibilissima, che ovviamente si esprime attraverso il Piemonte e la Langa tutta: dai classici ben fatti come ravioli del plin, carne cruda al coltello, lingua e una finanziera meritevole, fino ai piatti di pesce e altre scelte, come l’uovo con gli asparagi e la fonduta di parmigiano. Bravi ragazzi! Voto: 8.

    Tastè – Barbaresco

    Non è una semplice osteria, è molto di più, per l’evoluzione del concetto stesso del termine che ha realizzato pur mantenendo l’informalità e la tradizione. Tanti clienti, stranieri e non, giungono qui per assaporare i piatti creati con gli ingredienti di stagione provenienti direttamente dall’orto di proprietà e dalle aziende locali. Ubicata in Barbaresco, non può che offrire le migliori etichette dell’omonimo vino che accompagnano l’esperienza nelle diverse sale e salette dislocate su più piani. Anche qui c’è la possibilità di vivere la terrazza che affaccia sui più prestigiosi cru di Barbaresco. Voto: 8.

    tastè barbaresco

    La Terrazza da Renza – Castiglione Falletto

    Nel cuore delle Langhe, a pochi passi dai filari del Barolo, c’è un posto la cui cucina pare abbia fatto innamorare i tanti che da qui sono passati. Quella di mamma Renza: “senza fronzoli, senza pretese, con tanta passione. Non ci sono i primi e non ci sono i secondi, se c’è il sole fa caldo, se c’è il vento fa fresco, se piove ci si bagna perché siamo in Terrazza, come dice anche il nome! Si arriva, ci si siede, si ascolta il menù del giorno”. Voto: 7 e -1/2.

    Osteria del Vignaiolo – La Morra

    Pare proprio che La Morra si aggiudichi il premio di paesino delle Langhe con le insegne migliori. Qui, nella frazione di Santa Maria, si trova anche il piccolo e godereccio ritrovo del Vignaiolo, che è qui da tredici anni ad accogliere i buongustai di passaggio. Una gran bella selezione di Barolo accompagna le portate principali: il roseo vitello tonnato, il flan di zucchine, l’insalatina di coniglio. E poi le tagliatelle ai porcini, gli gnocchetti verdi al pomodoro, il risotto al raschera e le crespelle. Durante la stagione, ottimi i funghi fritti e valevoli lo stracotto all’arneis e la faraona disossata alle olive. Voto: 8.

    osteria del vignaiolo

    Fonte: www.facebook.com/pages/Osteria-Del-Vignaiolo/115541625188840

    La Ciau del Tornavento – Treiso

    Non c’entra molto con le insegne inserite finora (è l’unico stellato del gruppo), alle quali è però accomunato dal servire la migliore autenticità locale. La Ciau del Tornavento è un luogo assolutamente da visitare almeno una volta nella vita. Meta nota a tutti gli amanti del vino con la sua immensa cantina (la più grande e completa d’Italia), sorprende dando ritmo e brio ai grandi classici con piatti originali come i tortelli liquidi di cardi e acciuga. A disposizione i menù degustazione, con cui spaziare dalla tradizione assoluta alla cucina piemontese più moderna. In ogni caso non vorrete andar via. Voto: 9.

    Questi sono solo 10 locali e all’appello ne mancano almeno altrettanti capaci di esaltare le maestose Langhe… quali sono i vostri preferiti?

    Giornalista e gastronomo, collabora con numerose riviste e quotidiani che si occupano di cibo e viaggi tra le quali spiccano La Stampa, Dove e la Gazzetta dello Sport. I suoi piatti preferiti sono gli arrosticini (ma che siano di vera pecora abruzzese) e gli agnolotti del plin con sugo di carne arrosto. Dice che in tavola non può mai mancare il vino (preferibilmente Trebbiano Valentini o Barbaresco Sottimano).

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