Vicino a Bologna nasce un ristorante che accoglie contro ogni discriminazione: ecco Posto Ristoro
Un luogo dove si mangia bene, dove si scoprono nuovi sapori e dove ci si sente sempre a proprio agio. Questo è Posto Ristoro, ristorante aperto a giugno 2021 a Castenaso, a due passi da Bologna, da Eleonora, detta Nora, Tadolini. Qui si esprime la sua idea di cucina: sincera, creativa e attenta al territorio, ma soprattutto costruita sulla necessità di essere sempre accogliente per chi lavora e per chi mangia. Per farci raccontare come lavora questa brigata e perché Posto Ristoro è un locale dove l’inclusività è un concetto concreto abbiamo intervistato proprio la chef e ristoratrice emiliana.
Posto Ristoro, dove la buona cucina e l’inclusività sono di casa
Che l’Emilia-Romagna sia una Regione che ha fatto del buon cibo una delle cifre caratteristiche della sua identità è fatto noto. Così come è riconosciuta la grande sensibilità degli emiliano-romagnoli alle tematiche sociali, anche in ristorazione. Non è un caso che proprio qui, attorno al capoluogo, esistano locali capaci di coniugare un’eccellente proposta enogastronomica con i valori dell’inclusività e dell’etica applicata al settore del food.
Un esempio è senza dubbio La Lanterna di Diogene di Solaro di Bomporto che impiega ragazzi con disabilità e, allo stesso tempo, vanta il riconoscimento della Chiocciola della guida delle Osterie d’Italia di Slow Food. Ma non è il solo. Spostandosi a Sud lungo la via Emilia, infatti, troviamo Castenaso dove, da pochi mesi, è aperto Posto Ristoro.
“Per raccontare la sua storia voglio partire dal nome che è ispirato al bar della stazione del primo racconto di Pier Vittorio Tondelli in Altri Libertini. Il Posto Ristoro, in quel caso, è un locale che nella provincia emiliana accoglieva persone emarginate di tutti i tipi, sex worker, drogati, persone della comunità LGBTQI+, tutti” racconta Nora. “Ecco, per me Posto Ristoro significa creare un ristorante accogliente a 360° sia per le persone che lo popolano sia per quelle che lo fanno vivere.”
Posto Ristoro, dunque, è un luogo che raccoglie e sintetizza l’esperienza di Tadolini come chef in giro per il mondo, ma non solo. “Sono una donna, sono lesbica, e mi vesto in maniera visibile, non rispecchio un determinato modello femminile e questo mi ha segnata. Ho subito discriminazioni sia come ristoratrice sia come cliente e vorrei che questo non accadesse più a nessuno.”
Questa idea, forte, è condivisa con lo staff e rappresenta una piccola rivoluzione in un mondo, come quello della ristorazione, dove la maggioranza dei lavoratori sono uomini. “A volte nei ristoranti mancano l’empatia e la comprensione, da Posto Ristoro vogliamo accogliere più persone possibili: anche se non rappresenti uno standard, qui starai bene.”
Una cucina “delle idee e della memoria”, oltre i classici bolognesi
In pochi mesi, la cucina di Posto Ristoro ha saputo farsi conoscere e riconoscere per la forte spinta innovativa impressa da Tadolini e dal suo staff. Oggi propone tre menù degustazione – carne, pesce e vegetale – che sono frutto del mix tra l’esperienza anche internazionale della cucina, creatività e tradizione. “La città è satura di tagliatelle e tortellini, per questo puntiamo sui secondi e su materie prime non scontate. Non usiamo, per esempio, il maiale e limitiamo i prodotti di mucca, mentre pensiamo a piatti che possano rispondere alle esigenze del veganesimo o di chi soffre di intolleranze.”
Tra gli altri ingredienti dei menù troviamo la selvaggina, soprattutto il cervo dell’Appennino, il piccione dalla Romagna, le verdure dei mercati contadini della zona, il pesce bianco e azzurro dell’Adriatico. “La nostra scelta stilistica ed etica è di utilizzare ingredienti poco impiegati, che non si trovano facilmente al supermercato e che gli altri non usano tanto” svela la ristoratrice, che cita anche alcune contaminazioni che aggiungono sapori internazionali ai piatti come il mango o il coriandolo.
Posto Ristoro presenta la sua proposta gastronomica come una “cucina delle idee e della memoria”, che sintetizza proprio la ricerca di un equilibrio tra la tradizione in cui Tadolini e le sue collaboratrici sono cresciute e le sperimentazioni che nascono direttamente in cucina. “Cerchiamo di innovare ogni giorno e proporre qualcosa che faccia riflettere. Spesso partiamo da un nome e da lì si sviluppa un concetto che, infine, arriva in tavola in un piatto. Faccio il possibile” aggiunge la ristoratrice, “affinché le ragazze ci mettano del loro e si sentano apprezzate.”
Un ristorante che accoglie, anche in cucina
L’accoglienza e l’inclusività di Posto Ristoro è parte integrante dell’intera attività del ristorante. Si esprime nella cucina, nell’arredamento e nella gestione degli spazi, nei rapporti con il clienti, ma anche rispetto alla gestione del personale. “Il mondo della ristorazione è occupato quasi esclusivamente dagli uomini, noi abbiamo fatto una scelta diversa. Partendo dalla mia esperienza, ho voluto dare la precedenza a donne, ragazze e persone della comunità LGBTQI+. C’è chi mi critica per questa scelta, ma sono convinta di voler essere quello 0,00001% tra le attività della ristorazione che da spazio alle minoranze.”
La citazione e omaggio a Tondelli non è soltanto formale, ma molto profonda e personale. “Ha dato voce ai giovani del suo tempo e fatto capire che la cultura dev’essere compresa” riflette Tadolini, che cerca di imprimere con decisione questa urgenza al suo locale. “Ci teniamo che si capisca cosa succede a Posto Ristoro, cosa si mangia, dove si arriva. È un ristorante gourmet che sembra un’officina, dove talvolta nei piatti sconvolgiamo la forma oppure gli ingredienti, ma sempre conservando un denominatore comune che renda tutto ciò comprensibile a chi viene qui.”
Posto Ristoro è un ristorante diverso da solito, per chi passa da Castenaso una tappa è d’obbligo, citando ancora l’incipit del racconto di Tondelli, “sono giorni che ormai piove e fa freddo e la burrasca ghiacciata costringe le notte ai tavoli del Posto Ristoro”.
Lo conoscevate già?