Pane al carbone vegetale

Pane al Carbone Vegetale: fa male?

Adriana Angelieri

Ve ne abbiamo parlato giusto poco tempo fa: presente nei locali più cool, il pane al carbone vegetale è tra i food trend del momento. Oggi torniamo a parlarne a seguito dei fatti accaduti lo scorso 5 gennaio a Bari.
Il corpo forestale pugliese ha infatti denunciato 12 panificatori che dovranno rispondere di frode per commercio e produzione di alimenti con aggiunta di additivi chimici non autorizzati dalla legge. Il carbone vegetale, infatti, utilizzato sotto forma di colorante E153, secondo la normativa europea sugli additivi, aromi ed enzimi, andrebbe adoperato soltanto in alcuni prodotti alimentari, e con le dovute limitazioni.

Come documentano gli ingrandimenti che vedete qui sotto, relativi ai vari regolamenti della Commissione Europea, il carbone vegetale viene classificato come additivo colorante e, in quanto tale, è vietato il suo impiego in determinati alimenti che per legge non possono contenere coloranti, tra questi: il pane.

 Sandwich Pane Nero

Cosa dice il Ministero della Salute?

Il Ministero della Salute a proposito di “pane nero”, ovvero un pane realizzato con l’aggiunta di carbone vegetale/carbone attivo, commercializzato con l’indicazione “pane, focaccia o pizza al carbone vegetale”, per fare chiarezza in una nota sottolinea che la sola produzione di “panetteria fine” può essere denominata tale e contaminata dalla sostanza in questione (grissini/crackers… al carbone vegetale). Non è possibile denominare e fare riferimento al “pane”, nell’etichettatura e nella pubblicità del prodotto che, inoltre, non può assolutamente vantare alcun effetto benefico per la salute. Ecco i 3 punti definiti dal Ministero:

1) È ammissibile la produzione di un prodotto della panetteria fine’ denominato come tale, che aggiunga agli ingredienti base (acqua, lievito e farina), tra gli altri, anche il carbone vegetale come additivo colorante e nelle quantità ammesse dalla regolamentazione europea in materia (Reg. CE 1333/08 All. II Parte E).

2) Non è ammissibile denominare come “pane” il prodotto di cui al punto 1, né fare riferimento al “pane” nella etichettatura, presentazione e pubblicità dello stesso, tanto nel caso in cui trattasi di prodotto preconfezionato quanto nel caso di prodotti sfusi (Articolo 18, Legge 580/67).

3) Non è ammissibile aggiungere nell’etichettatura, presentazione o pubblicità del prodotto di cui al punto 1 alcuna informazione che faccia riferimento agli effetti benefici del carbone vegetale per l’organismo umano, stante il chiaro impiego dello stesso esclusivamente quale additivo colorante.

 

Ma quindi, il carbone vegetale fa bene o male?

Pane al carbone vegetale fa male

Il punto è che il carbone vegetale, come sottolinea il Ministero della Salute, è un elemento polivalente che può essere utilizzato nei prodotti alimentari sia come colorante (E153) e/o come sostanza attiva che grazie a caratteristiche come la porosità apporta particolari effetti benefici per la salute dei consumatori.

Queste miracolose proprietà, però, nel caso in cui questo venga utilizzato in quantità minime, (per dare solo colore all’impasto) sembrano non avere gli effetti tanto pubblicizzati. Soltanto gli integratori alimentari a base di carbone attivo, sono in grado di darci una mano in caso di: gonfiore, flatulenza e cattiva digestione. In questo caso, parla chiaramente il regolamento dell’Unione Europea relativo alla compilazione di un elenco di indicazioni sulla salute.

Nel documento, inoltre, si fa riferimento ad una precisa indicazione: la sostanza può essere definita rimedio contro un’eccessiva flatulenza post-prandiale “solo per un alimento che contiene 1g di carbone attivo per porzione quantificata. L’indicazione va accompagnata dall’informazione al consumatore l’effetto benefico si ottiene con l’assunzione di 1g almeno 30 minuti prima del pasto e di 1g subito dopo il pasto.

Quindi, se siete produttori di crackers al carbone vegetale, essendo questi considerati prodotti di panetteria fine, potete tranquillamente utilizzare il famoso colorante, ma attenzione a non vantare miracolose proprietà benefiche se il prodotto non contiene le quantità giuste.

A questo punto, se avete problemi di digestione e gonfiore, nell’attesa che si faccia più chiarezza sulla questione, fatevi una calda tisana al finocchio!

 

 

Siciliana trasferita a Bologna per i tortellini e per il lavoro. Per Il Giornale del Cibo revisiona e crea contenuti. Il suo piatto preferito può essere un qualunque risotto, purché sia fatto bene! In cucina non devono mancare: basilico e olio buono.

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