Orange Figer

Orange Fiber, l’azienda che trasforma gli scarti di agrumi in vestiti

Angela Caporale
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    Tessuti di alta qualità ma creati a partire dagli scarti della filiera agrumicola: un modo per valorizzare contemporaneamente il Made in Italy e la sostenibilità. Questa è stata l’intuizione di Adriana Santanocito, specializzata in fibre tessili innovative e founder, insieme a Enrica Arena, di Orange Fiber, un’azienda nata nel 2014 – immaginata a Milano, ma realizzata a Catania – che si occupa della produzione di fibre e tessuti a partire dagli scarti degli agrumi. “L’idea è stata quella di utilizzare un prodotto simbolo della Sicilia da cui entrambe veniamo”, ci racconta Arena, che abbiamo intervistato per conoscere meglio questa realtà innovativa, “unirlo a quanto stavamo studiando a Milano per creare qualcosa che potesse portare innovazione e raccontare una storia diversa della nostra terra.” 

    Orange Fiber: dalle arance ai capi di Ferragamo

    Scarti di arance

    Orange Fiber

    Ogni anno, in Italia, la filiera degli agrumi produce una quantità compresa tra 700.000 e 1 milione di tonnellate di scarti, che le aziende si trovano a dover smaltire con un costo economico e ambientale piuttosto alto. “Quel che rimane dopo la spremitura è circa il 60% del peso originario: tolti gli oli essenziali e la polpa degli agrumi, resta tutto ciò che non è commestibile e non ha utilità.” Orange Fiber, invece, propone un’alternativa, partendo da questo sottoprodotto per dargli nuova vita: non soltanto un’azione di riciclo, ma di quello che tecnicamente viene chiamato “upcycling”, ovvero un processo di riuso e conversione migliorativi a partire da materie di scarto. 

    Lo sviluppo di Orange Fiber ha preso avvio dal progetto di tesi di Santanocito e, in seguito, dalla collaborazione con il laboratorio di Chimica dei Materiali del Politecnico di Milano, grazie al quale è stato possibile brevettare un processo che consente di sfruttare le potenzialità del “pastazzo” per l’estrazione della cellulosa di agrumi, da cui realizzare un filato che può essere tessuto, tinto e confezionato. Enrica Arena ci spiega che, attualmente, l’azienda assorbe una parte del sottoprodotto di alcune realtà che si occupano della spremitura degli agrumi in Sicilia e fornisce ai brand e alle case di moda italiane un prodotto innovativo, sostenibile “e che ha in sé dei valori positivi stimolando il ricorso all’economia circolare. Di fatto, non andiamo a far crescere della materia prima apposta, ma utilizziamo quella già a disposizione senza dover destinare ulteriore risorse ad essa.”

    Conscious Exclusive di orange Fiber

    orangefiber.it

    In pochi anni di attività, i tessuti di Orange Fiber sono già finiti in passerella e nei negozi. Nel 2017, infatti, è stata presentata la Ferragamo Orange Fiber Collection, una intera collezione realizzata con i tessuti realizzati con gli agrumi intrecciati insieme ad altre fibre a firma della storica casa di moda fiorentina. Nel 2019, invece, un top realizzato con Orange Fiber è stato inserito nella Conscious Exclusive di H&M, una collezione speciale del brand svedese interamente dedicata ai materiali sostenibili e innovativi.

    Come nascono i tessuti di Orange Fiber

    Tessuti Orange Fiber

    orangefiber.it

    La lavorazione del sottoprodotto agrumicolo prevede diverse fasi: “dalle aziende che si occupano della spremitura di arance e di limoni prendiamo lo scarto e lo lavoriamo nel nostro impianto in Sicilia, dove viene trasformato in cellulosa per il tessile. Grazie alla partnership con altri produttori, questo materiale prende la forma del fiocco, come accade per il cotone, oppure del filato e, insieme ad alcune aziende del comasco, viene creato il tessuto.”

    La fondatrice ci spiega che la ricerca è stata atta a sviluppare un prodotto che, dal punto di vista della consistenza, ricordasse la seta: “è impalpabile, lievemente lucida, perché volevamo che si avvicinasse al mondo dell’alta qualità e del lusso.” Ma sono le aziende che, partendo dal tessuto che ha colore neutro, poi sviluppano un’idea creativa e una stampa e confezionano il capo finito. 

    “Dal canto nostro”, continua Enrica Arena, “possiamo a partire dalla stessa materia prima sviluppare anche tessuti più vicini al mondo della camiceria, facendo dei mix con il cotone, prediligendo quello biologico, oppure a quello delle textures elasticizzate.” Orange Fiber è versatile e, di fatto, va ad offrire un’alternativa sostenibile ed ecologica ad un’industria, quella della moda, che ha un drammatico impatto ambientale, in particolare per via delle emissioni di gas serra e del consumo idrico legato alla produzione.

    Un crowdfunding per aumentare velocità e produttività

    Fili Orange Fiber

    Orange Fiber

    L’obiettivo per il futuro è quello di aumentare la produttività. “Già prima dell’emergenza per il Covid-19, era emersa l’importanza del tema della sostenibilità e quanto questa orientasse le scelte delle persone. Le aziende sono più attente a includere prodotti di questo tipo nelle loro strategie di approvvigionamento.” È cambiato, in questi anni, anche il modo in cui Orange Fiber viene visto sul territorio siciliano: “all’inizio eravamo delle visionarie, e le prime aziende a cui si proponevamo erano perplesse”, ricorda la fondatrice, “adesso che abbiamo avuto modo di dimostrare le potenzialità e l’utilità del prodotto c’è sempre maggiore disponibilità, apertura e curiosità.”

    Nel 2019, l’azienda ha lanciato una campagna di equity crowdfunding che ha permesso di raccogliere 650.000 € per aumentare la capacità di produttiva. “Questo è il tema su cui stavamo lavorando quando è subentrata la crisi del Coronavirus, che ha bloccato le attività di produzione in piena campagna agrumaria. Speriamo di riprendere presto, e l’obiettivo è produrre, entro il 2021, 60 tonnellate all’anno di tessuto da agrumi e consolidare partnership lungo tutta la filiera, per renderlo disponibile il più velocemente possibile. I prodotti realizzati fino ad ora sono andati sold out molto in fretta, e ci dispiace che non ci sia abbastanza materiale per produrne di più e renderlo più accessibile”. 

     

    Immaginavate che fosse possibile produrre tessuti a partire dagli agrumi?

    Angela, con passaporto friulano e cuore bolognese, vive a Udine e si occupa di giornalismo e comunicazione in ambito culturale e sociale. Ha pubblicato due libri e dal 2016 collabora con Il Giornale del Cibo, dove scrive di sostenibilità, sociale e food innovation. Il suo comfort food sono i tortelloni burro e salvia, per i quali ha imparato a fare la sfoglia, condividendoli ogni volta che ne sente il bisogno.

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