Mangiare la pizza fa male? Risponde la nutrizionista

Angela Caporale
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    Puoi togliere tutto agli italiani, ma non la pizza. Margherita, marinara, quattro stagioni o più elaborata, nel Belpaese la pizza è un’istituzione, tutelata anche dall’UNESCO e molto spesso il piatto preferito. Peccato che, talvolta, subentrino i sensi di colpa e ci si chieda se mangiare la pizza spesso faccia male, se faccia ingrassare oppure se è meglio consumarla a pranzo piuttosto che la sera. 

    Gli specialisti del settore non si stancano mai di ripetere che mangiare non dovrebbe in alcun modo diventare una fonte di ansia e seguire una dieta sana non dovrebbe essere una fonte di preoccupazione: abbiamo deciso, per questo, di fare luce sulla questione con l’aiuto di un’esperta. Abbiamo chiesto alla dottoressa Francesca Evangelisti, biologa nutrizionista, di rispondere a queste domande per aiutarci a capire quando e come mangiare la pizza in serenità, godendoci uno sfizio a cui non dobbiamo rinunciare.

    pizza margherita

    V. Matthiesen/shutterstock.com

    Mangiare la pizza fa male? Un alimento completo, ma non equilibrato 

    È importante non demonizzare alcun alimento, sottolinea la dottoressa Evangelisti spiegandoci che no, mangiare la pizza non fa male in senso assoluto, ma è importante imparare a riconoscere il piatto nel suo complesso. La pizza, in particolare, è un alimento completo, ma non perfettamente equilibrato. Ci spiega, infatti, che la pizza offre tutti i macronutrienti che devono far parte di un pasto bilanciato:

    • carboidrati dalla pasta a base di farina di frumento o altri cereali che forniscono energia al nostro organismo,
    • proteine date dalla mozzarella che offre anche calcio, importante per le ossa,
    • grassi come l’olio di oliva, che offre acidi grassi monoinsaturi,
    • fibra presente nel pomodoro, ricco di vitamina C e antiossidanti, ovvero licopene).

    Inoltre, anche il basilico usato nella pizza  è prezioso perché ricco di vitamina A e altri antiossidanti”. 

    Quali condimenti per una pizza “equilibrata”?

    Tuttavia, una pizza contiene elevate quantità di grassi e carboidrati, a sfavore delle proteine e della fibra. “Per raggiungere un corretto apporto di questi ultimi – consiglia la dottoressa – sarebbe opportuno condirla con verdure e una ulteriore fonte proteica, per esempio tonno, ma evitando alimenti come carni o affettati grassi”. 

    L’intervistata aggiunge che sarebbe importante, per rendere la pizza più adatta come pasto, ridurre l’apporto di grassi sostituendo la mozzarella con ricotta o parmigiano fuso, o al massimo diminuendone le dosi. “La mozzarella infatti, se da un lato risulta essere un’ottima fonte proteica, dall’altro apporta una certa quantità di grassi che superano normalmente le quantità raccomandate, dato che viene spesso usata in quantità eccessive. Penso al fatto che, nella mia esperienza, capita spesso che i pazienti siano abituati a consumare pizza con doppia mozzarella”. 

    farina per pizza

    Syda Productions/shutterstock.com

    Mangiare la pizza fa ingrassare?

    Non possiamo dire, dunque, che mangiare la pizza faccia male, però abbiamo visto come con pochi accorgimenti possa diventare un pasto più leggero ed equilibrato nella dieta. In molti si domandano se, in particolare, la pizza faccia ingrassare. Per rispondere a questa domanda, la dottoressa Evangelisti parte dell’apporto calorico: “una pizza media ha circa 700 calorie, dovute alla gran quantità di farina usata nella preparazione, alla presenza di olio di oliva e ancora una volta alla mozzarella”, spiega. Consumata troppo frequentemente può, quindi, portare a un aumento di peso e non è indicata per chi vuole seguire un regime ipocalorico.

    La pizza è inoltre un alimento molto ricco di sale: “se si mangia pizza la sera, avvertiamo una forte sete durante tutta la notte e anche la mattina successiva”. In genere, infatti, come spiega la dottoressa, viene usata una grande quantità di sale per rendere la pizza più appetibile, ma la regola sarebbe quella di rispettare la quantità giornaliera raccomandata dall’OMS che è pari a 7 grammi per chilo di farina. 

    Attenzione alla cottura

    Un’ulteriore criticità legata al consumo della pizza è la sua cottura: “le parti bruciacchiate contengono sostanze cancerogene, per cui ogni traccia di “nero” sulla crosta della pizza non dovrebbe essere mangiata”. La soluzione migliore, in questo caso, sarebbe regolare la cottura al fine di evitare la formazione di tali bruciature, per esempio spostando la pizza ed evitando che parti di essa vengano a contatto rapidamente con zone del forno più calde che determinano, appunto, la formazione delle tipiche bruciature.

    Via libera alla pizza ogni tanto, meglio se preparata in casa

    pizza fatta in casa

    Manu Padilla/shutterstock.com

    La nutrizionista rassicura tutti gli appassionati, affermando che “una pizza ogni tanto non fa male, ma va sottolineato che se la prepariamo a casa, con degli accorgimenti, possiamo mangiarne anche qualcuna in più”. Per avere buone caratteristiche nutrizionali, la pizza deve innanzitutto essere ben digeribile. A tal proposito, la dottoressa suggerisce di preparare (o optare per) pizze con farine integrali o diverse da quelle utilizzate solitamente, scegliendo anche pseudocereali come il grano saraceno e farine di origine vegetale, per esempio a base di soia, che offrono un maggior apporto proteico. 

    Bisogna avere un occhio di riguardo anche nei confronti degli altri ingredienti: è infatti opportuno scegliere pomodoro di stagione e a cottura lenta, al fine di aumentare la biodisponibilità degli antiossidanti presenti in questo alimento: “se si mangia la pizza una volta ogni tanto – aggiunge la dottoressa – si può scegliere il gusto che si preferisce, ma è sempre bene ricordare che essa può costituire un piatto unico in grado di darci tutti i nutrienti di cui abbiamo bisogno. Evitando condimenti grassi, possiamo limitare i danni”.

    Quando la pizza è proprio da evitare?

    Ci sono, infine, dei casi in cui mangiare la pizza spesso può fare male, per esempio se si soffre di diabete, per via dell’impatto che questo alimento ha sulla glicemia. “Tenendo conto che tutto dipende dal tipo e dalla severità del disturbo, – specifica l’intervistata – quando un diabetico mangia pizza sarebbe opportuno che optasse per farine integrali, che modulano in maniera diversa la glicemia rispetto a quelle raffinate”. 

    È bene prestare attenzione anche in caso di gastrite, per via della combinazione tra pomodoro e mozzarella, che può essere difficile da digerire. Infine, “anche chi soffre di sindrome del colon irritabile dovrebbe stare attento al consumo di pizza, un alimento che può scatenare l’insorgenza dei sintomi tipici di questo disturbo, specie il gonfiore addominale, che risulta pertanto accentuato”.

     

    Sapevate come rendere la pizza più digeribile ed equilibrata? 

     

    Passaporto friulano e cuore bolognese, Angela vive a Udine dove lavora come giornalista freelance. Per Il Giornale del Cibo scrive di attualità, sociale e food innovation. Il suo piatto preferito sono i tortelloni burro, salvia e una sana spolverata di parmigiano: comfort food per eccellenza, ha imparato a fare la sfoglia per poterli mangiare e condividere ogni volta che ne sente il bisogno.

    4 risposte a “Mangiare la pizza fa male? Risponde la nutrizionista”

    1. Claire ha detto:

      Buongiorno Dottoressa
      La pizza base focaccia con bresaola rucola e grana condita con olio e sale va bene come Pizza? La consiglia? Grazie Claire

      • Redazione ha detto:

        Buongiorno Claire,
        i nostri articoli forniscono informazioni di carattere generale. Ogni consiglio dipende, quindi, dalla sue specifiche esigenze e dalle sue condizioni di salute, per cui le suggeriamo di rivolgersi al suo medico di fiducia. Grazie.

    2. pippo ha detto:

      Salve, la pizza con tonno e cipolla fa bene?
      Gentilissima!!!

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