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Mangiare in compagnia: quali sono i benefici?

Angela Caporale
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    Quando mangiamo in compagnia siamo più felici e più produttivi. Tra le molte ragioni per evitare di trascorrere la pausa pranzo davanti al pc, dunque, dobbiamo aggiungere anche quella psicologica: alcuni studi, infatti, dopo aver dimostrato che pranzare davanti al computer può avere conseguenze sulla salute, hanno fatto emergere come condividere il pasto ci renda molto più felici. Ecco perché sempre più aziende puntano sul Social Eating, incoraggiando i dipendenti a trascorrere insieme la pausa pranzo, chiacchierando e condividendo questo momento della giornata lavorativa, riconoscendone l’importanza per il benessere a 360 gradi.

    studio mangiare insieme fa bene

    fotoNino/shutterstock.com

    Mangiare insieme fa bene: ci rende più felici e più sani

    È un sondaggio di Oxford Economics a rilevate come mangiare in solitudine con continuità possa renderci tristi. Su un campione di 8.250 cittadini britannici, infatti, i ricercatori hanno osservato che le persone che sono abituate a trascorrere i pasti da sole hanno un rating di felicità di 7,9 punti inferiore rispetto alla media nazionale. Al contrario, chi è abituato a condividere questo momento è, complessivamente, più felice, ma anche più soddisfatto della propria vita.

    Ciò perché condividere il pasto ha un valore su più piani. Dal punto di vista nutrizionale, per esempio, rappresenta uno stimolo a preparare piatti più bilanciati e completi piuttosto che accontentarsi di un semplice panino o piatto pronto al volo. Uno studio del 2018 pubblicato sulla rivista Obesity Research & Clinical Practice, ha evidenziato come chi mangia da solo ha la tendenza ad aumentare maggiormente di peso, con tutti i rischi per la salute che sovrappeso e obesità comportano.

    Ma ancor più interessanti sono gli studi realizzati coinvolgendo le famiglie: secondo una ricerca pubblicata sul Journal of Family Psychology, i bambini che mangiano più spesso con i genitori hanno un miglior rendimento scolastico, mentre un altro studio pubblicato sul Journal of Developmental & Behavioral Pediatrics ha evidenziato come, rispetto ai coetanei, sono più sani e hanno meno problemi comportamentali.

    Aziende e ricercatori si sono domandati se, quindi, puntare su una pausa pranzo condivisa tra i lavoratori possa fare la differenza. I primi studi in merito sembrano dar loro ragione. Vediamo perché.

    mangiare insieme

    Syda Productions/shutterstock.com

    La buona pausa pranzo al lavoro è in compagnia

    I ricercatori della Cornell University di Ithaca, New York hanno condotto un’analisi seguendo, per 15 mesi, i vigili del fuoco di oltre 50 stazioni. L’obiettivo era comprendere quali fossero le relazioni tra la condivisione dei pasti e l’efficacia del lavoro di gruppo, per questo sono state comparate le performance dei gruppi abituati a trascorrere insieme la pausa pranzo e quelli che, invece, mangiano da soli. I risultati sono stati molto chiari: i gruppi che condividono il cibo sono stati molto più efficienti degli altri.

    “Dal nostro studio – commenta Kevin Kniffin, professore di economia alla Charles H. Dyson Cornell University e autore dello studio –  è risultato che la condivisione dei pasti favorisce la tendenza alla collaborazione, promuovendo proprio per questo l’armonia del team. Mangiare insieme è un modo per conoscere meglio gli altri e rafforzare le relazioni tra i membri di un gruppo”. Per questo, i ricercatori suggeriscono che quanto emerso da questa ricerca possa essere applicato anche a tutti i contesti aziendali.

    Dal punto di vista delle aziende, incoraggiare la condivisione dei pasti – ad esempio predisponendo aree apposite come mense o caffetterie – implicherebbe un beneficio anche dal punto di vista economico. I lavoratori che mangiano in compagnia sono più produttivi, lavorano meglio in team e contribuiscono ad una migliore performance aziendale.

    Attorno al tavolo del pranzo, i colleghi imparano a conoscersi meglio, scambiarsi idee e opinioni, condividere preoccupazioni o proposte: tutte attività semplici e quotidiane che, giorno dopo giorno, aiutano a stare meglio insieme e anche a lavorare con maggiore efficacia. Il cibo ha, storicamente, un profondo valore sociale e funziona come un vero e proprio collante anche sul posto di lavoro.

    Social eating: quali sono le aziende dove già si applica?

    Riconosciuto il valore della condivisione della pausa pranzo, sono diverse le aziende che già promuovono pratiche di “Social Eating”, ovvero la condivisione dei pasti con l’obiettivo di favorire il team building. Nel 2018, un’azienda canadese, la President’s Choice, ha lanciato una vera e propria campagna di marketing per persuadere i lavoratori a ricominciare a mangiare insieme. È stato realizzato un video che permette di seguire la storia di una ragazza attraverso i molti momenti condivisi con la famiglia, con gli amici e con gli affetti sin dalla nascita, tutti scanditi dalla condivisione del cibo fino ad arrivare al momento del pranzo a lavoro. Qui alla giovane resta un panino da mangiare davanti al pc con le cuffiette nelle orecchie, la domanda che l’azienda pone è: “siamo cresciuti mangiando insieme. Perché smettere?”

    Il team AR / VR di Google, per esempio, non solo condivide il pasto, ma spesso partecipa a pranzi a tema in cui si è chiamati anche a cucinare, mentre i dipendenti di Etsy, la famosa piattaforma di ecommerce per l’artigianato e l’handmade, si danno appuntamenti periodici per mangiare insieme scoprendo le cucine del mondo. La condivisione dei pasti è facilitata, naturalmente, quando sono presenti mense aziendali all’interno delle quali il management propongono delle aree di discussione tematiche proprio per facilitare la conoscenza reciproca anche nelle aziende più grandi, mentre in altri casi vengono proposti dei corner che propongono diverse tipologie di menù. L’idea è non soltanto quella di scegliere il pasto vegetariano, oppure quello leggero, ma anche di scambiare due parole con chi ci si trova accanto proprio a partire dai piatti proposti.

    Non solo le aziende, ma anche i coworking si stanno attrezzando per stimolare e coinvolgere i lavoratori indipendenti a condividere questo momento della giornata. A Milano, per esempio, sono diversi quelli che hanno unito lo spazio per lavorare alla ristorazione come la Santeria, Barra A, Upcycle, Open. In molti, come Impact Hub Milano ma non soltanto, organizzano anche appuntamenti culinari fissi per permettere ai coworker di conoscersi, “sfruttando” la cucina dello spazio dove tutti i giorni si trovano per lavorare.

     

    Voi siete abituati a mangiare in compagnia o da soli?

    Passaporto friulano e cuore bolognese, Angela vive a Udine dove lavora come giornalista freelance. Per Il Giornale del Cibo scrive di attualità, sociale e food innovation. Il suo piatto preferito sono i tortelloni burro, salvia e una sana spolverata di parmigiano: comfort food per eccellenza, ha imparato a fare la sfoglia per poterli mangiare e condividere ogni volta che ne sente il bisogno.

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