Ristorazione collettiva lockdown

Intervista a Chiara Nasi su lockdown e ristorazione collettiva: “Nuovi strumenti e nuovi canali, per tornare a offrire servizi di qualità”

Elena Rizzo Nervo
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    Il mondo della ristorazione collettiva è tra quelli maggiormente coinvolti dagli effetti sociali ed economici della pandemia. Da un lato c’è la chiusura delle scuole, e di conseguenza delle mense scolastiche, dal 5 marzo, a cui è seguita la sospensione di molti servizi di ristorazione aziendale e commerciale, interessati dal Dpcm dell’11 marzo che, di fatto, ha dichiarato tutta Italia “zona rossa”. Dall’altro, troviamo le mense ospedaliere e sanitarie i cui operatori hanno dovuto riorganizzarsi velocemente e con grandi sforzi per continuare a garantire un servizio essenziale in un periodo in cui sono aumentati enormemente anche i ricoveri in ospedale. 

    Come ripartire ora, in un scenario completamente mutato, che richiede, quindi, risposte nuove? Carlo Scarsciotti di Oricon, nell’intervista che abbiamo dedicato all’approfondimento dell’impatto del coronavirus sulla ristorazione collettiva, ha sottolineato come sia importante che le aziende del settore siano sostenute dalle misure governative e che continuino a lavorare, in sicurezza, e a offrire un servizio essenziale per la collettività, anche attraverso nuove modalità.

    Agli albori della fase 2 abbiamo quindi dato voce a CIRFOOD, una delle aziende protagoniste della ristorazione collettiva in Italia e all’estero, per capire come sta affrontando questo nuovo percorso: ecco l’intervista alla Presidente Chiara Nasi.

    Lockdown e ristorazione collettiva: intervista a Chiara Nasi
    Chiara Nasi Presidente CIRFOOD

    CIRFOOD è un’impresa cooperativa nata negli anni ‘70 e oggi presente in 17 regioni italiane, che fornisce oltre 100 milioni di pasti ogni anno, grazie al lavoro di 13 mila persone di cui il 90% è donna. Ripartire significa quindi, sia garantire un servizio, sia tutelare il lavoro, ecco perché abbiamo voluto approfondire il tema del coronavirus e dell’impatto del lockdown sulla ristorazione collettiva intervistando Chiara Nasi.

    La situazione dell’Italia in seguito alla diffusione del coronavirus, sta avendo numerose conseguenze, non solo da un punto di vista sanitario e umano, ma anche rispetto all’impatto economico. Il settore della ristorazione collettiva e commerciale è certamente tra i più coinvolti: ci racconta cosa sta avvenendo nei ristoranti gestiti da CIRFOOD e come state affrontando questo periodo?

    Chiara Nasi: “Fin dall’inizio dell’emergenza, CIRFOOD si è impegnata a tutelare la salute dei propri lavoratori e dei propri clienti e a garantire, con la massima attenzione e responsabilità, la continuità dei servizi di ristorazione laddove necessari e presso tutte le aziende in attività. In particolare, grazie all’impegno dei nostri colleghi, CIRFOOD sta continuando ad assicurare il servizio sia nelle oltre 240 strutture ospedaliere e socio – sanitarie in cui opera in tutta Italia (19 delle quali hanno convertito in tutto o in parte la propria struttura alla cura specifica di pazienti affetti da COVID-19) sia in più di 200 aziende.

    Tra le soluzioni che abbiamo adottate per garantire il servizio nella massima sicurezza lungo tutta la “costumer journey: ingressi contingentati grazie a tecnologie che permettano alle persone di arrivare solo quando è possibile accedere al ristorante, realizzazione di strutture in plexiglass divisorie, utilizzo di materiali mono uso, possibilmente compostabili, e implementazione di metodi digitali di pagamento, i cosiddetti “smart payment”. Infine abbiamo lavorato per offrire modalità alternative di consumo, potenziando il servizio di lunch box e di delivery disponibile da lunedì a domenica (pranzo e cena). 

    Servizi food delivery sicuri

    Andrew Angelov/shutterstock.com

    Stiamo inoltre rispondendo concretamente alla necessità dei Comuni attraverso la distribuzione di pasti a domicilio ad anziani (8%) e persone in quarantena (41%), e di consegna di materie alimentari ad indigenti (51%) Non solo, grazie al know how della nostra divisione BluBe, specializzati in buoni pasto per aziende, siamo stati in grado di offrire una soluzione rapida ai Comuni che devono distribuire Buoni Spesa a chi è in difficoltà.

    Tra i temi più stringenti al momento, resta però il proseguire della chiusura delle scuole e l’impatto che questo genererà sull’occupazione femminile e sulla formazione dei più piccoli. Da una parte, la chiusura delle scuole rappresenta una grossa problematica soprattutto per l’occupazione femminile (il 90% dei 13000 dipendenti CIRFOOD è donna) a causa di un gap culturale che l’Italia deve ancora colmare. Alla riapertura delle attività produttive, con i bambini a casa da scuola, si dovranno trovare delle soluzioni concrete che consentano alle mamme di poter tornare al lavoro.

    Dall’altra, si sta creando un vuoto nel percorso di educazione alimentare dei bambini perché il pasto ha un importante valore sociale e nutrizionale. Purtroppo, non tutte le famiglie riescono a garantire una dieta sana e bilanciata, per motivi economici o culturali. Da anni CIRFOOD, oltre ad offrire ogni giorno pasti sani ed equilibrati, è impegnata in iniziative concrete di educazione al gusto e al valore del cibo molto importanti per la formazione degli “adulti di domani”.

    Proprio per essere vicini a queste famiglie e aiutarle nel quotidiano, abbiamo quindi deciso di sviluppare il progetto #CIRFOODConTe, un portale web con ricette, curiosità, approfondimenti sui temi del cibo e della nutrizione. Ogni settimana, sul sito, si potranno trovare nuove ricette facili da realizzare nella propria cucina, informazioni e curiosità sul mondo della sostenibilità e del benessere, ma anche tante attività e consigli per i più piccoli con giochi e suggerimenti su buoni e sani stili di vita”.

    #CIRFOODConTe

    Pur nella difficoltà del momento, il mondo della ristorazione ha voluto cogliere l’occasione per attuare azioni di solidarietà e di contrasto allo spreco alimentare, attraverso donazioni di cibo. Anche CIRFOOD si è distinta per il suo impegno: ci racconta quali iniziative state portando avanti?

    C.N.: “Esattamente, come #CIRFOODconTe, sentiamo il dovere di non lasciare nessuno indietro, tenendo fede a uno dei principali valori dell’impresa: la responsabilità sociale. Tra le altre iniziative portate avanti, possiamo menzionare:

    1. Il supporto ad Associazione Solidarietà “progetto Azione Solidale”, con cui collaboriamo già da diverso tempo. Siamo riusciti a donare a enti caritatevoli circa due tonnellate di materie prime, utilizzate per la preparazione di oltre 2500 pasti per i più bisognosi, anche grazie al supporto generoso dei nostri fornitori e alla nostra piattaforma Quanta Stock & Go, che ci permette di gestire in maniera efficiente i flussi logistici delle materie. 
    2. Con alcuni dei brand autentici di CIRFOOD RETAIL, Antica Focacceria San Francesco e Kalamaro Piadinaro, abbiamo aderito all’Unione dei Brand della Ristorazione Italiana per dare un segnale di presenza e supporto ai cittadini. Rappresenta oltre 10.000 lavoratori impegnati in un comparto in grave sofferenza a causa del Covid-19 e in una sola settimana è riuscita a raccogliere la somma di 100.000 euro per donarla a Croce Rossa e Anpals. Le somme sono state utilizzate dalle due Associazioni per acquistare apparecchiature e materiali sanitari”. 

    La ristorazione collettiva riparte innovando servizi e canali

    Il Decreto dell’11 marzo aveva sospeso di fatto le attività di ristorazione, delle mense e del catering che non sono in grado di garantire la distanza di sicurezza interpersonale di un metro. Se le limitazioni dovessero protrarsi, prevedete di mettere in campo dei format, delle innovazioni o dei servizi nuovi che possano venire incontro a queste disposizioni?

    C.N.: “Il nostro obiettivo ora è comprendere quale cambiamento e quali nuovi bisogni genererà questa emergenza. Ci stiamo impegnando per elaborare risposte capaci di soddisfare le nuove esigenze e che ci permettano di tornare ad offrire servizi sempre più di qualità ai bambini, agli studenti, ai lavoratori e a tutta la comunità. 

     In tal senso, stiamo lavorando a nuovi progetti facendo leva su nuovi strumenti attivati o potenziati proprio in questo contesto. In particolare, stiamo dando un’accelerata ai progetti che riguardano i cosiddetti “nuovi canali”, ovvero forme innovative di fruizione dei servizi di ristorazione, integrative rispetto a quelle tradizionali e che i nostri clienti ci stanno già ora chiedendo. Un esempio è il servizio di food delivery per cui stiamo lavorando a modalità ed offerte sempre più evolute in considerazione del nuovo modo di lavorare e consumare che si andrà a delineare.

    Ci aspettiamo anche dei cambiamenti sul fronte del welfare aziendale. Alla fine dell’emergenza, per i lavoratori saranno infatti ancora più importanti quei benefit in grado di migliorare la qualità della loro vita e il rapporto sfera professionale e personale. La nostra impresa, in coerenza con la recente acquisizione di Valore Welfare, si impegnerà quindi nell’elaborazione di soluzioni che mirino al benessere individuale e collettivo e che consentano di concentrarsi sui bisogni delle persone, supportando anche l’evolversi di un vero smart-working, da non confondere con il “lavoro da remoto” che siamo stati forzatamente, e in modo spesso poco strutturato, a dover mettere in atto in questi mesi”. 

    L’Italia ha presentato il Decreto “Cura Italia”: dal punto di vista di CIRFOOD quali sono le misure più urgenti e utili da attuare per risollevare il settore e quali azioni state promuovendo per portare avanti le richieste a tutela dei vostri collaboratori e del vostro lavoro? 

    C.N.: “Fin dall’inizio CIRFOOD, che impiega oltre il 92% dei suoi 13.000 lavoratori dipendenti attraverso contratti di lavoro a tempo indeterminato, ha garantito la continuità salariale e ha promosso tavoli di lavoro tra tutte le funzioni aziendali per continuare a garantire il servizio nella massima sicurezza grazie allo sviluppo di protocolli studiati per le specificità di ogni tipo di ristorazione. 

    kalamaro piadinaro

    Tuttavia, In questo nuovo scenario, il ruolo delle istituzioni sarà imprescindibile per guidare la ripresa dando tempi e modalità condivise. Confidiamo nel lavoro delle istituzioni e del Governo affinché elaborino nuovi provvedimenti e manovre che siano in grado di dare un supporto concreto al nostro comparto e agli altri settori dell’economia italiana. I nuovi provvedimenti dovranno riguardare alcuni aspetti cruciali per le aziende come: il pagamento diretto e rapido degli ammortizzatori sociali, la sospensione dei versamenti di tasse e contributi oppure l’avvio di processi di rateizzazione con scadenze posticipate. E’ necessario, inoltre, che tra queste misure vengano comprese azioni rapide che mirino a garantire liquidità, a tassi agevolati e con rateizzazioni dilazionate nel tempo, all’interno delle imprese, anche grazie alla collaborazione con le banche. Al momento, le misure previste dal Decreto Liquidità non soddisfano tali bisogni.

    Parallelamente riteniamo che il decreto Cura Italia, ad oggi, non prende sufficientemente in considerazione il commercio. In particolare, con i marchi Rita, TRACCE, Kalamaro Piadinaro e Antica Focacceria San Francesco, abbiamo aderito all’appello lanciato da Confimprese per chiedere al Governo un intervento concreto sulla questione dei canoni di affitto. In particolare, con l’Associazione Confimprese ci auspichiamo che, alla riapertura, il Governo conceda ai proprietari di immobili ad uso commerciale un credito d’imposta laddove trovino un accordo sulla rinegoziazione dei canoni e benefici fiscali attraverso un meccanismo che permetta di evitare la tassazione ordinaria dei canoni non percepiti e sgravi fiscali proporzionali ai canoni non corrisposti”. 

    Emerge quindi come, oltre alla situazione sanitaria, che ci auguriamo continui a migliorare senza passi indietro anche ora che le misure di contenimento sono state allentate, anche sul fronte delle imprese sono tante le sfide aperte che, come abbiamo visto anche in questa intervista, richiedono un impegno a più livelli e una progettazione capace di guardare oltre all’emergenza. 

     

    L’Italia saprà fare questo salto in avanti, mantenendo uno sguardo ampio su tutte le risposte che servono per affrontare il futuro? Cercheremo di capirlo insieme, anche grazie ad una serie di approfondimenti che dedicheremo ai ristoratori, dando voce a tanti protagonisti, dai pizzaioli ai pasticceri, per conoscere il loro punto di vista su come ripartire dopo il lockdown. 

    Giornalista pubblicista, Elena è nata a Bologna, dove vive e lavora. Per Il Giornale del Cibo si è sempre occupata di attualità, sana alimentazione e sostenibilità. Il suo piatto preferito é il Gâteau di Patate, "perché sa conquistare tutti, unendo gusto e semplicità". Per lei in cucina non può mancare una bottiglia di vino, "perché se c'è il vino c'è anche la buona compagnia".

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