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Legge contro lo Spreco Alimentare: cosa ne pensa Last Minute Market?

Matteo Garuti

L’approvazione della legge contro lo spreco alimentare ha rappresentato un passo importante, tuttavia non immune alle critiche di chi auspicava un provvedimento diverso, più completo o più drastico. Per capirne di più ne abbiamo parlato con Luca Falasconi, del progetto antispreco Last Minute Market.

Legge contro lo Spreco Alimentare: pregi e difetti

Il progetto Last Minute Market, avviato nel 1998, da anni è attivo per recuperare prodotti invenduti ed è stato fra i promotori per l’approvazione di una legge italiana contro lo spreco alimentare. Il dottor Luca Falasconi ci ha parlato della nuova normativa italiana, esprimendo un parere tecnico sui pregi e sulle difetti della legge. “La legge nasce anche da una proposta che noi facemmo come ultimo documento del PINPAS, il piano nazionale di prevenzione dei rifiuti promosso dal Ministero dell’Ambiente. La base per l’impalcatura della legge è stata presa proprio dai lavori che noi abbiamo fatto in quella occasione” ricorda Falasconi.

organico

I pregi

Nel tracciare un quadro della legge contro lo spreco alimentare, Falasconi ne chiarisce subito i pregi. “Innanzitutto è senz’altro positivo che ci sia una legge, un’unica legge che interessa e comprende tutti i vari aspetti della lotta allo spreco. Fino ad oggi esistevano già normative per favorire le donazioni, ma non erano ben collegate fra loro. Del resto quando una situazione è normata da varie leggi, o da più articoli in leggi diverse, l’efficacia si disperde. Concentrando tutto in un’unica legge, l’efficacia può sicuramente migliorare.”

Un secondo punto a favore si deve all’impostazione stessa che in Italia si è scelta per la legge contro lo spreco alimentare. “A mio avviso l’impostazione basata sugli incentivi che si è seguita nel formulare la legge italiana è corretta, preferibile rispetto alla strada seguita in Francia. La legge francese, infatti, è fondata sulla repressione dei comportamenti che favoriscono lo spreco, un’impostazione che può apparire più netta ma che non mi piace, per di più non sempre porta ai risultati attesi. Quando si reprime, involontariamente si induce a cercare l’escamotage per poter sfuggire alla punizione. Quando si premia, invece, si instaura un atteggiamento positivo che può invogliare ad adottare le misure richieste. Inoltre, la legge francese è focalizzata soprattutto sull’attività dei supermercati e meno sul ruolo dei cittadini e delle famiglie.”

raccolta cibo

Oltre a questo, prosegue Falasconi, “La possibilità di riduzione della tassa dei rifiuti da parte dei Comuni è sicuramente positiva. Tra l’altro, il primo intervento di questo tipo l’abbiamo proposto noi di Last Minute Market a Settimo Torinese, nel 2003. Si tratta di un modo potenzialmente efficace per stimolare le imprese a donare l’invenduto e le eccedenze. Inoltre, in base alla nostra esperienza, quando si attivano questi provvedimenti le imprese tendono ad essere ancor più virtuose, donando anche lo sconto ricevuto a favore di progetti caritativi.”

Bene, ma non benissimo

Dopo aver riconosciuto i pregi della legge contro lo spreco alimentare, Luca Falasconi, docente di Politica agraria all’Università di Bologna, puntualizza sugli aspetti positivi ma non ottimali. Fra questi, c’è soprattutto il ruolo della family bag o doggy bag, l’abitudine di utilizzare un contenitore per portare a casa il cibo rimasto quando si mangia fuori. “L’utilizzo della family bag è sicuramente una buona abitudine da promuovere e inserire nella nostra cultura alimentare. All’estero è molto più diffuso che in Italia, dove per molti rappresenta ancora un comportamento che crea imbarazzo e scarsa reputazione. La family bag va semplicemente a recuperare il cibo che si è acquistato, magari anche di ottima qualità, che non ha motivo per non essere consumato in seguito a casa, salvandolo dal bidone.”

doni spesa

“L’aspetto non positivo, però, è l’esagerata destinazione di fondi della quale beneficiano, grazie alla legge, i progetti relativi alla family bag, a discapito di altre attività più importanti, come ad esempio i progetti scolastici. Si parla di qualche milione di euro nell’arco di tre anni: quest’anno, il prossimo e il successivo. Oltretutto, i principali beneficiari di questo denaro saranno i produttori di imballaggi. Oltre a questa, erano tante le misure possibili che avrebbero potuto beneficiare di finanziamenti, in primis la prevenzione, per sostenere le scuole nell’intraprendere programmi di educazione al consumo. Questi fondi, invece, sono stati destinati massicciamente alla family bag e non ai progetti educativi. Con questo non voglio dire che i produttori di imballaggi non li possano ricevere, perché hanno un ruolo importante nell’ambito della produzione e della ricerca sulla family bag, però la sproporzione è lampante.”

I difetti

Parlando dei difetti della legge contro lo spreco alimentare, Luca Falasconi è preciso nell’evidenziare le mancanze più gravi. “Questa legge in realtà non va ad alleggerire completamente l’iter burocratico farraginoso che grava sulle donazioni. Alcuni aspetti non vengono eliminati, pertanto le imprese che decidono di donare si trovano ancora a fare i conti con la burocrazia.”

donazioni

“Un altro aspetto a mio avviso molto negativo riguarda le fondamenta stesse della legge, che è stata pensata soprattutto per agevolare le donazioni. Tuttavia, il problema dello spreco alimentare non si risolve unicamente donando quello che qualcuno non vuole. Lo spreco alimentare, a nostro avviso, si risolve con la prevenzione. Solo laddove non sia possibile prevenire, allora è giusto recuperare. L’aspetto della prevenzione è fin troppo trascurato. È vero che c’è un articolo specifico, ma la prevenzione avrebbe dovuto essere il punto centrale, non solo un passaggio all’interno di una legge impostata unicamente per favorire il recupero.”

Dopo aver accolto il parere di un esperto sui pregi e i difetti della legge contro lo spreco alimentare, può essere interessante leggere un approfondimento sulle caratteristiche della normativa. Inoltre, ci siamo già occupati di iniziative antispreco, come i frigoriferi solidali e una petizione che ha contribuito ad aumentare la consapevolezza su questo tema.

Matteo è nato a Bologna e vive a San Giorgio di Piano (Bo), è giornalista, sommelier e assaggiatore di olio d'oliva, ha collaborato con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie agro-alimentari dell'Università di Bologna. Per Il Giornale del Cibo si occupa di attualità, salute, cultura e politica alimentare. Apprezza i cibi e le bevande dai gusti autentici, decisi e di carattere. A tavola ama la tradizione ma gli piace anche sperimentare: per lui in cucina non può mancare la creatività, "perché è impossibile farne a meno!"

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