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Legge sugli Sprechi Alimentari: come doveva essere?

Matteo Garuti

Non mancano le critiche nei confronti della legge sugli sprechi alimentari, approvata recentemente dal parlamento italiano. Dopo aver parlato con noi dei pregi e dei difetti della normativa, Luca Falasconi del progetto antispreco Last Minute Market propone alcune indicazioni su cosa si sarebbe dovuto fare per rendere la legge più equilibrata ed efficace.

La legge sugli sprechi alimentari non è perfetta

Luca Falasconi di Last Minute Market indica alcuni aspetti importanti che potevano essere valutati più saggiamente nella stesura della legge contro gli sprechi alimentari.

Privilegiare l’educazione nelle scuole

Falasconi focalizza prima di tutto sul tema della prevenzione, che deve partire dalle scuole. “Nell’articolo della legge sugli sprechi alimentari in cui si parla di prevenzione, si menzionano quattro misure da adottare. La prima ad essere presentata, in ordine di importanza, è una sorta di educazione e sensibilizzazione attraverso i canali televisivi. Fra le quattro, invece, l’ultima ad essere citata è l’educazione nelle scuole. In sostanza, a quanto pare alla televisione è riconosciuto un ruolo molto più rilevante rispetto a quello della scuola, e questo mi sembra davvero un approccio sbagliato. È vero che la televisione è un media popolare che raggiunge quasi tutti, ma l’educazione al consumo non può essere affidata in primo luogo alla tv. Noi crediamo che siano i progetti educativi nelle scuole – che poi di riflesso raggiungono anche le famiglie – il fondamento per costituire un’azione efficace, seria e a lungo termine contro lo spreco, di gran lunga preferibile ai messaggi veicolati attraverso la televisione. Al momento, non c’è un vero piano scolastico nazionale strutturato per educare al consumo. Tutto è affidato alla sensibilità dei singoli istituti e degli insegnanti.”

ecologia a scuola

“Pertanto, riteniamo che mettere al centro la prevenzione, basandola sulla formazione scolastica, sarebbe stata la scelta migliore per educare al consumo. Il recupero è certamente un’azione importante ma resta un ripiego. Lo spreco può e deve essere prevenuto ed evitato.”

Diminuire di più la burocrazia

Luca Falasconi aggiunge che anche sul piano dell’agevolazione burocratica si poteva fare di più e meglio. “Alcuni orpelli burocratici sono rimasti. Uno di questi, se ricordo bene, è legato all’atto di notorietà. Le associazioni caritative, ogni volta che vanno a ritirare i prodotti da un ipermercato, devono presentare una dichiarazione per qualificarsi come ente beneficiario senza scopo di lucro, certificando quindi il proprio diritto di ricevere le donazioni. A nostro avviso, bastava presentare il documento una sola volta, ad esempio quando all’inizio dell’anno si iniziano a ricevere i prodotti, e non ad ogni donazione, con il relativo dispendio di tempo e carte da vidimare. Anche perché nel corso del tempo, in genere, le onlus non cambiano il loro status. In caso di cambiamento si poteva prevedere una singola comunicazione, anziché l’obbligo di presentare ripetutamente un documento.”

burocrazia

“La burocrazia pesa anche sulle imprese donanti, alle quali è richiesto un attestato mensile sui prodotti donati e sui beneficiari. Si poteva alleggerire la pratica richiedendo un unico documento annuale, perché l’esperienza dei progetti di recupero come il nostro ci dice che le associazioni riceventi sono tendenzialmente sempre le stesse, nei vari punti vendita. Le procedure, quindi, restano un po’ troppo gravose sul piano burocratico. Anche da questo punto di vista la nuova legge contro gli sprechi alimentari poteva essere più efficace.”

Come sarà vissuta la legge sugli sprechi alimentari

Falasconi di Last Minute Market prevede un approccio generalmente positivo nei confronti della nuova normativa antispreco.

“Penso che la legge contro gli sprechi alimentari sarà in genere ben accolta. Ritengo che i soggetti già attivi nel recupero e nelle donazioni saranno ancor più stimolati a proseguire in questa strada. Chi invece a tutt’oggi non è attivo nel recupero di cibo ma è abbastanza sensibile, credo che potrà avvicinarsi alle donazioni grazie a questa nuova legge. Invece, non so se la legge basterà a convincere i soggetti non sensibili al tema dello spreco.”

donazioni

Falasconi definisce i possibili limiti pratici della legge sugli sprechi alimentari. “L’aspetto normativo forse non sarà la chiave di volta per spronare la grande distribuzione, perché in genere uno dei problemi principali è costituita dalle modifiche dei processi logistici delle aziende. La legge non può intervenire su questo, quindi non è detto che chi non è sensibile decida di intraprendere il percorso delle donazioni, nonostante tutto. Ecco che in questo caso l’educazione scolastica poteva dare una spinta in più, sul lungo periodo e nella formazione di una cultura diffusa contro lo spreco.”

La situazione in Europa

Luca Falasconi traccia un quadro della situazione europea per quanto concerne il contrasto allo spreco. “In alcuni Paesi europei esistono già provvedimenti all’interno del sistema normativo. Ad esempio, se ricordo bene in Svezia e in Finlandia la Costituzione stessa parla di lotta agli sprechi e di rispetto dell’ambiente. Si tratta di Stati precursori, dove il contrasto allo spreco parte addirittura dagli articoli della Costituzione. In Europa il buon esempio può diffondersi fra i vari Paesi, e da questo punto di vista la legge italiana e legge francese potrebbero fare da apripista.”

umido

Gli ultimi dati sullo spreco in Italia

In conclusione, Luca Falasconi ci aggiorna sui numeri relativi alle dimensioni e all’andamento dello spreco in Italia. “Dalle ultime indagini che abbiamo realizzato, ci sono due aspetti fondamentali da evidenziare. Innanzitutto, è aumentata la consapevolezza da parte dei consumatori in materia di sprechi alimentari. Il fatto che da un po’ di tempo se ne stia parlando diffusamente ha reso più consapevole il consumatore su questo fenomeno, non solo su scala globale, ma anche sullo spreco che si genera all’interno delle mura domestiche. Dagli ultimissimi dati dell’indagine annuale dell’osservatorio WasteWatcher, che ancora dobbiamo finire di rielaborare, sembra che ci sia un leggerissimo calo della quantità di cibo sprecato. Si parla di 2 o 3 punti percentuali, lo spreco è ancora molto elevato, però il fatto che si sia invertito il trend da una continua crescita a un calo, rappresenta un dato positivo e significativo.”

Dopo queste considerazioni, può essere interessante sapere quali sono, secondo Luca Falasconi di Last Minute Market, i pregi e i difetti della legge contro gli sprechi alimentari. Per approfondire ancora, consigliamo di leggere il nostro articolo sulle caratteristiche della normativa. Inoltre, ci siamo occupati di iniziative antispreco, come i frigoriferi solidali e una petizione che ha contribuito ad aumentare la consapevolezza su questo tema.

Matteo è nato a Bologna e vive a San Giorgio di Piano (Bo), è giornalista, sommelier e assaggiatore di olio d'oliva, ha collaborato con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie agro-alimentari dell'Università di Bologna. Per Il Giornale del Cibo si occupa di attualità, salute, cultura e politica alimentare. Apprezza i cibi e le bevande dai gusti autentici, decisi e di carattere. A tavola ama la tradizione ma gli piace anche sperimentare: per lui in cucina non può mancare la creatività, "perché è impossibile farne a meno!"

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