La locanda di su

Redazione

Capitiamo per caso in questo ristorante, impegnati nella ricerca di un posto dove potessimo mangiare e vedere una partita di calcio.

Arriviamo in cinque e senza aver prenotato, ma subito si danno da fare per trovarci una collocazione ottimale. Il menù… non è il menù: non prendetevi la briga di leggerlo, il cameriere – uno dei gestori, insieme al cuoco, veracemente romano – vi dirà che amano cambiarlo spesso, e non lo ristampano mai. Il tutto suona un po' surreale, ma i padroni di casa sono cortesi, simpatici e affabili. Ciò che è chiaro è che i primi costeranno 10e, i secondi 15e, ma solo da una carta posta all'ingresso. Ordiniamo ravioli ripieni di brasato: ottimi, gustosi, ben conditi, ben cotti, ed abbondanti; gnocchi al castelmagno, saporiti e…tantissimi! Per secondo, ordiniamo scaloppine con fois gras, brasato piemontese: carne sottilissima, delicata ed ottima. Dessert, tortino di cioccolato con cuore caldo: troppo cotto, ma l'impasto è buono. La panna cotta è ottima. Durante la cena veniamo informati anche della disponibilità di una serie di piatti tipicamente romani (amatriciana, cacio e pepe, carciofi), nonché del bollito, piatto forte del locale. Non li gustiamo ma sembrano ottimi. Conto: 25e a testa, con 4 primi, 3 secondi, 2 dolci, vino, acqua, caffè ed amari. Da notare che accolgono nuovi avventori anche a tarda serata.

 

Foto in home tratta da Wikimedia Commons

 

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