Il Paesaggio Agricolo Della Tuscia Viterbese

Adriana Angelieri

Il paesaggio agricolo della Tuscia viterbesedi Luisa Conti. Tra le estreme pendici nord-orientali dei Monti Cimini e la valle del Tevere sorge un piccolo centro medievale dell’Alta Tuscia, Bomarzo. Noto soprattutto per il suo famoso Parco dei Mostri, il territorio di Bomarzo rivela invece differenti attrazioni dal punto di vista ambientale e culturale ai più sconosciuti. Decidiamo così di raggiungere Bomarzo approfittando di un mite week end primaverile e diamo inizio alla nostra visita partendo dalla Riserva Naturale di Monti Casoli. Quindi muniti di scarpe comode ci ‘organizziamo’ per un’escursione a piedi. Il territorio ci riserva un suggestivo paesaggio di origine vulcanica caratterizzato da una folta vegetazione interrotta da rupi a strapiombo su corsi d’acqua. L’alternanza di boschi e vaste zone adibite alla coltivazione di cereali, vite e olivo raccontano di un’antica attività antropica, risalente già fino ai tempi degli Etruschi e confermata lungo il sentiero dalla presenza di numerose testimonianze archeologiche. Dopo la scampagnata e prima ancora di visitare il Parco dei Mostri ci concediamo un piccolo break usufruendo dell’area pic-nic dello stesso e non sprechiamo quindi l’occasione per assaggiare il buonissimo biscotto di S. Anselmo.Il Parco dei Mostri o ‘Sacro Bosco’ fu fatto costruire da Vicino Orsini attorno alla metà del Cinquecento. Proseguiamo quindi la nostra passeggiata nell’atmosfera surreale di un giardino ricco di fantastiche e misteriose sculture plasmate da immensi blocchi di lava tufacea. Risaliamo il borgo medievale fino alla cinquecentesca Piazza del Duomo. Qui si trova la Chiesa di Santa Maria Assunta, al cui interno sono conservate le spoglie di S. Anselmo, patrono del paese. è in suo onore la festa del 25 Aprile, in cui i bomarzesi e i cittadini dei paesi limitrofi vengono invitati prima ad ammirare il tradizionale Corteo Storico e poi a fare il tifo alle corse per il Palio di S. Anselmo.Decidiamo di concludere la giornata presso uno dei tanti agriturismi presenti nella zona, dal quale possiamo godere di un incantevole panorama sul borgo storico e Palazzo Orsini. In onore dell’antica tradizione gastronomica di questo territorio concordiamo con il cuoco una cena a base di prodotti tipici, come formaggi e salumi della zona, cinghiale e funghi porcini. La gente del posto è molto socievole e cordiale e tra una ‘chiacchera’ e l’altra veniamo a conoscenza della presenza nella zona di diverse realtà agricole, anche biologiche, che vendono i propri prodotti direttamente in azienda. Usufruiamo di uno di questi punti vendita per far scorta di eccezionali prelibatezze locali quali Vini DOC, Olio extravergine d’oliva DOP, formaggi più o meno stagionati, ricotte di pecora, miele, nocciole, ortaggi vari, ma anche carne e latte fresco bovino, mozzarella e altri derivati. Il giorno dopo decidiamo di raggiungere Vitorchiano, anch’esso un piccolo borgo medievale confinante con Bomarzo. Arrivati a destinazione ci dirigiamo subito al Centro Botanico Moutan che rappresenta la più vasta collezione al mondo di peonie arboree ed erbacee cinesi ed è proprio qui che nel periodo primaverile, tra aprile e maggio per la precisione, è possibile assistere a uno spettacolo naturale nel suo genere unico al mondo. Non possiamo certo perdere l’opportunità che il breve periodo della fioritura offre al visitatore per gustarci con gli occhi e con la mente un meraviglioso paesaggio di colori e splendore. Ci avviciniamo al centro di Vitorchiano, che sorge su una rupe di peperino a strapiombo sul fiume Vezza e il torrente Acqua Fredda, alla ricerca di un posto dove mangiare. Troviamo un caratteristico locale nascosto tra le strette viuzze del paese e finalmente possiamo deliziarci il palato con i tipici Cavatelli alla Vitorchianese, un tipo di pasta molto semplice preparata con acqua e farina e condita con sugo al finocchio selvatico, aglio e peperoncino. Entriamo da Porta Romana nel pittoresco centro storico, dove è possibile ancora passeggiare in tranquillità, lontani dal clamore della massa e il rumore del traffico. Camminando verso la piazzetta principale si incontra dapprima la Chiesa di Sant’Amanzio, poi il Palazzo Comunale e infine la Chiesa di Santa Maria Assunta. Al di fuori delle mura è invece doveroso soffermarsi a visitare la Chiesa di S. Nicola il cui interno custodisce una serie di affreschi di epoca diversa, il più antico dei quali rappresenta proprio la Madonna di San Nicola. Salutiamo Vitorchiano quando ormai il sole sta tramontando e ancora una volta questo territorio ci regala un paesaggio insolito: il riflesso rosaceo della luce sul peperino sembra convertire come per magia la grigia roccia lavica in uno dei più pregiati marmi.

Siciliana trasferita a Bologna per i tortellini e per il lavoro. Per Il Giornale del Cibo revisiona e crea contenuti. Il suo piatto preferito può essere un qualunque risotto, purché sia fatto bene! In cucina non devono mancare: basilico e olio buono.

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