Il flauto dolce di Banderas e la spesa della Littizzetto

Adriana Angelieri
Molti personaggi normalmente simpatici diventano insopportabili quando fanno i testimonial tv.
Emblematico è il caso di Antonio Banderas che ha visto crollare il suo sex appeal e la credibilità dopo la metamorfosi in mugnaio. Fino a ieri il sex’Antonio si denudava per Almodovar irrompendo prepotente nell’immaginario erotico femminile e gay, oggi duetta con galline, flirta nonne sovrappeso, maneggia castissimi flauti dolci con monastica innocenza.

Asessuata anche la Marcuzzi, mutata da icona sexy a petulante stitica con il miraggio dell’intestino pervio, mentre la già superwoman Fiona sembra essersi messa a sfornare figlie a favore di telecamera al solo scopo di iniziarle alle merendine. Persino la svergognata, irresistibile Littizzetto prende l’aria di un’insegnante di religione delle medie quando ci insegna a fare la spesa al supermercato. Miti che crollano, grandi fascini in frantumi. Perché? Secondo me i testimonial cedono con troppa docilità alla richiesta di aderire al ruolo di estimatore del prodotto oltre ogni umana credibilità. È come se l’azienda dicesse al prescelto: “Io ti do un mucchio di soldi, ma tu devi rinunciare alla tua personalità e diventare come ciò che pubblicizzi. Tu sarai un flauto, un bifidus, un prodotto a marchio coop.

di Martino Ragusa

Siciliana trasferita a Bologna per i tortellini e per il lavoro. Per Il Giornale del Cibo revisiona e crea contenuti. Il suo piatto preferito può essere un qualunque risotto, purché sia fatto bene! In cucina non devono mancare: basilico e olio buono.

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