Banana
La banana è un frutto tropicale tra i più consumati al mondo, di importazione e in commercio tutto l’anno. Un frutto antichissimo e dall’origine del termine non certa: alcuni sostengono che il nome “banana” derivi dall’arabo “banan”, altri che provenga dal Wolof (una lingua dell’Africa Occidentale), altri ancora dal modo di chiamare nel ‘500 a Lisbona il frutto proveniente da una località africana non identificata “figura Bananes”.
Storia
Il banano, originario del sud-est asiatico, fu menzionato per la prima volta per iscritto nel 600 a.C. in testi buddhisti. Nel 500 a.C. dalla Malesia arrivò in India e un paio di secoli più tardi i Greci e i Romani ne ebbero notizia dallo storico greco Arriano di Nicomedia. Seguendo Alessandro Magno in una delle sue spedizioni in terre indiane e sulle coste del Malabar, Arriano di Nicomedia raccontava come il re impedisse ai soldati di assaggiare i frutti di un albero tanto strano… In Cina già dal 200 d.C. erano presenti coltivazioni organizzate, mentre era pressoché sconosciuto nell’Europa medievale: nonostante piante di questo genere si trovassero in Sicilia, infatti, i frutti erano noti solo attraverso i racconti di mercanti, crociati e pellegrini. Con i traffici commerciali la banana è stata trasportata in Africa grazie agli Arabi, ma l’arrivo in Europa si deve poi ai portoghesi: dal XVI secolo lungo la via per le Indie, attratti e persuasi dal profumo e dal sapore di questo strano “fico”, ne introdussero la coltivazione alle Canarie. Da qui gli Spagnoli portarono la banana nel Nuovo Mondo, trovando un ottimo clima e terre fertili nelle isole caraibiche. La banana conobbe una lenta diffusione a causa della sua deperibilità, si sviluppò gradualmente nelle aree tropicali di tutto il mondo costituendo un importante alimento e un’importante fonte di guadagno. Solo tra XIX e XX secolo grazie alle moderne tecniche di conservazione iniziò ad esserci una più vasta commercializzazione del frutto in Europa.
Tra le varietà più conosciute c’è la Musa Sapientium, così chiamata perché i vecchi saggi indiani erano soliti andare a meditare sotto le grandi e ombrose foglie del banano e nutrirsi dei suoi frutti. O Musa Paradisiaca, termine coniato da Linneo perché gli arabi ritenevano fosse “l’albero del paradiso”, confuso nelle varie leggende con il Paradiso Terrestre e per lungo tempo chiamato con termini significanti fico d’Adamo. Anche Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia accenna alla banana, alla sua capacità di saziare subito e alla sua dolcezza. Nel Tacuinum Sanitatis viene invece citata una connotazione afrodisiaca per la sua identificazione come frutto del peccato e per la sua forma fallica.
Descrizione e varietà
Il banano è una pianta sempreverde (non un albero!) della famiglia delle Musaceae. Viene coltivato e fruttifica in tutti i Paesi con clima tropicale: Centro America, Africa Tropicale e Sud-Est Asiatico. Nella penisola malese si trovano la maggior parte delle varietà. In Italia le zone più adatte a questa coltivazione per via del clima sono in Calabria e in Sicilia.
In natura è una pianta molto grande che può raggiungere i dieci metri d’altezza, coltivata non raggiunge i tre metri. Per fruttificare ha bisogno di un clima tropicale, deve trovarsi in pieno sole o in leggera ombra ed essere protetta dai venti.
Le sue radici sono carnose, fibrose e perenni, a differenza della parte aerea che muore dopo la fruttificazione e nasce nuovamente se il rizoma rimane integro. Quello che sembra essere un tronco, altro non è che un groviglio di foglie fittamente inguainate l’una dentro l’altra. Anche le foglie sono molto grandi e raggiungono i due metri di dimensione. All’apice di questo finto fusto chiamato stipite si apre una corona di foglie, dalla quale dopo due anni spuntano dei fiori bianchi protetti da foglie avvolgenti violacee e dove in seguito appaiono i frutti che crescono in gruppi detti “mani”, raccolti in un grappolo detto “casco”.
Il casco può pesare più di 25 chili e avere 10-25 frutti. Ogni frutto ha una forma oblunga, con una buccia gialla piena di polpa bianca dal sapore aromatico e senza semi. Una volta colto, il frutto continua a maturare e quando è maturo l’amido si trasforma in zuccheri e la buccia si assottiglia per lasciare spazio alla polpa, 65-70% del frutto. Le diverse tipologie di banane differiscono nella dimensione, nel sapore e nella struttura della polpa, più o meno soda. All’origine le banane contenevano semi, poi sono state selezionate nel corso dei decenni e attualmente ne sono prive. In stato di maturazione la polpa da verde diventa gialla e anche la buccia passa dal verde della banane acerbe al giallo acceso o scuro con piccole macchie marroni.
Le varietà più comuni della specie Musa Sapientium e Musa Cavendishii sono la “Gros michel”, frutto molto grosso, la “Cavendish”, nana o gigante, con buccia sottile e per questo meno resistente ai trasporti e poi “Poyo”, Lady’s finger”, “Lacatan” e “Roja”. C’è anche una varietà di banane da cuocere perché carente di zuccheri e ricca di amido, chiamata Plantano, della specie Musa Paradisiaca, più grande e con la buccia spigolosa. La banana viene raccolta ancora acerba e trasportata su navi ad una temperatura intorno ai 12°, viene fatta maturare in magazzini mediante etilene, un gas prodotto dalle stesse banane che ne favorisce la maturazione.
Proprietà nutrizionali
La banana è una fonte di vitamina A, B1, B2, B9, C, PP e ricca di fibre e sali minerali, magnesio, potassio, calcio, fosforo e ferro. Per la grande presenza di potassio è consigliata a chi soffre di ipertensione, per migliorare il funzionamento del sistema cardiovascolare, per chi soffre di crampi e per una veloce assimilazione di energia. Gli zuccheri e le fibre svolgono un’azione positiva sulla flora intestinale. Assenti grassi, colesterolo e sodio. Queste caratteristiche, oltre al gusto, la rendono un cibo molto adatto all’alimentazione dei bambini. Ha anche proprietà nutrienti per la pelle e nella medicina popolare dei paesi tropicali tutta la pianta, dalla corteccia ai frutti, è considerata preziosa.
Proprietà nutrizionali per 100 gr:
– 92 calorie
– 74% di acqua
– 0,5 gr di grassi
– 23 gr di zuccheri
– 1 gr di proteine
– 2,6 % di fibre alimentari
Consigli
Per fare maturare la banana occorre lasciarla a temperatura ambiente, in questo modo si mantiene per circa una settimana. E’ importante separarla da altra frutta matura poiché l’etilene potrebbe deteriorarla. Viceversa, se si vuole far maturare in fretta una banana, basta lasciarla vicino ad una più matura o chiuderla in un sacchetto di carta che permette la respirazione del frutto e trattiene più etilene che stando all’aperto. Anche se sottoposta a stress produce etilene, matura e si deteriora più facilmente.
Curiosità
Il banano oltre che per il frutto, offre preziose risorse. Le fibre di cui sono ricche le foglie vengono utilizzate per la produzione di carta, tela e corde e le stesse foglie si usano per la copertura di capanne. Dalle banane in Africa, ne ricavano anche una particolare birra.
In cucina
In Italia le banane si consumano prevalentemente crude. L’ utilizzo è limitato poiché la polpa annerisce subito oppure una volta sbucciate conviene immergerle nel succo di limone per evitare che anneriscano. Prevalentemente utilizzate nella preparazione di dolci dal consumo immediato, in genere budini, mousse, creme, gelati, frullati e macedonie ma anche in focacce, torte e marmellate.
In altri paesi sono molto diffuse le banane secche, di colore marrone scuro e dal sapore molto intenso e caratteristico. Si producono mettendole ad essiccare in forno a 80° oppure su una griglia, a una distanza di qualche decina di cm dalla brace, che deve essere debole per non sciogliere la polpa delle banane.
Nei paesi sudamericani e africani, la banana viene generalmente cotta al forno, alla griglia o fritta e servita come dolce. Dall’essiccazione si ricava una farina utilizzabile per dolci e pani; oppure sfoglie croccanti per miscele di cereali e frutta. Quando è acerba può anche essere bollita, o stufata con carne e pesce, come avviene nei paesi tropicali. In India le banane vengono spesso cotte con la buccia e insaporite con il curry. Nei Caraibi, dopo averle bollite vengono fatte marinare nel succo di lime e cipolle. Nella cucina del Bengala e del Kerala (in India) crudi o cotti, si usano anche i fiori del banano e si mangia anche la parte tenera del gambo. Le foglie di banano invece, flessibili e impermeabili, si usano per cucinare i cibi al vapore, come riso, carne e pesce ma anche per avvolgere e aromatizzare cibi.