back door milano

Back Door 43, il Bar più piccolo al mondo è italiano

Giovanni Angelucci

A Milano, in Ripa di Porta Ticinese (Naviglio Grande), Flavio Angiolillo e Marco Russo hanno aperto un whisky bar & cocktail take away in appena 4 mq. Due figure di riferimento della cocteleria italiana in grado di metter su un team di ventiquattro ragazzi che lavorano quotidianamente dividendosi tra il MaG Cafè, il 1930 e il Back Door 43, locali tra i più quotati della capitale meneghina in cui trovare una bevuta di livello, sempre.

 

Back Door 43: intervista al bartender del locale più piccolo al mondo

L’accoglienza

“Queste due ore sono vostre, toglietevi pure le scarpe e mettetevi comodi”. Ci accoglie Andrea Dracos, esperto bartender di origini greche che ha mosso i primi passi nella sua città, Torino, e folgorato dalla prima visita al MaG (circa un decennio fa) decide di proporsi come parte integrante dello staff. Da allora non ne è più uscito e nel corso degli anni è diventato una colonna portante del squadra contribuendo alla crescita del gruppo.

il bar più piccolo del mondo

“Il Back Door 43 nasce a maggio 2015, inizialmente doveva essere un magazzino e invece si è deciso di sfruttare l’idea di alleggerire il lavoro dell’adiacente MaG dando la possibilità a chi di passaggio di bere usufruendo del servizio take away”. Avvicinatevi alla finestrella che trovate ad altezza vita e si affaccerà un individuo mascherato a cui potrete chiedere un cocktail tra moscow mule, gin&tonic, americano, whiskey sour, dark&stormy, il secret cocktail e birra.

Il locale

Considerato l’amore viscerale per il whiskey non poteva che venirne fuori una whiskey room in cui scegliere tra centinaia di etichette, declinate attraverso cinque cocktail che variano mensilmente. Sulle pareti in legno compaiono bottiglie, quadri, specchi, cimeli e fotografie di tempi passati, gli attrezzi del mestiere sono un po’ ovunque e nello spazio riservato al barman tutto è organizzato con precisione e affascina. Il cambio di dimensione dal naviglio affollato alla realtà parallela del Back Door si sente e dura fino alla fine, seducendo e rendendo i drink ancor più piacevoli.

back door

Una bevuta speciale

Non è presente una carta da cui scegliere, a parte per i miscelati del mese, e ci si affida ai sapienti consigli di chi vi accoglierà dietro il bancone (“one” si fa per dire). Ed il bello è proprio questo, sarà la bravura del bar tender ad accompagnarvi nella decisione, potrete annusare e assaggiare tutto così da capire al meglio cosa più fa al vostro caso.

Ma non impegnatevi troppo, nel giro di un paio di minuti il bartender avrà già capito di voi molto più di quanto abbiano fatto i vostri genitori in adolescenza: “dal modo di porsi e dagli atteggiamenti capiamo cosa il cliente ha voglia di bere o a quali gusti è più incline”, afferma con sicurezza Andrea. Ed è proprio così, chi è dall’altra parte del banco deve saper miscelare ma deve anche saper gestire il cliente che tradotto significa ascoltare, interpretare, consigliare, capire il momento e l’animo.

back door staff

“La bravura e la professionalità sta nell’essere presenti e in grado di sparire all’occorrenza, diventando parte integrante dell’arredo!”, continua. Insomma sarto nella preparazione e psicologo nell’approccioSe varcate la soglia del Back Door il consiglio è di bere a base whiskey ma non è obbligatorio, merita la visita anche se vorrete bere gli altri spiritz a cui siete abituati, per voi una tipologia di vodka, gin, ron e mezcal con cui creare i miscelati che più gradite.

Beviamo due cocktail

Noi abbiamo assaggiato il n°41 (Wild Turkey Rye, Lillet Blanc, Grand Marnier, limone disidratato, cranberry, fiori d’arancio) e il n°38 (Oban Little Bay, Pedro Ximenez, Vermouth infuso alle rose, assenzio, Broker’s bitters), due drink non convenzionali serviti in coppetta cocktail in grado di essere apprezzati nonostante la lontananza dai gusti personali, dimostrazione delle skylls di un vero bartender.

bartender back door milano

Ma è davvero il più piccolo bar del mondo?

“Non siamo certificati tramite il Guinness dei primati ma pare proprio di sì, c’è un posto in Russia, in un sottoscala ma non così piccolo, poi qualche altro locale che serve solo cinque persone alla volta ma con spazi più ampi, insomma al momento pare proprio che siamo il locale più piccolo al mondo!”. Quattro sedute a sgabello, due al bancone e due più basse subito accanto all’entrata dove poter scegliere la propria playlist da un ipod (essere accolti con i Doors è stata per chi scrive in assoluto la migliore accoglienza). La luce è regolabile a vostro piacimento, dalla più soffusa alla più luminosa, ma consigliamo di mantenere una luminosità tenue così da restare inclini all’atmosfera pacata e tranquilla.

Il Back Door è una coccola, un momento personale speciale, non è la pensata commerciale come qualcuno potrebbe pensare ma luogo di grande professionalità e proposta inconsueta. I turni sono quattro di due ore ciascuno, a partire dal primo delle 19.30 (di un’ora e mezza) fino all’ultimo dall’una alle tre del mattino.

back door 43

Qui si può bere imparando perché non capita spesso di avere a disposizione per due ore intere un bar tender di livello a propria disposizione, tenetelo a mente. Avete anche fame? Portate il vostro cibo (non esagerate) o se avvisate con anticipo chi di turno troverete ciò di cui avrete più voglia, sushi, pizza o checchessia. Se poi siete anche voi fissati con i bagni beh, sarà una sorpresa nella sorpresa. Il 22 maggio Back Door43 festeggerà il suo primo compleanno e cosa c’è da aspettarsi per il giorno della festa è al momento ancora segreto, e diversamente non poteva essere.

Qual è il locale più piccolo dove avete mai bevuto un drink? Avete mai visitato il Back Door 43?

Giornalista e gastronomo, collabora con numerose riviste e quotidiani che si occupano di cibo e viaggi tra le quali spiccano La Stampa, Dove e la Gazzetta dello Sport. I suoi piatti preferiti sono gli arrosticini (ma che siano di vera pecora abruzzese) e gli agnolotti del plin con sugo di carne arrosto. Dice che in tavola non può mai mancare il vino (preferibilmente Trebbiano Valentini o Barbaresco Sottimano).

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