Tu li mangi i nutraceutici?

Adriana Angelieri

Le notizie sui componenti buoni e cattivi contenuti negli alimenti arrivano ormai a ritmo quotidiano. La tal molecola è anti-aging, la tal altra previene i tumori, quell’altra ancora fa bene al sistema cardio-circolatorio e così via. Ogni tanto arrivano anche le smentite e anche le smentite delle smentite.  In ogni caso e contraddizioni a parte, l’argomento ha un enorme appeal presso tutti i mangiatori e lo si può capire. Mangiare è uno dei massimi piaceri della vita e allo stesso tempo fonte di preoccupazione. “Le cose migliori della vita o sono illegali o immorali o fanno ingrassare”, disse Oscar Wilde, perciò l’idea di un cibo che sia non solo innocuo ma addirittura benefico è esaltante.

La parola chiave per curarsi mangiando è  “nutraceutica”, un neologismo derivato dall’unione delle parole “nutrizione” e “farmaceutica“. Una sostanza si dice “nutraceutica” quando presenta documentate proprietà preventive e curative. L’alimento che la contiene assume dunque la caratteristica di cibo-farmaco, capace di nutrire e curare allo stesso tempo. I nutraceutici sono tanti e li mangiamo continuamente
Qualche esempio? Yogurt, frutta, ortaggi, pesce, vino rosso, lievito di birra, olio extravergine di oliva, tè e tanti altri. Insomma, cibi di consumo ordinario le cui virtù salutari  sono orami note a tutti. Come dire che  un minimo di buon senso al momento della spesa e si può mangiare “sano e buono” senza sentirci perennemente malati.

Molte insalaterie, yogurterie e macrobioterie dall’arredamento freddo-essenziale e di colore bianco e verde,si propongono esplicitamente come luogo di spaccio di nutraceutici. 
Sono il paradiso per i fissati con l’anti-aging e l’ancora di salvezza per chi è appena uscito dallo studio di un dietologo. Ma quanto ai piaceri della gola, presentano un’attrattività decisamente modesta, stimolando più la mestizia che l’appetito.
Io non ho dubbi sulla loro finzione psicologica: cavalcano i sensi di colpa del goloso soprappeso, le ossessioni dell’ipocondriaco, le illusioni di chi è fissato con l’eterna giovinezza. Ai consumatori semi-esclusivi di yogurt e insalate mi sento di raccomandare: non medicalizzate il cibo e non perdete il piacere di mangiare.  La salute può essere conservata anche godendo della buona tavola così com’è tradizionalmente intesa. Basta, ripeto, rivolgersi al nostro buon senso che sa già alla perfezione che mangiare bene significa consumare cibi freschi, moderare al massimo i fritti e i dolci, abolire i cibi spazzatura.

Adriana è Responsabile di Redazione e Social Media Manager per Il Giornale del Cibo dal 2016. Siciliana di origine, si è trasferita a Bologna per i tortellini e per la sua carriera. Unendo la sua grande passione per l'alimentazione alle competenze nei progetti editoriali, si dedica alla guida del team redazionale e alla creazione di contenuti che garantiscano ai lettori un'informazione chiara, utile e accurata. Oltre che per i tortellini, il suo cuore batte per i risotti, di ogni tipo, purché fatti bene! Il profumo del basilico e l'olio buono sono gli ingredienti che non possono mai mancare nella sua cucina.

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