Quando la spesa è “autism-friendly”: a Monza nasce il primo supermercato per favorire l’inclusione

Angela Caporale
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    Ha inaugurato il 10 settembre scorso a Monza il primo supermercato in Italia (e non soltanto) totalmente autism-friendly. Uno spazio unico nel suo genere pensato in ogni dettaglio per essere accogliente e inclusivo anche per le persone con autismo e le loro famiglie, frutto della collaborazione tra Coop, associazione PizzAut e Alla3 onlus. Le tre realtà, insieme, hanno curato spazi, suoni, formazione del personale e anche un sistema di Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA) che rende fare la spesa un’attività più semplice per le persone con questa sindrome. Ne abbiamo parlato con Neshat, una delle tre mamme della onlus Alla3 coinvolta attivamente in questo innovativo progetto occupandosi proprio della realizzazione della segnaletica grafica.

    Supermercato “autism-friendly” a Monza: com’è nato il progetto e le realtà coinvolte

    Sono molti gli spazi che abitiamo nella vita quotidiana dove esistono ancora barriere per le persone con autismo. Barriere invisibili per tutti, tranne per chi soffre di questa tipologia di disturbi del neurosviluppo e le loro famiglie per cui azioni semplici, come fare la spesa, possono diventare molto complesse. Dall’esigenza di rendere più inclusivi anche gli spazi del supermercato è nata l’idea di Coop, PizzAut (associazione che promuove un progetto per i ragazzi con disturbi dello spettro autistico attraverso la preparazione della pizza) e Alla3 (giovanissima realtà che coinvolge tre mamme di bambini piccoli con una forma di autismo) di lavorare insieme per realizzare un’area che fosse davvero accogliente per tutti e tutte. Vediamo quali sono le azioni intraprese per realizzare l’obiettivo.

    Uno spazio ad hoc: immagini, luci e suoni attenuati

    Nel supermercato Coop di Monza inaugurato lo scorso 10 settembre, è stato studiato un allestimento degli spazi, dei suoni e delle luci che non rischi di causare disagio alle persone con autismo. “In particolare” ci racconta Neshat, “abbiamo osservato come i limiti più grossi riguardavano il campo uditivo, quello visivo e i lunghi tempi di attesa. Da qui, abbiamo proposto di abbassare le luci, ridurre il volume della musica, eliminare stimoli sensoriali e sonori come i ‘bip’ delle casse e aiutare così le persone con questo tipo di disturbo a evitare fonti di disagio e difficoltà.”

    La formazione dei dipendenti

    Pizzaut

    pizzaut/facebook.com

    Tutti gli 85 dipendenti, inoltre, sono stati formati dallo staff di PizzAut. È stato insegnato loro come riconoscere una persona che si trova in difficoltà, quali sono le modalità più adatte per comunicare con un bambino o una bambina con autismo, ma anche – e soprattutto sottolinea Neshat – come gestire un’eventuale crisi. “Spesso quando una persona con autismo ha una crisi attira l’attenzione. Questo spaventa le altre persone, che però si fermano, commentano, e rischiano in buona fede di peggiorare la situazione. Sapere di poter andare in un supermercato dove il personale sa come distogliere l’attenzione e tranquillizzare anche il resto della clientela è, per noi genitori, un grande sollievo” aggiunge la mamma di Alla3.

    Mappe e linguaggi alternativi per facilitare la comunicazione

    Nel punto vendita, inoltre, è stato sviluppato un progetto che coinvolge la tecnica della Comunicazione Aumentativa e Alternativa per aiutare le persone con autismo, di qualsiasi età, a essere più autonomi durante la spesa e orientarsi meglio. Un’altra delle barriere è infatti, per alcuni, la difficoltà di leggere le indicazioni relative agli spazi dove si trovano i vari prodotti. Per questo Alla3 ha progettato delle mappe che, attraverso l’uso di pittogrammi specifici, consentono di muoversi tra gli scaffali sapendo esattamente dove si trovano i vari prodotti in maniera immediata e diretta.

    Mappa supermercato Monza

    Alla3/facebook.com

    “La CAA” ci racconta ancora Neshat, “è parte fondamentale della vita delle persone con autismo e disabilità intellettive, soprattutto con difficoltà verbali. E viene già utilizzata quotidianamente. Ciascun pittogramma è associato a una parola o a un’azione che è anche scritta, per facilitare la comprensione anche a chi non conosce questa forma di comunicazione.” Il messaggio è così molto chiaro e immediato, facilmente comprensibile anche per bambini con autismo che possono quindi imparare a gestire la permanenza nel supermercato e sviluppare nuove autonomie.

    Nel supermercato in particolare, ogni macroarea è stata associata a un colore e ai simboli adatti: all’ingresso viene fornita a tutti coloro che lo desiderano la mappa e, in queste prime settimane, già sono stati raccolti feedback positivi. “È utile sia alle persone con autismo che possono fare la spesa da sole, sia alle famiglie. In questo modo, il bambino può esercitare una modalità di attività sociale che gli è utile per tutta la vita. Sappiamo che ci sono varie forme di disabilità e sicuramente c’è chi può fare la spesa in autonomia e chi no, ma crediamo che ciascuno possa e debba arrivare al suo massimo, e in questo modo vorremmo aiutare le persone della zona ed essere, eventualmente, modello anche per altri supermercati in tutta Italia.”

     

    Un progetto come quello monzese, infatti, non esiste altrove proprio perché si è scelto di lavorare su più livelli: ambiente, formazione e Comunicazione Aumentativa e Alternativa. Ed è proprio l’intreccio che rende questo supermercato “autism-friendly”, com’è stato definito da Coop stessa, e di fatto più inclusivo.

     

    Passaporto friulano e cuore bolognese, Angela vive a Udine dove lavora come giornalista freelance. Per Il Giornale del Cibo scrive di attualità, sociale e food innovation. Il suo piatto preferito sono i tortelloni burro, salvia e una sana spolverata di parmigiano: comfort food per eccellenza, ha imparato a fare la sfoglia per poterli mangiare e condividere ogni volta che ne sente il bisogno.

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