Sora lella

Redazione

Ceri è un minuscolo borgo medievale appena fuori Cerveteri, arroccato su uno sperone di tufo che sembra quasi sfidare la forza di gravità. Bisogna lasciare la macchina sul piazzale sottostante, poi una ripida salita conduce attraverso l’antica porta e quindi, costeggiando faticosamente i muri dell’imponente palazzo Torlonia, approda nell’unica, piccolissima piazza su cui si affacciano il bellissimo Santuario dell’Immacolata e la manciata di case strette tutte intorno. Oltre a quelle: due ristoranti, un bar e un piccolo negozio di generi alimentari, che però vende un po’ di tutto, proprio come gli empori di antica memoria. Un semaforo gestisce il flusso delle (pochissime) macchine in salita e discesa, giacché la ripida gola fra le pareti di roccia è larga appena quanto una vettura e se il semaforo si apre mentre si sta salendo o scendendo a piedi bisogna appiattirsi contro il muro per lasciarle passare. L’atmosfera è quella fiabesca e senza tempo di un posto fuori dal mondo. Nell’angolo più nascosto della piazzetta sorge questo ristorante che a prima vista dà l’idea di un “buco”, mentre invece si apre in una grande terrazza che domina la valle circostante, dalla quale si accede ad un’altra grande sala interna. Cenare lì, sulla terrazza, d’estate, fra i merli del borgo con sopra le fiaccole di citronella per le zanzare, i gerani profumati e tutto intorno solo verde a perdita d’occhio, equivale a riconciliarsi con la vita e i suoi ritmi frenetici. Tra gli antipasti spiccano i salumi e in particolare il prosciutto di montagna tagliato a mano; la pasta è fatta in casa e meritano sicuramente una menzione speciale i ravioli ai carciofi, ma anche le pappardelle al cinghiale e la polenta con le spuntature nel periodo invernale. Unica pecca i dolci: solo al cucchiaio, niente crostate, nessuna torta rustica, ma in compenso il conto, che pure non è salato, viene addolcito dalla sorpresa di un piattino colmo di ciambelline al vino davvero speciali.

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