Se La Pausa Pranzo E’ Ri-creazione

Adriana Angelieri

Martino con Sinigaglia e Gallini

di Andrea Lupo.
Venerdì 28 gennaio 2010 – A Milano, nell’insolita cornice del Lefel Home Art Design, il concept store di Feltrinelli, un po’ negozio e un po’ spazio di relazione e intrattenimento, va in scena Martino Ragusa.
L’occasione è la presentazione del suo nuovo libro “Pausa pranzo a Milano” edito da Diabasis e frutto della collaborazione con la Compagnia del Cibo Sincero e CIR food. Un viaggio alla scoperta dei locali di Milano, colti nel loro momento più critico e vituperato: quello della pausa pranzo.
“Ho voluto raccontare come anche a mezzogiorno sia possibilemangiare bene e soprattutto ‘low cost’, con una spesa vicina ai 10-15 Euro”, spiega Martino al foltissimo pubblico rispondendo alle domande del Direttore Commerciale e Marketing di CIR food Giuliano Gallini e del giornalista de La Stampa Alberto Sinigaglia, mitico fondatore di “Tuttolibri”.

Martino presenta il libro“Ma questo libro vuole anche essere un’occasione per rivalutare la pausa di metà giornata – ha proseguito Ragusa – Per rimettere la persona al centro. C’è chi si ingozza di fretta davanti a un PC, c’è addirittura chi salta il pasto. Ecco, io vorrei sottolineare l’importanza di staccare dal lavoro, di rimettere la propria vita al centro dei pensieri e prenderci cura di noi stessi. E, lo dico da medico, in questo stacco, una corretta alimentazione gioca un ruolo cruciale, perché ce lo impone proprio il nostro corpo, la fisiologia umana. In più, è proprio la ricerca scientifica a dirci che una pausa adeguata, unita a una dieta equilibrata, diminuisce gli infortuni sul lavoro e aumenta la produttività”.

Patrizio fa delle domande dal pubblicoIl valore di questo equilibrio fisico e psichico è al centro della presentazione di Martino. “Dietro questa guida ai locali della pausa pranzo – continua Martino incalzato dall’amico di sempre, Patrizio Roversi – c’è una filosofia, un approccio che io chiamo quello della ri-creazione. Ricreare se stessi con un atto che è quello del mangiare, fisiologico, ma anche sociologico, psicologico, conviviale. Certo, un’ora sembra poco, ma a me piace pensare a questo momento di ri-creazione esattamente come al momento della ricreazione di quando eravamo bambini a scuola. In quei 10 minuti riuscivamo a fare di tutto, mangiare, giocare micro partite in palestra, inseguire i primi flirt, scherzare. Se allora ci bastavano 10 minuti, cosa possiamo fare in un’ora? In una città come Milano basta una fermata di metrò per ritrovarsi in un mondo e in un ambiente totalmente diverso, pensiamoci”.

Alberto Sinigaglia parla del libro“Per questo -interviene Alberto Sinigaglia– questo libro che, si vede, è stato scritto e riscritto pagina per pagina con molta attenzione, deve essere replicato anche in altri contesti! Ad esempio a Venezia, dove bisogna difendersi dai locali atroci per turisti mordi e fuggi, che ti portano via il portafoglio per una pizza finta e un bicchiere di liquame… Quando basta girare l’angolo per scoprire i bacari, che talvolta aprono solo su richiesta, ma garantiscono un’esperienza gastronomica e sociale…”

L'intervento di Giuliano Gallini Giuliano Gallini ha poi spiegato come mai CIR Food ha deciso di promuovere questo progetto: “CIR Food, Cooperativa Italiana di Ristorazione, è una delle maggiori aziende italiane ed europee nel settore della ristorazione moderna e sostiene queste iniziative perché sono coerenti con la propria missione sociale. Infatti, favorire l’educazione e l’’nformazione alimentare, affinché i consumatori siano sempre di più in grado di compiere scelte consapevoli, e promuovere un mercato che difenda il loro potere d’acquisto e la loro salute tutelando l’ambiente e la legalità, sono alcuni tra i nostri scopi!”

Sono circa 200 i locali esplorati da Martino Ragusa a Milano, un mondo variopinto ed eterogeneo di cucine e sapori, dove non mancano le sorprese: il barista burbero, con le mani nei capelli di fronte alle improbabili richieste di Martino, Martino parla del suo libroma pronto ad accontentarlo all’insegna del classico ‘ghe pensi mì’. Il ristorante cinese raffinato, dove tra tendaggi, sottopiatti in argentone e porcellane vere (non cineserie) si può gustare una cucina diversa dalla solita cantonese. C’è la signora filippina che in un furgone parcheggiato in piazza Vesuvio propone la cucina casalinga di Manila, sempre fresca perché fatta di quel che si trova al mercato. Ci sono le trattorie che offrono ancora i piattoni di una volta, ma anche locali più di moda e tendenza.
E c’è la nota negativa. Il piatto di pasta precotta e incellofanata riscaldato al microonde: “Un peccato mortale nel paese della pastasciutta”. Un vizio del tutto milanese come sostiene Martino? Pare di no: “Anche a Bologna” mormora sommessamente Roversi alla vicina. “A Roma pure” si leva un’altra voce.Martino tiene in mano il suo libro
Un viaggio quasi faticoso: “Ho visitato anche 2/3 locali al giorno – racconta Martino – e ovunque per amor di cronaca dovevo ordinare 4 o 5 piatti. Il tutto cercando il più possibile di rimanere in incognito”. E non è stata così infrequente la sorpresa di essere riconosciuto dai gestori, rivela Martino timidamente.
A noi, invece, non dispiace affatto che la fama di gastronomo di Martino cresca come merita e che possa essere riconosciuto. Mal che vada, nelle prossime degustazioni, che ci auguriamo possano presto toccare altre città, a sostituirlo ci pensiamo noi!

 

Siciliana trasferita a Bologna per i tortellini e per il lavoro. Per Il Giornale del Cibo revisiona e crea contenuti. Il suo piatto preferito può essere un qualunque risotto, purché sia fatto bene! In cucina non devono mancare: basilico e olio buono.

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