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Proletkult: un libro per chi ama le rivoluzioni… e il brodo di gallina

Giuliano Gallini

     

    La mia prima volta con il Borsch è stato in una giornata di novembre, fredda e piovosa. La giornata giusta. E il posto giusto: Kiev, in Ucraina. Giornata giusta e posto giusto perché il Borsch è un piatto ucraino di grande tradizione la cui ricetta, se siete curiosi, trovate anche su Il Giornale del Cibo (un sito a caso).

    Proletkult: il Borsch e la Rivoluzione russa del collettivo Wu Ming

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    Non ero molto felice quel giorno di vent’anni fa, e aprendo la porta del ristorante non potevo immaginare che grazie al Borsch ne sarei uscito rinfrancato. Una bontà. Il brodo grassissimo, la cipolla, il calore. Un abbraccio. Ero a Kiev per lavoro e la missione non stava riportando molti successi commerciali: ma dopo il Borsch, ebbene, da non crederci, la musica è cambiata. La missione si è lasciata alle spalle fallimenti e dolenzie e l’ho vista proiettata in un futuro radioso. Il ristorante, la zuppa… il ristorante era poco più di una mensa operaia, meno di una tavola calda, e sembrava progettato e gestito da un ministero della vecchia Unione Sovietica. La caduta del muro non era ancora così lontana, e gustare il Borsch in un ambiente protoliberale credo che abbia aumentato in me, in quel giorno strano, la sua forza rigenerativa. A beneficio della missione.

    Potrete sentirvi abbracciati da atmosfere di questo genere anche se leggete il romanzo Proletkult, ultimo pubblicato (con Einaudi, 2019) dal collettivo di scrittori Wu Ming. Vi troverete il Borsch, o qualcosa che gli assomiglia: ma una dei protagonisti del romanzo, la giovane Denni, non lo mangerà perché è fatto con brodo di gallina e lei non mangia animali. Da scusare: pare che venga da un altro pianeta, che non sia una terrestre – non voglio con questo insinuare che i vegetariani siano alieni, preciso il particolare solo per completezza di informazione.

    Quindi un romanzo di fantascienza? Con i Wu Ming non si può mai essere certi con quale genere letterario si sia alla presa. Romanzo di fantascienza, romanzo storico, saggio… ma in ogni caso sempre incalzante, mai noioso. Oltre alla già citata Denni, il personaggio maggiore è una figura realmente esistita, Bogdanov, sul quale i Wu Ming si sono accuratamente documentati. Proletkult ci riporta alla rivoluzione russa, dai primi tentativi dell’inizio del novecento all’indimenticabile ed eroico 1917; e dai primi dieci anni di follia e profonda innovazione sociale fino alla stretta staliniana. Ci fa anche viaggiare tra la Svizzera, la Russia e l’Italia. A Capri gli autori descrivono una famosa partita a scacchi tra Bogdanov e Lenin.

    Proletkult è un libro per chi ama la storia e la follia creativa dei primi anni di ogni rivoluzione; e per chi ama un romanzo che sappia contaminarsi con il saggio senza annoiare.

    È un libro infine per chi ama il brodo di gallina… ma anche per chi non ne vuole sentire nemmeno l’odore.

    Scrittore di romanzi, lettore appassionato ed esperto del mondo del cibo e della ristorazione. Crede profondamente nel valore della cultura. In cucina non può mancare un buon bicchiere di vino per tirarsi su quando sì sbaglia (cosa che, afferma, a lui succede spesso).

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