Platessa

Adriana Angelieri

di Mario Palma.

La platessa è un pesce piatto che appoggia il fianco sinistro sul fondo e ha gli occhi sul lato destro. Il corpo è ricoperto di piccole squame, ha una caratteristica forma ovale, schiacciata, molto simile al rombo. La colorazione è bianca sul lato cieco, mentre di colore arancione-ruggine, con una macchiettatura sparsa su tutto il corpo, sull’altro lato. Il nome scientifico èPleuronectes platessa, e appartiene alla famiglia dei Pleuronettidi. La platessa può arrivare alla lunghezza di 100 cm, ma è comune da 35 a 50.

In cucina

La platessa è uno dei pesci più ricercati ed apprezzati del mercato ittico. La qualità di questo pesce è media, viene generalmente apprezzata fritta, precedentemente infarinata oppure passata nell’uovo e nel pangrattato. Intera si può cucinare ai ferri. Generalmente viene venduta già sviscerata. Se occorre eliminare le squame è opportuno farlo passando il coltello dalla coda verso la testa e poi sciacquare abbondantemente sotto acqua corrente. Per togliere la pelle bisogna incidere all’altezza della coda e tirare la pelle con le dita in direzione della testa.

Come riconoscere se è fresco

La platessa deve avere un odore delicato, gradevole, non ammoniacale. L’aspetto deve essere brillante, il corpo rigido e sodo, le squame aderenti. Le branchie devono essere rosa-rosse, l’occhio vivo e sporgente con la pupilla nera, non arrossata.

Dove si pesca

L’Atlantico nord-orientale è il mare dove questa specie è più diffusa; è un esemplare tipico dei mari del nord e commercialmente molto richiesto. La platessa vive posata, con il lato cieco, sui fondi arenosi o sabbiosi dei quali assume il colore. E’ regolarmente presente lungo le coste europee e in quelle del Marocco.

Siciliana trasferita a Bologna per i tortellini e per il lavoro. Per Il Giornale del Cibo revisiona e crea contenuti. Il suo piatto preferito può essere un qualunque risotto, purché sia fatto bene! In cucina non devono mancare: basilico e olio buono.

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