Osteria del cucco

Redazione

Ebbene si sono ritornato all’Osteria dl Cucco ad Urbania.
Peccato di gola? Non solo! Tutti i sensi vengono esaltati. Gia la prenotazione telefonica ti mette a tuo agio, mi risponde una signora che mi dice ciao e ti chiede il nome mentre il cognome è bandito.
Il locale è minuscolo ma piacevole, con tante cose attaccate e sospese alle pareti.
Solo 20 posti, quindi può capitare di mangiare gomito a gomito insieme ad altra gente praticamente allo stesso tavolo. Ma tutto è così naturale che quasi non te ne accorgi, anzi può capitare di dover spiegare a degli stranieri i piatti proposti.
Non esiste menù, i piatti proposti seguono la stagionalità dei prodotti e verrete continuamente inondati dalle ricette proposte da Donatella che fa la spola tra i tavoli e la cucina. Profonda conoscitrice di erbe spontanee le propone nei suoi piatti mai banali. Ad ogni vostra domanda vi condurrà alla scoperta di erbe, fiori spontanei che essa stessa raccoglie nelle verdi terre dell’entroterra pesarese. I diversi pani sono di loro produzione impreziositi dalla crescia e dalla pizza di formaggio.
Gli antipasti sono sfiziosi di solito numerosi, ho assaggiato i canestrini con baggiana e fave, veramente delizioso impreziosito da un fiore di anigella un’antica pianta officinale del Monte Nerone usata per problemi respiratori, i salumi artigianali della zona e i formaggi di un pastore sardo, un’insalatina coperta da formaggio di fossa a scaglie, tartufo nero e fettine sottilissime di ravanello, frittatine, strigoli e spinaci selvatici e altri assaggi di cui ho perso memoria.
Fra i numerosi primi cappellacci agli asparagi. Il cappellaccio viene fatto senza uovo (ricetta della nonna), tortelli agli asparagi, spinaci selvatici e pomodorini, maltagliati di farro, camut e mais anche questi senza uovo.
Di secondi all’inizio ne avrà sciorinati una decina, ricordo vagamente il coniglio sempre cotto e aromatizzato con erbette. Bisognerebbe registrarla Donatella mentre ti elenca il menù a mente.
Come vino propongono un onesto sangiovese che si lascia bere senza tanti fronzoli.
Tra i dolci, un semifreddo al pistaccio e una granita alle fragole.

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