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Il nuovo Mercato Centrale di Torino

Giovanni Angelucci
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    Il panorama cultural gastronomico torinese è da poco stato arricchito da una nuova apertura, sicuramente la più importante degli ultimi tempi: il Mercato Centrale di Torino ha aperto le sue porte il 13 aprile 2019, data di inaugurazione ufficiale degli spazi rinnovati del Palafuksas di Porta Palazzo, terza apertura del format dopo Firenze e Roma. A concepirlo e ad occuparsene la società fondata dall’imprenditore della ristorazione Umberto Montano insieme al gruppo Human Company guidato da Claudio Cardini.

    Il quartiere storico

    Questo nuovissimo esperimento ha trovato spazio a Torino nella zona di uno dei più grandi mercati all’aperto d’Europa, Porta Palazzo. Un luogo di cultura gastronomica, come sanno bene i torinesi e tutti i cittadini stranieri che nella storica Piazza della Repubblica lavorano quotidianamente fondendo le diverse culture. Un mercato nel mercato dunque, ma attenzione a non confonderli, ognuno vive di vita propria ed evidentemente sono due realtà molto diverse. Alla base del progetto c’è la scelta verso i punti nevralgici del tessuto urbano e degli ambienti spesso non più vissuti, come in questo caso in cui vengono recuperati, portati a nuova vita e restituiti alla città che può tornare a viverli e a goderne pienamente.

    Alla scoperta del nuovo Mercato Centrale di Torino

    Organizzazione

    È suddiviso su tre livelli: al piano terra prende vita il vero e proprio Mercato Centrale con gli artigiani e le loro botteghe dove gustare il territorio torinese, piemontese e non solo. Al primo piano si trovano le storiche attività di abbigliamento (se vi chiedete perché sappiate che sono qui da sempre e qui rimarranno) affiancate da una scuola di cucina e da un lounge bar, mentre il secondo piano c’è uno spazio di aggregazione aperto alla città destinato ad ospitare attività culturali e formative per il pubblico. Inoltre c’è anche un “piano -1” dove sono state recuperate le storiche ghiacciaie, sezione integrante del progetto, in cui viene organizzata parte degli eventi del ricco palinsesto eventistico che conta circa 350 appuntamenti. 

    mangiare al mercato centrale di torinoI nomi

    Innanzitutto partiamo dai cuochi stellati che collaborano attivamente con il Mercato e che daranno luce a questo nuovo polo gastronomico: Davide Scabin con il suo progetto “Carbone Bianco” dove propone piatti con cotture esclusivamente a carbone come zuppe, uova, verdure (provate le squisite frittate), Marcello Trentini di Magorabin con la Fata Verde, una proposta completamente basata sulla ricchezza vegetale, e la tradizione della Farmacia del Cambio di chef Baronetto, unica postazione in cui è possibile riservare il tavolo. In tutto 26 botteghe tra artigiani del gusto, un mulino, un’area didattica e una piccola torrefazione. All’entrata il benvenuto è dato da Raffaele D’Errico e il suo “pane di Porta Palazzo”, poi il suddetto mulino affidato a Mattia Giardini e Alberto Iossetti di ViVa La Farina, un progetto virtuoso e di qualità in cui si macina il grano duro destinato agli adiacenti pani e alla vendita di diverse farine offrendo a tutti la possibilità di creare il proprio blend di farine personalizzato. Non poteva mancare la presenza della macelleria affidata a due nomi importanti del settore: Marco Martini, storica realtà piemontese che segue l’intera filiera produttiva della regina Fassona, e la famiglia Savigni con la carne provenienti dai sani allevamenti in Toscana.

    mercato torino locali

    Sempre al piano terra ci sono la pizza tradizionale napoletana di Marco Fierro, il gelato di Alberto Marchetti, l’hamburger di Chianina di Enrico Lagorio, i formaggi e il burro di Beppino Occelli dalle Langhe, il tartufo di Luciano Savini declinato in diverse preparazioni, le specialità come il trapizzino di Stefano Callegari, la pasta fresca di Egidio Michelis, i formaggi e i salumi selezionati da Beppe Giovale, il fritto di Martino Bellincampi, le specialità siciliane di Carmelo Pannocchietti, il pesce di Valerio Lo Russo, il girarrosto con i polli ruspanti di Alessandro Baronti e il vino in mescita selezionato da Luca Boccoli; di più, è qui presente anche il primo negozio fisico “sperimentale” Cortilia, il mercato agricolo online, dove acquistare i prodotti freschi. Per chi si trattiene oltre la cena, la distilleria di Simone Mari (al piano superiore) è aperta fino a tardi e ci si può concedere un buon distillato o un cocktail. Sullo stesso livello compaiono gli spazi dedicati alla formazione come la scuola di cucina Lorenzo de’ Medici guidata da Carla e Fabrizio Guarducci, il laboratorio didattico di formaggi di Beppino Occelli, la torrefazione didattica di Franco Mondi e l’aula didattica del Mercato Centrale.

    mercato torino proposta

    Comprare o mangiare?

    4.500 mq tutti da vivere godendo delle numerose proposte gastronomiche a disposizione, c’è davvero l’imbarazzo della scelta dalla colazione fino al cena. Chi ha in mente, però, l’idea di mercato tradizionale si troverà spiazzato perchè alla prima visita (e anche alla seconda) si mostra come un luogo in cui recarsi per un pasto e non per comprare. L’acquisto è però alla base del Mercato Centrale, ma per come è organizzato viene forse meno, considerando che appena fuori c’è un mercato ben più rodato come quello di Porta Palazzo.

     

    E voi avete avuto già a che fare con Mercato Centrale tra Firenze, Roma e Torino? Quale preferite e cosa non vi convince?

    Giornalista e gastronomo, collabora con numerose riviste e quotidiani che si occupano di cibo e viaggi tra le quali spiccano La Stampa, Dove e la Gazzetta dello Sport. I suoi piatti preferiti sono gli arrosticini (ma che siano di vera pecora abruzzese) e gli agnolotti del plin con sugo di carne arrosto. Dice che in tavola non può mai mancare il vino (preferibilmente Trebbiano Valentini o Barbaresco Sottimano).

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