J’s hiro

Adriana Angelieri

Concede ben poco allo stile nippo l’arredo di questo delizioso ristorantino con le pareti ricoperte da una boiserie bianca. Il buon gusto nell’arredo è merito di Hiromi Arai, la padrona di casa cui si deve anche un menu finalmente fuori dagli schemi del tapis roulant del fast sushi. In casa di Hiromi la cucina è quella giapponese casalinga, non tanto facile a trovarsi a Milano. C’è il pesce crudo, come è ovvio, ma anche la maguro tataki, la bistecca di tonno al sangue. E ci sono le ebi shinjo, polpettine di gambero e il kavariage, tempura di gamberoni fritti dopo essere stati infarinati con la caseina di soia che rende l’infarinatura ruvida ed estremamente croccante. Oltre che al vapore, il riso è proposto saltato con uova e verdure (yakimeshi) piuttosto simile al riso cantonese. A pranzo è disponibile il bento, il vassoio tradizionale giapponese diviso in scomparti contenenti ciascuno un cibo diverso. Ci sono 3 tipi di bento: con il sushi a 11 euro, con il sashimi sempre a 11 euro, con sushi e sashimi a 14 euro. In tutti e tre i casi il pesce è accompagnato da un’insalatina e da zuppa di miso.

La foto del piatto è tratta da Wikimedia Commons

Siciliana trasferita a Bologna per i tortellini e per il lavoro. Per Il Giornale del Cibo revisiona e crea contenuti. Il suo piatto preferito può essere un qualunque risotto, purché sia fatto bene! In cucina non devono mancare: basilico e olio buono.

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