L’innovazione per il benessere animale: la storia di Davide Magni

Angela Caporale
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    Economia circolare, sostenibilità, innovazione e attenzione al benessere animale sono alcuni dei pilastri su cui le aziende della filiera agroalimentare dovranno investire nel prossimo futuro. Valori che hanno guidato le scelte di Davide Magni, giovane titolare, insieme al papà e al fratello, dell’Azienda agricola Magni di Mantova, vincitore del Premio Innovazione 2020 di Confagricoltura proprio per via degli investimenti realizzati per migliorare le condizioni delle mucche nel suo allevamento. Il benessere animale è, dunque, al centro dello sviluppo dell’azienda mantovana, l’agricoltura 4.0 è lo strumento. Ma come si traduce in pratica? L’abbiamo chiesto direttamente a Davide Magni.

    Benessere animale in stalla: come l’innovazione fa la differenza

    Davide Magni ha solo 25 anni e da quando ne aveva 16 lavora nell’azienda agricola di famiglia, un allevamento di bovini da latte a Gabbiana di Marcaria in provincia di Mantova. Insieme al padre Stefano e al fratello Simone gestisce i capi di bestiame (il cui latte viene impiegato per la produzione di Grana Padano) e circa 60 ettari di terreno con mais, frumento, foraggi ed erba medica. Una storia che somiglia a quella di molte altre aziende agricole familiari che lavorano in pianura padana: ma, nel 2020, l’Azienda Agricola Magni ha scelto di investire su strumenti innovativi per migliorare il benessere degli animali allevati e ottenere, allo stesso tempo, un prodotto di maggiore qualità.

    Foto di Ufficio Stampa Confagricoltura Mantova

    Mungitrici robotiche per mantenere la stalla sotto controllo

    “Prima avevamo una mungitrice tradizionale” racconta Magni, “che abbiamo sostituito con un sistema robotizzato. Questo ha comportato un miglioramento drastico sia dal punto di vista sanitario sia del benessere degli animali: ci permette infatti di avere un controllo generale sulla stalla e sui singoli capi in tempo reale. In caso di malattie o difficoltà, possiamo intervenire subito.” 

    Questi macchinari infatti consentono, tramite bracci automatizzati, di individuare i capezzoli delle mucche. La prima fase è un’accurata pulizia: è un momento molto delicato e, grazie a questa tecnologia, è possibile disinfettare efficacemente tutta la zona e ridurre il rischio di sviluppare patologie. Inoltre, il sistema robotico è integrato con una piattaforma digitale che consente all’allevatore di monitorare la salute delle singole mucche in diretta.

    Magni ci spiega che, in questi due anni di utilizzo, hanno osservato un sensibile miglioramento sia dal punto di vista della qualità del latte sia della salute degli animali. Le mucche sono più sane, è stato ridotto il consumo di antibiotici e anche la diffusione di virus e batteri nella stalla. Inoltre, il titolare spiega che le mucche, con questo sistema, possono recarsi alla mungitrice robot in libertà, senza rispettare ritmi e tempi forzati. 

    Studio Romantic/shutterstock.com

    Ventole e doccette per mantenere la temperatura adatta alle mucche

    Un’altra novità introdotta nell’azienda riguarda l’allestimento della stalla, che ha una capienza massima di 240 capi. “Si tratta di un sistema di ventilazione con doccette a goccia pesante, ovvero” spiega Magni, “un meccanismo che fa sì che nelle ore più calde la temperatura dell’acqua venga mantenuta costante a 16°C, l’ideale per le mucche. Come? Ogni 15 minuti le ventole rallentano e per 3 minuti si attivano le doccette sopra alla mangiatoia in modo tale che sia possibile rinfrescarsi.” 

    In questo modo, le mucche vivono a una temperatura ottimale per la corretta ruminazione, e si è osservata una riduzione di indigestioni e acidosi ruminali. “Si tratta di animali che soffrono molto il caldo, quindi abbiamo voluto fare qualcosa che risolvesse un problema molto sentito in queste zone, particolarmente umide soprattutto in estate. 

    Separatori per i liquami per l’economia circolare

    In azienda vengono utilizzate anche le ruspette spingi-letame per la pulizia delle corsie e un robot spingiforaggio, ma soprattutto un nuovo separatore per il liquame. “Un macchinario che permette di separare la componente solida dai liquidi prodotti dalla stalla: ciò che è solido, ovvero la parte di secca che non viene digerita dalle mucche, viene poi riutilizzato come giaciglio dove si coricano le vacche.” Questa scelta innesca un circolo virtuoso perché permette di risparmiare sull’acquisto della paglia ed evita alla stalla di produrre rifiuti.

    Dal passaggio nel macchinario si ottiene anche una componente liquida che, come ci spiega Magni, non è un’eccedenza ma viene a sua volta impiegata come fertilizzante nei campi dell’azienda. 

    L’innovazione porta qualità, come vuole il consumatore

    panuwat phimpha/shutterstock.com

    L’insieme di scelte compiute nell’ottica di uno sviluppo sensibile al benessere animale è valso a Davide Magni il Premio Innovazione 2020 di Confagricoltura. A due anni dal riconoscimento, già si raccolgono i frutti di quanto investito – con il sostegno della Regione Lombardia. 

    “Da subito ci siamo accorti di come le mucche stessero meglio, ma oggi possiamo aggiungere che abbiamo osservato un aumento del latte prodotto. Quando una mucca sta bene, produce di più. A ciò si aggiunge il fatto che, grazie ai sensori dei robot da mungitura, possiamo curare le malattie in tempo, che i giacigli realizzati con gli scarti separati dai reflui risultano comodi e che la temperatura assicurata da ventole e doccette è gradevole. Tutti questi elementi, insieme, fanno sì che le mucche si sentano più a loro agio.”

    Una maggiore produttività, frutto del benessere animale, ma anche una migliore qualità. Questo è il secondo effetto evidenziato da Magni riflettendo su questi due anni di rinnovamento dell’azienda di famiglia. Mentre la preoccupazione oggi è quella del costo dell’energia, anche in relazione agli effetti della guerra in Ucraina.

    “Come spesso accade, guardando indietro ci chiediamo perché non l’abbiamo fatto prima”, conclude Magni, “ma siamo davvero soddisfatti perché si è innescato un circolo virtuoso che risponde anche ai bisogni dei consumatori che, giustamente, cercano prodotti di alta qualità lungo tutta la filiera e sono sempre più attenti alle condizioni in cui gli animali vivono. E noi dimostriamo che quando l’animale sta bene, la qualità arriva.”

    Passaporto friulano e cuore bolognese, Angela vive a Udine dove lavora come giornalista freelance. Per Il Giornale del Cibo scrive di attualità, sociale e food innovation. Il suo piatto preferito sono i tortelloni burro, salvia e una sana spolverata di parmigiano: comfort food per eccellenza, ha imparato a fare la sfoglia per poterli mangiare e condividere ogni volta che ne sente il bisogno.

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