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Educazione Alimentare: Prima Serve La Corretta Informazione

Adriana Angelieri

Una pianta di zucchina in un vaso

di redazione.

E’ certamente corretto promuovere l’educazione alimentare nella popolazione più giovane, ma sarebbe meglio provvedere anche a rendere le informazioni destinate a tutti, giovani e adulti, più omogenee e corrette possibile. L’esempio più lampante di disinformazione è un tema molto attuale: le diete. Ogni giorno su questo argomento se ne sentono di tutti i colori: dieta dissociata, del minestrone, Atkins, a punti, a zona, Scarsdale, Weight Watchers, Beverly Hills, Herbalife, cronodieta, del gruppo sanguigno, paleolitica, della patata e poi addirittura il digiuno che disintossica (niente di più sbagliato!). Questi sono gli schemi dietetici che si trovano in internet, su alcune riviste e che vengono promosse in televisione. Di certo però non compariranno mai sulle riviste di divulgazione scientifica, sui libri universitario-scientifici e sui siti internet di enti e istituzioni sanitari. Perché? Perché non hanno alcun fondamento scientificamente valido.

Eppure tutti le seguono, ed il motivo è presto spiegato. Chi ha problemi di peso difficilmente prenota una visita dal dietologo. In genere va a caccia di diete sulle riviste femminili, cerca di seguire la dieta che sta facendo l’amica, si affida al “fai da te”, chiede consiglio a persone che prescrivono diete senza averne la competenza, dichiara che è tutta colpa del metabolismo basso o di un’allergia o intolleranza mai diagnosticata ecc. Ma perché pochi vanno dal dietologo? Perché tutti vogliono un dimagrimento veloce, senza troppe rinunce a tavola e senza fare un po’ di sport; questo è possibile solo seguendo regimi alimentari assurdi e peri-colosi, che un dietologo non prescriverebbe mai, pena la violazione del giuramento di Ippocrate. Ognuna di queste diete assurde ha precise caratteristiche, ma quasi tutte hanno dei punti in comune:

  • La maggior parte proviene dagli Stati Uniti, una delle nazioni con un’altissima incidenza di obesità e malattie metaboliche dovute ad abitudini alimentari tutt’altro che sane e corrette.
  • Gli ideatori sono perlopiù persone che hanno notevoli problemi di peso (alcuni di questi “dietologi” sono addirittura morti obesi).
  • Nessuna prescrive la pratica di attività fisica, abitudine quotidiana che dovrebbe essere seguita sia dalle persone normopeso che da quelle sovrappeso e obese.
  • Nessuna tiene conto dei dati anatomo-fisiologici degli individui (fondamentali per valutare lo stato di salute e nutrizione del paziente e per definire un regime alimentare corretto) ma sono diete generalizzate e adatte a tutti.
  • Promettono di far perdere peso in pochissimo tempo impostando la dieta su un numero molto ristretto di alimenti. La perdita di peso è determinata dal fatto che consumando sempre gli stessi cibi in genere si tende a mangiarne di meno, ma questo non è il modo corretto di perdere peso perché l’organismo umano ha bisogno di tutti i nutrienti.
  • Non vengono quasi mai quantificate le calorie delle porzioni, né tanto meno le quantità, che generalmente sono a discrezione del soggetto. Quindi come si può fare a ridurre e controllare la quantità di alimenti e bevande consumati?
  • Non sono diete che prevedono l’educazione alimentare, infatti non correggono gli errori che portano al sovrappeso, ma solamente i loro effetti. Correzioni che durano comunque per breve tempo a causa dell’“effetto yo-yo”, una riduzione del peso seguita da un suo rapido aumento nel momento in cui si smette la dieta.
  • Si basano su fabbisogni nutrizionali e su presupposti fisiologici che non hanno alcuna base d’appoggio scientificamente valida.
  • Diffondono in genere la convinzione che eliminando certi alimenti, o alcuni nutrienti, sia possibile perdere peso. È un concetto sbagliato: l’organismo umano ha sempre bisogno di tutti i nutrienti e possiede la capacità di interconvertirli fra loro in base alle proprie necessità. Può trasformare carboidrati e proteine, se in eccesso rispetto ai fabbisogni, in riserva energetica sotto forma di grasso, ed ha la capacità di utilizzare quest’ultimo per produrre energia, se necessario. Quindi eliminare certi nutrienti dalla dieta può solo portare a squilibri nutrizionali, spesso molto pericolosi.
  • Diffondono spesso la convinzione che separando l’assunzione di certi alimenti (è il caso delle diete dissociate) possa essere utile per perdere peso. Questo concetto non ha alcun fondamento perché tutti i nutrienti sono contenuti in tutti gli alimenti (fatta eccezione per gli oli), anche se in forme e quantità diverse.

L’UNESCO ha da poco dichiarato patrimonio dell’umanità la dieta mediterranea, il regime alimentare più bistrattato e criticato dai promotori delle diete di cui sopra che, guarda caso, ne stravolgono completamente il concetto fondamentale: cioè mangiare tutti gli alimenti nelle giuste proporzioni, privilegiando frutta, verdura e carboidrati complessi e facendo un po’ di movimento tutti i giorni.
Credo che questo dia da riflettere sul fatto che tutto ciò che ruota attorno alle diete è ormai un business che gioca sulla sensibilità delle persone a questi argomenti e che sfrutta la credibilità dei personaggi famosi scelti come testimonial per promuovere queste “abitudini alimentari miracolose”.

Parlando di diete c’è anche un altro luogo comune da sfatare, cioè che il termine “dieta” indichi un regime alimentare restrittivo ed ipocalorico. L’etimologia del termine è greca e per gli antichi greci “dieta” significava “stile di vita”, cioè l’insieme delle attività quotidiane (alimentazione, attività fisica, studio, lavoro e riposo) che, corrette ed in sinergia fra loro, permettono di raggiungere uno stato di benessere psico-fisico. Come si può comportare allora chi ha problemi di peso? Può andare da un dietologo, un dietista o un nutrizionista di quelli veri, che lavorano in ospedale o che hanno uno studio con tanto di laurea appesa sopra la scrivania, ed evitando i ciarlatani che spuntano come funghi, soprattutto sui giornali, in tv e in internet. A chi è ancora deciso ad affidarsi alle diete sbagliate basta fare una domanda: vi fareste curare un tumore dal primo che passa per strada? La risposta sicuramente è no. Quindi, visto che sovrappeso e obesità sono problemi di salute come tutti gli altri perché non andate dal medico (cioè dal dietologo) anche per questo? Come si è visto la situazione dell’informazione alimentare di una persona media non è per niente rosea. Non bisogna solo promuovere l’educazione alimentare, ma anche migliorare il sistema informativo generale, partendo dalla televisione. Difficile dire a chi spetti questo compito e combattere contro i media è quasi impossibile, quindi è bene che tutti comincino a informarsi correttamente, consultando le notizie fornite da persone, enti e istituzioni affidabili, senza prendere in considerazione i ciarlatani di qualunque genere e promuovendo questo comportamento nelle altre persone.
Anche questa è una strategia di educazione alimentare, semplice, accessibile a tutti e molto proficua. Basta solo chiedersi il “perché” delle cose e cercare ad ogni teoria una spiegazione scientifica valida e, laddove le cose fossero troppo complicate, chiedere a un esperto “di quelli veri”. La corretta informazione è la base di qualsiasi disciplina, soprattutto quando si tratta di argomenti come “alimenti e alimentazione”, che toccano tutti e che sono determinanti ai fini della salute. Quindi affinché l’educazione alimentare sia efficace è necessario promuovere anche la corretta informazione a tema alimentare.

 

 

Siciliana trasferita a Bologna per i tortellini e per il lavoro. Per Il Giornale del Cibo revisiona e crea contenuti. Il suo piatto preferito può essere un qualunque risotto, purché sia fatto bene! In cucina non devono mancare: basilico e olio buono.

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