educazione alimentare centri estivi

A Reggio Emilia si sperimentano nuove strategie di educazione alimentare: intervista alle responsabili dei centri estivi coinvolti

Angela Caporale
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    A Reggio Emilia alcuni dei centri estivi che hanno avuto l’opportunità di aprire in sicurezza si sono trasformati in banchi di prova per immaginare come gestire al meglio la ripartenza della scuola a settembre. È il caso dei centri Estate Junior – Reggiana Educatori, Kaleidos e Don Bosco, dove gli spazi dedicati ai bambini sono stati un luogo di sperimentazione grazie al progetto Nutriamo la Scuola, promosso da CIRFOOD, Officina Educativa, servizio del Comune di Reggio Emilia e Università di scienze gastronomiche di Pollenzo.

    In particolare, come vi abbiamo raccontato in quanto media partner del progetto, dal 7 al 16 luglio i bambini dei tre centri estivi della città emiliana hanno partecipato alle iniziative della Settimana del Cibo, che ha permesso di sperimentare modalità nuove di didattica nel campo della sana alimentazione, nonché di somministrazione dei pasti.

    Da settembre, infatti, tra i molti cambiamenti che interesseranno la scuola, c’è anche la necessità di prevedere quali siano le modalità e gli spazi dedicati alla ristorazione scolastica, affinché vengano garantiti la continuità del servizio, dal forte valore socio-educativo, e la sicurezza di bambini, insegnanti e operatori.

    Per conoscere com’è andata la sperimentazione, come i bimbi hanno reagito alle attività della Settimana del Cibo e al “nuovo” modo di stare insieme, abbiamo intervistato Lisa Zampolini della cooperativa Reggiana Educatori, Elena Cigni della cooperativa Accento e Chiara Romei della cooperativa Don Bosco, referenti dei tre centri estivi coinvolti. Scopriamo cosa ci hanno raccontato!

    Lisa Zampolini, Estate Junior – Reggiana educatori presso la scuola Don Milani

    Cibo metroquadro

    “Nel nostro centro estivo” ci racconta Lisa Zampolini, “sono state realizzate sia le attività educative con il METROQUADRO che la sperimentazione sul servizio del pasto. Ci siamo organizzati all’aria aperta, posizionandoci in cerchio, ciascuno con il suo banco dove mangiare: qui è stato presentato sia il vassoio sporzionato con tutti gli elementi del pasto insieme, sia il servizio delle monoporzioni.” I bambini hanno apprezzato il fatto di poter pranzare nel parco: “la piacevolezza di pranzare all’esterno è insita nell’estate, e già da sola aiuta tantissimo a vivere il momento del pranzo in maniera conviviale. Il nostro spazio ci ha consentito di stare a stretto contatto con la natura, e abbiamo notato che pranzare sempre fuori ha avuto molti lati positivi: è stato, infatti, un momento di relazione molto potente. La circolarità ci ha permesso, inoltre, di mantenere le distanze senza rinunciare alla dimensione conviviale.”

    La sperimentazione proposta di CIRFOOD, secondo la referente del centro estivo Don Milani, ha funzionato “poiché è stato possibile rispettare tutte le norme di sicurezza e i bambini hanno vissuto il tutto con curiosità.” Aggiunge poi che “ai più piccoli è piaciuto molto anche partecipare ai laboratori sensoriali sul cibo, e sono stati stimolati a osservare la realtà circostante con ‘nuovi occhi’. Tra le monoporzioni e il vassoio sporzionato, a nostro avviso è stata preferita la seconda opzione: i bambini non sono abituati ad avere tutto il pranzo davanti contemporaneamente, e questo li ha stimolati a modificare l’ordine classico in cui si mangia. L’unica nota ‘negativa’ è che diversi bambini hanno fatto una selezione di quello che trovavano sul piatto evitando i cibi meno apprezzati, pensiamo sia necessario quindi lavorare di più sullo stimolo ad assaggiare tutto. Mentre la modalità tramite monoporzioni è risultata più complessa perché i bambini, soprattutto i più piccoli, avevano bisogno di un supporto nell’apertura dei contenitori e, vista la necessità del distanziamento sociale, questa richiesta comporta dei problemi.” Il bilancio globale è, per Zampolini, molto positivo: “troviamo che sia stata una bellissima esperienza soprattutto perché ha stimolato i bambini a ragionare autonomamente su ciò che mangiano e sulla relazione con la natura circostante.”

    Elena Cigni, Centro estivo Kaleidos

    Kaleidos centro estivo

    Al Centro giochi Kaleidos, dove si sono svolte due giornate di attività e workshop dedicate al cibo, lo chef Massimo Iori ha portato e servito le merende ‘speciali’ pensate da CIRFOOD e educatori e bambini hanno ragionato insieme, a partire dal METROQUADRO progettato dall’architetto Francesco Bombardi, sul cibo del futuro. La referente Elena Cigni ci racconta che “già all’inizio della settimana avevamo introdotto l’argomento per ‘scaldare i pensieri’ dei bimbi: in molti ci hanno raccontato che durante questo periodo di lockdown hanno cucinato spesso con i genitori, fatto il pane, sperimentato nuove ricette. Questa sensibilità all’inizio della Settimana del Cibo si è rivelata utile quando si sono trovati ad assaggiare le ‘foodballs’ e ha stimolato i bimbi e le bimbe a provare questa ricetta senza diffidenza.”

    I bambini hanno apprezzato molto il METROQUADRO: “qualcuno l’ha utilizzato anche in maniera alternativa e costruttiva. Oltre a leggere in maniera puntuale la ‘consegna’ delle attività, è stato interessante osservare come i bambini e le bambine interagivano con il contesto naturale attorno, compreso l’orto didattico, e l’hanno fatto utilizzando tutti i sensi, in particolare il gusto, il tatto, l’olfatto.” Elementi che hanno aiutato ad immaginare anche il cibo del futuro che, per i bimbi, si colloca una prospettiva fantastica: “abbiamo notato” aggiunge la referente “che tra chi immagina che non mangeremo più perché saremo in una realtà robotica, c’è anche chi ha detto che rinunceremo alla carne.

    Chiara Romei, Centro estivo Don Bosco

    Anche nel Centro estivo Don Bosco le attività della Settimana del Cibo si sono svolte all’aria aperta a partire dall’esplorazione del METROQUADRO, come ci racconta la referente Chiara Romei. “Il tappeto è stato consegnato a ciascun bambino che è stato libero di posizionarlo e, da lì, iniziare ad esplorare in maniera costruttiva e attiva la natura circostante. Qui è stata servita a tutti la merenda speciale con le ‘foodballs’ e, mentre assaggiavano, abbiamo cercato insieme di stimolarli a porsi domande sulla consistenza, sul profumo, sul sapore di queste polpette di pane e di frutta che per loro erano una novità.”

    L’esplorare con tutti i sensi ha funzionato, dal punto di vista dell’educatrice, e i bambini hanno reagito in maniera molto positiva. “La condivisione del momento del cibo ha anche aiutato a coinvolgere i bambini più scettici: in un contesto dove non era prevista un’attività di questo tipo, immaginavamo che alcuni bimbi avrebbero semplicemente rifiutato la merenda. Inoltre, porre l’attenzione sul cibo e utilizzare il METROQUADRO come spazio di partenza per questa esplorazione ha portato i bambini a continuare ad associare le due cose, tant’è che una volta conclusa l’attività alcuni di loro hanno continuato a giocare con il tappeto che si è trasformato in una cucina, una gelateria o un’altra realtà enogastronomica.”

    I bambini, in particolare in questa struttura, sono poi abituati a confrontarsi su ciò che mangiano a casa, su ricette e sapori che spesso variano di famiglia in famiglia. “Abbiamo infatti la fortuna di poter fare esperienza di una grande diversità culturale che vediamo come una ricchezza, e che offre interessanti spunti di confronto, durante: il momento del pranzo e della merenda. Un aspetto che stimola la curiosità e la condivisione. Siamo molto contenti di com’è andato questo progetto: è stato bello per i bimbi fare qualcosa di nuovo e di originale direttamente a ‘casa’.”

     

    Nutriamo la Scuola proseguirà in autunno nel contesto del CIRFOOD DISTRICT. Per i più curiosi, continueremo a raccontare su Il Giornale del Cibo il punto di vista dei bambini su ciò che mangeremo in futuro!

    Angela, con passaporto friulano e cuore bolognese, vive a Udine e si occupa di giornalismo e comunicazione in ambito culturale e sociale. Ha pubblicato due libri e dal 2016 collabora con Il Giornale del Cibo, dove scrive di sostenibilità, sociale e food innovation. Il suo comfort food sono i tortelloni burro e salvia, per i quali ha imparato a fare la sfoglia, condividendoli ogni volta che ne sente il bisogno.

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