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Disco Soupe: un pranzo a tempo di musica contro lo spreco alimentare

Angela Caporale
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    Ogni anno in Italia vengono sprecate 2,2 milioni di tonnellate di cibo, una quantità di alimenti che raggiunge il valore di 8,5 miliardi di euro: questo quanto emerge dai dati del progetto “Reduce”, presentati in occasione della V giornata contro lo spreco alimentare. Si tratta di numeri che segnano un miglioramento rispetto all’anno precedente, merito anche della legge Gadda del 2016, ma anche delle molte iniziative promosse da associazioni o semplici cittadini come, per esempio, la Disco Soupe. Una giornata dedicata alla cucina con ciò che normalmente verrebbe buttato, rigorosamente a ritmo di musica. Curiosi? Scopriamo subito come funziona e dove viene organizzata in Italia.

    Da Berlino a Firenze: la Disco Soupe contro lo spreco alimentare

    disco soupe progetto

    Fonte: facebook.com/DiscoSoupe/

    Cucinare gli avanzi e gli sprechi per trasformarli in un pranzo gratuito e condiviso, questa l’idea che sta alla base della Disco Soupe, un’iniziativa nata a Berlino nel 2012 con il nome di Schnippel Disko durante la manifestazione We are fed up!, e poi diffusasi in Francia, Grecia, Regno Unito, fino ad arrivare anche in Italia e, in particolare, a Firenze.

    L’idea è molto semplice: raccogliere i cibi che negozi e mercati andrebbero a buttare per utilizzarli, preparando tutti assieme una zuppa – ma anche insalate, centrifughe, smoothies e qualsiasi ricetta che suggerisca la fantasia – rigorosamente a ritmo di musica. Un modo di sensibilizzare le persone alle tematiche dello spreco alimentare, che ha saputo coinvolgere e divertire moltissime persone, tant’è che nel 2018 si sono svolti eventi Disco Soupe in 25 paesi ed è stato istituito addirittura un World Disco Soupe Day il 29 aprile.

    In Francia, inoltre, è nato uno spin off della Disco Soupe, ovvero la Disco Boco. Si tratta di un laboratorio itinerante, aperto sempre alla collettività, nel quale si utilizzano in particolare gli scarti della frutta e, talvolta, quelli della verdura, per preparare marmellate e conserve. Anziché consumare subito questi alimenti che, così preparati ben si prestano alla conservazione, i vasetti vengono distribuiti alle famiglie in difficoltà.

    I 10 “Comandamenti” della Disco Soupe

    Il paese dove la Disco Soupe ha avuto più successo è stato la Francia ed è proprio da lì che giunge la prima “regolamentazione” dell’iniziativa, attraverso 10 regole d’oro che andrebbero rispettate ovunque nel mondo. Vediamone alcune.

    Vanno cucinati rigorosamente legumi e ortaggi scartati e ammaccati, perché così sarà possibile dare loro nuova vita e “salvarli”, il tutto coinvolgendo dei musicisti, perché la Disco Soupe dev’essere una festa. La terza regola mira, invece, alla partecipazione: chiunque deve incoraggiare gli altri a prendere parte tagliando, cucinando, pulendo gli ingredienti e assicurando così la riuscita del pranzo.

    La Disco Soupe è indipendente da partiti politici e istituzioni religiose, niente marchi né loghi di aziende: il solo scopo è diffondere il verbo dell’anti spreco e di un approccio ecologico all’alimentazione, ragion per cui l’evento è sempre gratuito e aperto a tutti. Nel rispetto delle regole di sicurezza e igiene, come recita il nono “comandamento” della Disco Soupe che chiude il decalogo con un invito alla convivialità.

    La Disco Soupe in Italia

    La prima città italiana a ospitare un evento della Disco Soupe è stata Milano, tuttavia è proprio a Firenze che il progetto si è radicato e continua ancora oggi a coinvolgere decine e decine di persone. Merito anche di due associazioni attive sul territorio: SenzaSpreco e dis.forme. La prima è attiva da anni nel campo della divulgazione di informazioni sull’argomento e la seconda, invece, è specializzata della promozione di eventi sociali, artistici e formativi.

    In poco più di due anni, la Disco Soupe è diventata quasi un appuntamento fisso, e molto sentito, sul territorio: nel 2017 a Colonnata, per esempio, sono stati cucinati ben 277 kg di cibo, mentre alla Casa del Popolo di Settignano, nel maggio 2017, si sono date appuntamento 30 persone per preparare tutto e sono state quasi 300 quelle che hanno partecipato al pranzo. Il gruppo Facebook della manifestazione, creato e curato da SenzaSpreco e dis.forme, conta più di 1300 membri, spesso attivi non soltanto per organizzare i pranzi, ma anche per condividere preziose informazioni sulle novità, le buone pratiche e le ricette contro lo spreco come, per esempio, le iniziative degli chef famosi.  

    La Disco Soupe si configura come un progetto di economia circolare: infatti sono molti gli sforzi profusi affinché sia totalmente sostenibile ed efficace. Gli alimenti cucinati vengono recuperati a “chilometro zero”, coinvolgendo le realtà del territorio e con l’obiettivo di ridurre anche i trasporti, e le conseguenti emissioni di anidride carbonica. L’appello antispreco è trasversale e parla sì ad esercizi commerciali e aziende agricole, ma anche alle singole famiglie, che possono dare il loro contributo.

    Dal punto di vista sociale, invece, l’obiettivo degli organizzatori è quello di includere l’intera comunità locale, comprese minoranze, persone con disabilità e richiedenti asilo. Un piatto di zuppa, di insalata o di qualsiasi piatto venga preparato non viene negato a nessuno.

     

    Ti piacerebbe partecipare alla Disco Soupe o organizzarne una nella tua città?

    Crediti immagine in evidenza: StefanoBorghi.com

    Passaporto friulano e cuore bolognese, Angela vive a Udine dove lavora come giornalista freelance. Per Il Giornale del Cibo scrive di attualità, sociale e food innovation. Il suo piatto preferito sono i tortelloni burro, salvia e una sana spolverata di parmigiano: comfort food per eccellenza, ha imparato a fare la sfoglia per poterli mangiare e condividere ogni volta che ne sente il bisogno.

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