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Spesa online e servizi di dieta a domicilio: sì o no? Il parere dell’esperto

Angela Caporale
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    Dalla spesa online alla dieta a domicilio: il food viaggia sempre più spesso tramite il web e sono tanti, ad oggi, i servizi che permettono di accedere ad alimenti pronti, ricette o specialità regionali direttamente in casa. Tant’è che si sono moltiplicate anche in Italia le piattaforme che permettono di seguire una sana alimentazione pagando un abbonamento e ricevendo a casa un piano alimentare e alcuni piatti pronti da scaldare. La comodità è evidente, ma dal punto di vista della salute è una strategia efficace? Risponde Mauro Mario Mariani, medico e divulgatore scientifico che si rivolge soprattutto ai giovani di oggi: “impariamo a cucinare non soltanto per dovere, ma anche per stare insieme, e ricominciamo a mangiare come se il frigo non fosse stato inventato.”

    Dieta a domicilio: come funzionano le piattaforme in Italia?

    Food delivery

    Daxiao Productions/shutterstock.com

    Il trend è partito dagli Stati Uniti e direttamente da Beyoncé che, insieme al personal trainer Marco Borges, ha lanciato la startup “22 days nutritions”, permettendo di ordinare e ricevere a domicilio pasti dietetici e vegani. Non si tratta, però, di un’esclusiva statunitense perché, come sottolineato dall’Osservatorio e-Commerce B2C del Politecnico di Milano, nel 2019 il settore della vendita online del cibo è cresciuta del 15% e, ormai, un italiano su dieci ordina regolarmente alimenti e piatti pronti a domicilio.

    In Italia, le piattaforme che offrono questi servizi sono parecchie, e il funzionamento è simile: per prima cosa, bisogna sottoscrivere un abbonamento con costo fisso giornaliero oppure settimanale; c’è poi l’opportunità di personalizzare il menù e, oltre al cibo, si ricevono anche consigli e ricette per replicare alcuni piatti in autonomia. In alcuni casi, i programmi sono studiati da team di specialisti della nutrizione, ma i menù restano generalmente preimpostati.

    Il costo è, in media, di circa 35€ al giorno, la distribuzione varia di area in area e dipende dal servizio: c’è chi consegna una volta alla settimana, chi invece recapita i piatti precotti una volta al giorno e anche in posti diversi. La comodità è significativa, ma non mancano alcune criticità. Per questa ragione abbiamo intervistato il dottor Mauro Mario Mariani, specializzato e appassionato di alimentazione: scopriamo cosa ne pensa riguardo ai servizi di dieta a domicilio.

    Meglio puntare su cibi freschi e sulla dieta Mediterranea

    La questione, secondo il punto di vista del dotto Mariani, è duplice: da un lato, infatti, parte del discorso è fondato su un’idea travisata del concetto di dieta; dall’altro, invece, c’è il ruolo preponderante del frigorifero nelle nostre abitudini alimentari. Chiediamo al medico di spiegarci meglio. “La dieta non è altro che uno stile di vita orientato al benessere, nulla a che vedere con l’idea faticosa o ripetitiva del ‘mettersi a dieta’. E trovo che sia paradossale che proprio noi, in Italia, abbiamo perso il significato di questo concetto, noi che siamo il popolo della dieta mediterranea.” L’alimentazione fondata su verdura, frutta, cereali integrali, olio extravergine di oliva e legumi è, infatti, parte del patrimonio culturale della Penisola, tanto da ispirare nutrizionisti e studiosi a coniare il concetto di “dieta mediterranea”, studiandola e adoperandosi per promuoverne i principi. “Penso”, aggiunge a proposito il dottor Mariani, “che dovremmo difendere e tramandare le nostre tradizioni e abitudini facendo scelte locali, fresche e stagionali, costruendo su questi elementi la nostra alimentazione.”

    Ma come si collega l’esigenza di valorizzare la dieta mediterranea con la diffusione di servizi di sana alimentazione a domicilio? “È qui che il frigorifero fa la differenza”, sottolinea Mariani. Questo elettrodomestico ha sicuramente cambiato la fisionomia delle cucine, ma anche il modo di alimentarsi: la possibilità di poter conservare i cibi con facilità ha aperto numerose opportunità, tra cui anche il consumo di cibi già cotti all’esterno, come quelli proposti dalle piattaforme. “La mia provocazione, rivolta soprattutto ai più giovani, è di mangiare come se non esistesse il frigo, preferendo cibi naturali, scelti secondo i dettami della stagionalità e, meglio, se prodotti vicino casa.”

    Servizi di dieta a domicilio: quale impatto sulla salute e sulla sostenibilità?

    Cibi a domicilio

    shutterstock.com

    Oltre a una dimensione culturale, il dottor Mariani esprime la sua perplessità rispetto ai servizi di dieta a domicilio anche dal punto di vista nutrizionale. “Non dobbiamo illuderci che un piatto di carote, broccoli e cereali preparato a km da casa, presenti le stesse caratteristiche nutrizionali dello stesso piatto preparato nella propria cucina con ingredienti di qualità.” Il medico specifica che, dal punto di vista della nutraceutica, “la verdura perde molto del suo valore antiossidante, per esempio.”

    Il dottor Mariani riflette, infine, sul tema della sostenibilità che, in maniera sempre crescente, è una priorità per i consumatori. “Il problema non è soltanto il fatto che ci abituiamo a mangiare alimenti refrigerati, precotti e trasportati (con tutto ciò che comporta dal punto di vista delle emissioni), ma anche che il business del cibo sta distruggendo l’ambiente. È sicuramente un’opinione forte la mia, ma sono convinto che con il cibo non si possa fare industria.” Uno degli esempi che riporta il medico è quello degli allevamenti intensivi e dell’impatto che hanno sull’ambiente, come denunciato anche dal giornalista Stefano Liberti nel documentario “Soyalism”, ma non è il solo. “Penso”, conclude Mariani, “che si debba scegliere alimenti che siano sostenibili dal punto di vista economico, ambientale e relazionale.”

    Cultura del cibo: cucinare come atto d’amore

    Coppia che cucina

    Daxiao Productions/shutterstock.com

    Freschezza, sostenibilità e qualità si contrappongono, nella visione del divulgatore scientifico, non soltanto all’idea di dieta come privazione, a domicilio o meno, ma anche alla pigrizia che ci fa cucinare sempre di meno. “Dico nuovamente ai giovani”, continua l’intervistato, “di imparare a cucinare, anche se i genitori non sono stati in grado di trasmettergli il valore della dieta mediterranea. Il cibo non è puro sostegno, ma un atto d’amore in un paese di agricoltori, coltivatori e pescatori.”

    Il dottor Mariani promuove le piattaforme che permettono di accedere a prodotti di qualità direttamente a casa, come le start up che forniscono tutti gli ingredienti per preparare una ricetta tra amici. “È un modo per avvicinare i prodotti della tradizione e anche le specialità regionali e, di conseguenza, imparare a utilizzarli in cucina. Pensiamo alla bontà di una pasta all’Amatriciana preparata con pomodori italiani, raccolti ad agosto, con il Guanciale DOP e il Pecorino DOP. Se c’è modo di recuperare e trovare questi ingredienti, anche nelle città, è un grande vantaggio proprio per la cultura del cibo.” Un modo in più per preservare quello che, per il dottor Mariani, è un patrimonio condiviso e da tutelare.

     

    Voi utilizzate questi servizi?

    Passaporto friulano e cuore bolognese, Angela vive a Udine dove lavora come giornalista freelance. Per Il Giornale del Cibo scrive di attualità, sociale e food innovation. Il suo piatto preferito sono i tortelloni burro, salvia e una sana spolverata di parmigiano: comfort food per eccellenza, ha imparato a fare la sfoglia per poterli mangiare e condividere ogni volta che ne sente il bisogno.

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