comprare cibo online

Comprare cibo online conviene davvero?

Matteo Garuti

     

    Gli acquisti di cibo su Internet sono in crescita, anche se, per varie ragioni, il settore alimentare è il meno permeabile a questa forma di commercio, specialmente in Italia. Tuttavia, le realtà che vendono sul web sono già molte, con una gamma di prodotti molto varia e completa. Dopo aver visto come fanno la spesa i giovani nel nostro Paese, questa volta cercheremo di capire se comprare cibo online conviene davvero, prendendo in esame gli aspetti pratici ed economici che entrano in gioco e le ricerche finora pubblicate su questo tema.

    Comprare cibo online: la situazione in Italia

    Negli ultimi anni l’abitudine di comprare cibo online si è diffusa, soprattutto sui canali dei colossi dell’e-commerce, che si sono espansi sviluppando modalità innovative di vendita, pagamento, consegna e fidelizzazione dei clienti. Rispetto ad altri mercati, tuttavia, quello alimentare si distingue per alcune specificità, che in genere hanno rallentato e limitato lo sbarco su Internet, specialmente in Italia. Negli Stati Uniti, invece, il settore vale già quasi 11 miliardi di dollari, e si prevede una crescita del 9,6% annuo fino al 2019.

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    Crescita ed esportazioni

    Nonostante il ritardo, anche nel nostro Paese le vendite food sono in aumento da tempo, come evidenzia un’analisi dell’Osservatorio B2C della School of Management del Politecnico di Milano e di Netcomm, secondo cui l’e-commerce alimentare in Italia nel 2016 è cresciuto del 27% rispetto al 2015, arrivando a un valore di 519 milioni di Euro. Considerando invece le vendite da siti italiani a cittadini di tutto il mondo, il giro d’affari supera i 650 milioni di Euro. Complessivamente, le esportazioni – intese come valore delle vendite da siti italiani a consumatori stranieri – incidono per circa il 10% delle vendite del settore.

    In questo senso, si sta recuperando un certo gap rispetto ad altre nazioni occidentali, come il Regno Unito, la Francia e gli USA, dove l’abitudine di comprare cibo online è più radicata. Le vendite in Italia, ad ogni modo, rappresentano ancora solo il 3% del fatturato del commercio digitale, con l’8,6% degli acquirenti online che in Rete compra anche generi alimentari, secondo l’Istat.

    Nel confronto con gli altri prodotti, il commercio di cibo paga alcune difficoltà strutturali di carattere logistico legate principalmente al trasporto, soprattutto nel caso dei prodotti freschi facilmente deperibili. In Italia, inoltre, sembra pesare più che altrove una certa sfiducia, causata dall’impossibilità di vedere personalmente le merci prima dell’acquisto. Alla luce della crescita già registrata, comunque, questi dati potrebbero migliorare nell’arco di pochi anni.

    Cosa si acquista su Internet?

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    In base ai risultati delle ricerche, quando si decide di comprare cibo online in genere ci si orienta su alcune categorie di prodotti, che si prestano maggiormente a questa modalità di acquisto. Come stiamo per vedere, però, le vendite alimentari interessano un’ampia gamma di merci.

    Prodotti confezionati

    Gli alimenti confezionati a lunga scadenza e senza necessità di refrigerazione, non avendo particolari necessità nel trasporto e nella conservazione, sono i più acquistati, con il 60% delle vendite. I cibi freschi, da mantenere a temperatura controllata, si fermano al 31%, mentre le bevande e i surgelati pesano rispettivamente per il 7% e per il 2%. Nel complesso, il settore alimentare grocery rappresenta il 36% delle vendite alimentari online, mentre quelle con consegna a domicilio sui siti dei supermercati tradizionali, dal 2015 al 2016, sarebbero cresciute del 40%, raggiungendo un valore di 188 milioni di Euro.

    A queste realtà, si affiancano piattaforme che operano solo sul Web, come Prime Now di Amazon, che può consegnare la merce entro due ore dall’ordine. Per quanto riguarda le catene con negozi fisici, anche se non tutte le città italiane sono coperte dai servizi di consegna a domicilio, è comunque possibile comprare il cibo online e ritirarlo nei punti vendita.

    Gastronomia e alcolici

    I prodotti enogastronomici e gli alcolici rappresentano quasi il 47% del valore dell’alimentare online, dei quali sono il primo segmento in termini economici, cresciuto del 17% tra il 2015 e il 2016, fino a una cifra di poco superiore a 240 milioni di Euro. In questo settore di vendita operano sia catene di grande distribuzione con una rete di negozi, sia produttori che vendono direttamente ai consumatori.

    Cibi pronti

     

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    Il segmento dei cibi pronti e della ristorazione con consegna a domicilio – cresciuta del 29% fra il 2015 e il 2016 – pur rientrando nelle vendite online, si distingue dalle casistiche precedenti. Secondo le ricerche, questo tipo di mercato ha beneficiato particolarmente della diffusione degli smartphone, per mezzo dei quali oggi avviene circa il 25% delle compravendite sul web, con un aumento del 51% tra il 2015 e il 2016. Nel settore alimentare e in questo lasso di tempo, gli acquisti da cellulare sono pressoché raddoppiati, fino a toccare un valore di 100 milioni di euro, circa il 17% del totale dell’e-commerce del comparto, il 25% sommando anche le spese via tablet.

    I gruppi d’acquisto

    Non va trascurato il ruolo dei gruppi d’acquisto, che soddisfano soprattutto la domanda di prodotti freschi, con modalità idonee alle necessità di queste merci, come la consegna preventivamente concordata. Queste realtà di piccole dimensioni, organizzate spontaneamente dai cittadini, riescono a essere capillari, offrendo la possibilità di acquistare un’ampia gamma di cibi, spesso da agricoltura biologica. Non a caso, chi opta per una spesa vegetariana di qualità generalmente è attratto dai gruppi d’acquisto per comprare cibo online.

    Acquisti alimentari su Internet: i vantaggi

    Dopo aver presentato alcuni dati sull’espansione del mercato alimentare sul Web, possiamo considerare le ragioni che portano a comprare cibo online, soprattutto in termini di rapidità, comodità e opportunità di scelta.

    Si risparmia tempo

    Al di là del dato meramente economico, il principale vantaggio per chi sceglie di comprare cibo online è il risparmio di tempo. Non avere più la necessità di recarsi personalmente nei punti vendita, del resto, rappresenta una possibilità molto gradita, specialmente per chi conduce una vita densa di impegni o per chi mal sopporta le file al supermercato.

    La comodità conta


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    Per le stesse ragioni, la possibilità di ordinare e pagare da qualunque luogo e a qualsiasi orario, unita alla consegna a domicilio della merce, riduce drasticamente l’impegno da dedicare alla spesa quotidiana. Senza fretta e senza stress, gli acquisti si potranno portare a termine dopo cena dalla poltrona di casa.

    Più possibilità di scelta

    Oltre ai motivi appena citati, comprare cibo online offre indubbiamente una gamma di scelta molto superiore, con la possibilità di confrontare i prezzi e di informarsi accuratamente sui prodotti. Non di rado, questo vantaggio prevale rispetto agli altri, soprattutto per chi cerca cibo di qualità e difficile da reperire, che richiede il contatto diretto coi produttori.

    I vantaggi per le aziende

    Non solo chi compra può beneficiare delle compravendite in Rete, ma analogamente le imprese e l’intero settore alimentare sono favoriti dall’espansione del mercato e dall’aumento di visibilità, che può coinvolgere anche l’estero. Questi vantaggi, sono alla portata anche delle piccole aziende, senza il bisogno di grossi investimenti. La semplicità di utilizzo e i costi ridotti dei servizi, infatti, favoriscono lo sviluppo e l’innovazione di tutto il settore alimentare.

    Fare la spesa online conviene davvero?

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    Al netto dei punti di forza sopra citati, restano dubbi sull’effettiva convenienza economica degli acquisti via Internet rispetto a quelli in negozio. Nel 2017, uno studio del Massachusetts Institute of Technology (MIT) ha smentito questo tipo di convenienza, in seguito a un confronto di prezzi nei punti vendita e sul web per gli stessi venditori, in dieci Paesi tra il 2014 e il 2016. Dopo aver monitorato 38.000 prezzi per 24.000 prodotti, nel 73% dei casi le cifre sono risultate uguali, anche durante saldi o svendite, pur manifestandosi differenze nei singoli Stati e nelle diverse categorie di merci. Nella fattispecie del settore alimentare, i dati sono parsi ancor meno confortanti, in quanto i prezzi sono risultati pari nel 52% dei casi, e addirittura superiori sul web nel 32% dei casi.

    Anche se la ricerca non ha coinvolto l’Italia, su Repubblica i risultati sono stati sostanzialmente confermati da Valentina Pontiggia, direttore dell’Osservatorio Innovazione digitale nel Retail del Politecnico di Milano. Per il futuro si prevede un complessivo allineamento dei prezzi, mentre la differenza tra i canali di vendita sarà determinata dal valore aggiunto rappresentato dai tempi e dalle modalità di consegna, oltreché dai servizi legati all’acquisto.

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    Non c’è una regola fissa, ma…

    Sul piano strettamente economico, per valutare la reale convenienza dell’e-commerce alimentare occorre considerare adeguatamente alcuni semplici parametri. Se il punto vendita che ci interessa è poco distante da casa nostra e non dobbiamo affrontare spese aggiuntive, come ad esempio quelle per il parcheggio, quasi sempre comprare cibo online non sarà conveniente. Chi vive nei pressi di un discount, a maggior ragione, avrà meno motivi per acquistare su Internet.

    In sostanza, per risparmiare sulla spesa è bene valutare la propria casistica in termini di costi delle merci e degli spostamenti, ma anche in base al tempo speso e alla comodità. Comprare cibo online conviene soprattutto in alcune particolari situazioni e può essere un modo appropriato per reperire determinati prodotti, magari integrando gli acquisti nelle rivendite di fiducia.

     

    Fonti:

    Il Sole 24 Ore

    Osservatorio E-commerce B2C – School of Management, Politecnico di Milano

    Consorzio Netcomm

    Istituto nazionale di statistica – Istat

    Neikos

    Repubblica Economia & Finanza

    Matteo è nato a Bologna e vive a San Giorgio di Piano (Bo), è giornalista, sommelier e assaggiatore di olio d'oliva, ha collaborato con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie agro-alimentari dell'Università di Bologna. Per Il Giornale del Cibo si occupa di attualità, salute, cultura e politica alimentare. Apprezza i cibi e le bevande dai gusti autentici, decisi e di carattere. A tavola ama la tradizione ma gli piace anche sperimentare: per lui in cucina non può mancare la creatività, "perché è impossibile farne a meno!"

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