Cara, Stasera Cucino Io!

Redazione

di Andrea Lupo. In principio era Ugo Tognazzi. Insuperabile anfitrione, raffinato gourmet, la storia recente ci consegna l’immagine in bianco e nero del gran signore in cucina. Poi, strano a dirsi, lo sdoganamento della politica: il risotto di D’Alema, le sardine di Bossi, il patto della crostata a casa Letta. L’uomo in cucina non è più tabù, anzi, è boom. è di questi giorni un dato Istat che rivela come gli uomini abili ai fornelli siano ormai il 43%. Per il 71,3% dei maschi per di più, cucinare è un piacere e un divertimento, lo conferma un’indagine SWG 2010 sul vissuto degli italiani in cucina. E di questi ben il 20% cucina sempre o regolarmente. Marco e Giuly: insieme nel lavoro e nella vita. Hanno un apprezzato ristorante sui Navigli a Milano; lei ai fornelli, lui in sala: ‘Ma – dice Marco – a casa non c’è dubbio, cucino io’. E non è l’unico, se è vero come risulta da un’indagine della Camera di Commercio di Milano, che nella stessa situazione si trova ormai un uomo su due. C’è sicuramente tra questi chi fa di necessità virtù, ma a Milano la cucina è senza dubbio di moda: legge abitualmente riviste di eno-gastronomia il 30% dei milanesi, e una famiglia su cinque segue quotidianamente le trasmissioni TV dedicate. Proprio all’immagine dello chef televisivo, ormai divo conclamato, sembrano ispirarsi anche i ragazzi. Già da qualche anno gli istituti alberghieri della penisola fanno registrare il tutto esaurito con lunghe liste d’attesa. E a quanto pare è una scelta sensata: uno studio-choc, condotto dalla Georgetown University Center on Education and the Workplace in America sulle professioni più richieste da qui al 2018, mette infatti al primo posto proprio cuochi e camerieri. Ma la professione non è tutto. Pentole e fornelli sono da sempre una formidabile arma di seduzione, anche le donne si prendono per la gola. E questo per il nostro spirito di latin-lover è un richiamo irresistibile. Lo confermano i dati di un tour operator – Speed Vacanze – specializzato in viaggi per single. Solo nell’ultimo anno le prenotazioni dei corsi di cucina da parte degli uomini sono cresciute del 27%. La formula chef per un fine settimana è appannaggio del 52% degli uomini contro il 48% delle donne, con una prevalenza della fascia di età dai 35 ai 45 anni. Moda, seduzione o rivoluzione culturale che sia, la scoperta dell’uomo in cucina non trova impreparate le aziende e i responsabili delle risorse umane. La formula del team building (ovvero l’insieme di attività formative che le aziende mettono in atto per migliorare il lavoro di squadra e la produttività delle persone) è sempre più diffusa, e se un tempo prevalevano attività sportive o estreme, dal trekking ai corsi di sopravvivenza, oggi spopolano i corsi di cucina dove manager e impiegati si sfidano a colpi di frittata. Per valutare appieno l’ampiezza del fenomeno basti pensare che sui motori di ricerca la voce ‘team building cucina’ conta oltre 75.000 risultati. Puntiglioso e quasi maniacale nella ricerca creativa dei suoi piatti, l’uomo in cucina lo è quasi di più nella scelta degli attrezzi del mestiere. Torme di single, nonni e padri di famiglia si aggirano nei reparti casalinghi alla ricerca di casseruole, bastardelle, saccapoche o più probabilmente di altri immancabili accessori tanto belli quanto inutili. Una recente ricerca (3M Italia) dimostra come proprio gli uomini abbiano contribuito sempre più a trasformare gli arredi e gli accessori in oggetti high-tech semiprofessionali, vero cult della cucina maschile soprattutto per i 30/40enni. L’universo femminile sembra apprezzare le virtù culinarie di mariti e compagni, ma poi non fa mancare la solita critica. Sei donne su dieci si lamentano infatti che l’uomo sarà sì bravo, ma proprio non rimette a posto e non pulisce. Problema risolto dalle americane, che lasciano all’uomo di casa solo il rito e l’esclusiva del barbecue: è semplice da usare, non sporca più di tanto, e soprattutto, è lontano dalla cucina! Ringraziamo mangpages e ronnieliew per le immagini.

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