In che modo la tecnologia Blockchain per il caffè può garantire la filiera?
In ogni angolo del mondo, ogni giorno, si consumano grandi quantità di caffè, e i dati presentati a gennaio scorso al Sigep (Salone Internazionale Gelateria, Pasticceria, Panificazione Artigianali e Caffè) di Rimini mostrano infatti un incremento dell’1,8% nel 2019, per quanto riguarda il caffè caldo. Come ogni prodotto che arriva da lontano, però, tracciare i passaggi della sua filiera non è semplice, perché le informazioni da raccogliere sono tante e frammentate.
La necessità di garantire trasparenza e qualità al consumatore finale, però, trova sempre più delle risposte nelle nuove tecnologie. Farmer Connect, per esempio, è un progetto che nasce proprio con l’obiettivo di raccogliere in modo organico le informazioni lungo tutta la filiera, per poterle poi distribuire al consumatore, che sarà così in grado di scoprire da dove arriva il prodotto che ha nella sua tazzina. Vediamo di cosa si tratta e in che modo la tecnologia Blockchain per il caffè aiuta a monitorarne produzione e distribuzione.
Che cos’è la tecnologia Blockchain?
Nata in ambito finanziario (è la tecnologia alla base delle criptovalute, come i Bitcoin), la Blockchain è un registro digitale e distribuito, costituito da una “catena di blocchi” di dati. La sua sicurezza viene proprio dal fatto che le informazioni in essa contenute non si trovano su un unico dispositivo, ma su moltissimi nodi, ovvero computer, che formano una rete. I dati sono accessibili tramite delle applicazioni, e il processo di crittografia assicura che quelli già immessi non possano essere modificati, così come il loro ordine. Inoltre, nel caso in cui un nodo venisse danneggiato intenzionalmente o smettesse di funzionare, gli altri continuerebbero a conservare le informazioni, che non andrebbero perse.
Blockchain per il caffè: Farmer Connect e l’app Thank My Farmer
Farmer Connect è un progetto supportato dalla tecnologia Blockchain di IBM. È nato per collegare gli attori della filiera agroalimentare e fornire al consumatore le informazioni, ma soprattutto ogni garanzia possibile, sull’origine e la lavorazione del caffè che acquista. Come sottolinea il fondatore e presidente di Farmer Connect, David Behrends, lo scopo è “rendere più umana la relazione di ogni consumatore con la sua tazzina di caffè”.
In Farmer Connect ci sono produttori, esportatori, importatori e commercianti di tutto il mondo, che tramite l’app Farmer ID (lanciata a inizio 2020) possono registrare l’identità e i dati che riguardano la loro attività. Sempre in collaborazione con IBM, è stata sviluppata una seconda applicazione, Thank My Farmer, presentata a gennaio 2020 al CES (Consumer Electronics Show) di Las Vegas. Sarà presto disponibile e, tramite la scansione di un QR code, permetterà al consumatore di verificare le informazioni e conoscere la storia del caffè, scoprire e supportare i progetti di sviluppo che coinvolgono la comunità di agricoltori, condividere quanto appreso sui propri social media.
Grazie a questo sistema, ogni passo della coltivazione e lavorazione del caffè può essere tracciato, con un vantaggio notevole in termini di trasparenza e sicurezza della filiera. Farmer Connet, infatti, nasce proprio con l’obiettivo di rendere tutti i passaggi più efficienti e di creare un ecosistema migliore per la comunità di coltivatori di caffè a livello globale, costruendo un forte legame tra il primo anello della catena e l’ultimo, dando al consumo di caffè un volto umano attraverso le storie di chi lo produce, e diffondendo la sensibilità per metodi sostenibili ed equi.
Blockchain nel settore agroalimentare: applicazioni e vantaggi
Il sistema basato sulla tecnologia Blockchain è adatto ai più vari utilizzi e a ogni ambito in cui occorre registrare, conservare e diffondere dati o informazioni in modo sicuro. Negli ultimi anni, anche l’Agrifood lo ha sperimentato, soprattutto per rispondere alla richiesta di trasparenza da parte dei consumatori. Abbiamo infatti parlato più volte di contraffazione e Italian Sounding, sottolineando quanto questi fenomeni siano nocivi sia per il danno di immagine che ne risulta, ma anche e soprattutto per la salute del consumatore. Spesso, infatti, la qualità di prodotti che somigliano agli originali è molto bassa, e ogni anno vengono sequestrate tonnellate di cibi contraffatti, goffe riproduzioni delle eccellenze Made in Italy, nelle quali è frequente imbattersi, soprattutto all’estero. Per questo motivo, infatti, sono nati progetti come SafeFood, che utilizza la un laser infrarosso per controllare gli alimenti confezionati, e certificazioni come ITA0039 | 100% Italian Taste per i ristoranti italiani all’estero.
Chi acquista o ordina un prodotti oggi è interessato a conoscerne la storia e i passaggi della filiera, chiede delle certezze sulla qualità, che si tratti di formaggio, vino o caffè. La tecnologia Blockchain si inserisce, quindi, in questo panorama come un mezzo che permette alle aziende di ricostruire la fiducia del consumatore. Oltre a prevenire le frodi alimentari, può infatti contribuire alla sicurezza alimentare, come per esempio nel caso di Thank My Farmer, che supporta la tracciabilità della filiera del caffè. Serve inoltre a velocizzare i pagamenti e a eliminare gli intermediari, contribuendo all’equa distribuzione dei compensi. Infine, può aumentare l’efficienza dei diversi passaggi produttivi e distributivi, con una riduzione degli sprechi alimentari.
Conoscevate già Farmer Connect e altre applicazioni della tecnologia Blockchain in ambito agroalimentare?