Fattore Futuro

“Fattore futuro”: i volti delle giovani aziende italiane che investono sul futuro del cibo

Redazione

Il fattore italiano del futuro è giovane, sensibile alle questioni ambientali e determinato a puntare sull’innovazione sostenibile. Questo è il profilo che emerge dall’incontro con i venti imprenditori under 40 selezionati da “Fattore futuro”, un progetto promosso da McDonald’s con il patrocinio del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, che mira a sostenere e valorizzare l’eccellenza agricola italiana.
Se n’è parlato a Milano, nel corso di uno degli appuntamenti di Food for All! Dalla Carta di Milano al cibo del futuro per tutti, la serie di incontri, dibattiti e laboratori tenutasi dal 3 al 10 maggio e organizzata dalla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, con lo scopo di analizzare le sfide sociali, culturali, economiche, politiche che riguardano il futuro del cibo. Invitati a partecipare, abbiamo deciso di parlarvi di questa interessante iniziativa e di raccontarvi le storie di alcune delle giovani aziende italiane che investono su una produzione innovativa e sostenibile.

“Fattore futuro”, un progetto per sostenere l’eccellenza italiana

Fattori Futuri

L’obiettivo del progetto, lanciato nel 2015, era individuare 20 imprenditori con meno di 40 anni, che si distinguessero per un approccio sostenibile all’agricoltura e coniugassero tradizione ed innovazione in 7 diverse filiere: carne bovina, carne avicola, pane, insalata, patata, frutta, latte. I selezionati sono, oggi, fornitori del celebre marchio della ristorazione veloce per tre anni.

Come sottolinea Mario Federico, amministratore delegato di McDonald’s Italia: “Fattore futuro nasce per dare la possibilità ai giovani di parlare di quello che fanno sul territorio. I venti selezionati sono imprenditori che combinano il loro mestiere con un approccio innovativo alla produzione, con occhio di riguardo al rispetto dell’ambiente. Questi giovani sono il volto dei nostri ingredienti di qualità.”

Perché “Fattore futuro” è utile per i giovani?

La finalità del progetto è investire nell’agricoltura italiana, sostenendo chi in questo settore già realizza un prodotto di qualità. “Fattore futuro” è, di fatto, un modo attraverso il quale i giovani vengono accompagnati ed aiutati in un processo di sviluppo e crescita.

Per i selezionati partecipare a “Fattore futuro” è fonte di stimolo ed orgoglio. Sono fieri di poter portare avanti una loro idea di agricoltura e allevamento, sensibile ad elementi come la sostenibilità ambientale e lo sviluppo ecosostenibile nelle filiere di carne bovina, carne avicola, grano, insalata, patata, frutta e latte. “Collaborare con McDonald’s”, sostiene l’allevatore Achille Belloni, “rappresenta un’opportunità preziosa per lavorare con un’azienda importante a livello internazionale.” Questo progetto dimostra, infatti, che anche i piccoli produttori possono dialogare con i giganti del settore food, puntando su qualità, ricerca ed innovazione.

Chi sono i “fattori (del) futuro”?

Tra le 130 candidature presentate, sono stati scelti i venti progetti ed imprenditori che, più di tutti, sono stati capaci di coniugare la qualità del prodotto proposto con l’innovazione all’interno dell’azienda. Particolare attenzione è stata poi dedicata a chi sceglie un approccio eco-friendly.

Per Stefania, Claudio e Sergio il futuro è ricerca

Stefania Bagagli

C’è anche chi per realizzare il suo sogno di una produzione il più possibile ecologica collabora con i laboratori di ricerca di alcune Università come quella di Bologna, Padova e L’Aquila. È il caso di Stefania Bagagli che, in provincia di Cesena, coltiva le patate che il consumatore troverà nel suo vassoio di McDonald’s.

 

Scipioni

Claudio Scipioni, di Avezzano, invece collabora con l’Università de L’Aquila, dove si è laureato in Biotecnologie alimentari alla vigilia del terremoto. L’obiettivo è migliorare la coltivazione delle patate contrastando la perdita di biodiversità e di suolo: grazie alle sementi speciali impiegate, infatti, è possibile produrre addirittura senza concimi.

Campana

Anche Sergio Campana, di Campogalliano, ha dato il via a una collaborazione con L’Università di Padova. La sperimentazione avviata, che nel suo caso riguarda le coltivazioni di grano, ha l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale attraverso l’utilizzo di batteri azotofissatori e analisi estese dei terreni.

Per Francesco e Matteo l’energia del domani è “green”

In molti hanno scelto l’energia verde per sostenere la produzione, installando impianti fotovoltaici, eolici oppure a biomasse. Particolare attenzione è poi dedicata agli sprechi, soprattutto nell’irrigazione. Per questa ragione, Francesco Randazzo ha in cantiere la realizzazione di una capannina meteorologica costituita da anemometro, pluviometro, igrometro, sensore di temperatura, sensore di umidità, temperatura del suolo, sensore di conducibilità elettrica del suolo, sensore di radiazione solare e sensore di bagnatura fogliare.

Innovazione è anche impiegare le sostanze di rifiuto dell’allevamento, i reflui, per produrre energia: questa è la convinzione di Matteo Mapelli, allevatore lombardo di bovini, capofila di un gruppo di allevatori che ha realizzato un impianto a biometano per sostenere la produzione.

Una questione di famiglia per Massimo e Raffaella

Campitelli

Per Massimo Campitelli e suo fratello Franco, titolari della Società Agricola Campitelli a Larino, provincia di Campobasso, fare l’agricoltore è realizzare il sogno dei loro genitori che, con fatica e caparbietà, hanno avviato l’azienda. Oggi l’obiettivo è crescere, in particolare nell’ambito dell’allevamento avicolo puntando sull’energia rinnovabile.

Mellano

È una famiglia allargata, invece, quella di Raffaella Mellano che presiede una cooperativa di aziende che ha scelto di intraprendere la strada della produzione biologica o biodinamica di latte, formaggi, carne e cereali. L’unione fa la forza: infatti, l’obiettivo è proprio offrire un prodotto di altissima qualità, riducendo i costi di produzione, valorizzando la tracciabilità dell’intera filiera e curando la sostenibilità energetica dell’intero processo. “Il mio auspicio poi, sottolinea Raffaella, è che in futuro sempre più giovani facciano gli agricoltori e lavorino con la terra.”

Giosuè debella i virus con la tecnologia

Grazie all’altissimo tasso di tecnologia impiegato nella coltivazione, Giosuè Arcoria è riuscito addirittura ad introdurre la coltivazione di alcune specie di arance resistenti ad alcuni virus che, nel catanese, mettono a rischio la salute delle piantagioni. Un risultato frutto di un grande lavoro finalizzato a perfezionare hardware e software che regolano automaticamente l’irrigazione, la fertirrigazione e il nutrimento delle piante.

Il fattore (del) futuro è, dunque, secondo McDonald’s, chi sceglie di dedicarsi all’agricoltura, trasformando la propria passione in un percorso produttivo etico ed ecosostenibile. Ed è proprio lui il soggetto su cui sceglie di investire.

“Fattore futuro” è innovazione

“L’innovazione, spiega Mario Federico, è dare voce a questi giovani. Dal canto nostro, parlerei piuttosto di responsabilità da parte degli imprenditori italiani e di un’azienda, McDonald’s, diffusa in tutto il mondo, molto sensibile al locale, che vuole agire secondo dettami condivisi”. Per raggiungere questo obiettivo, l’azienda investe ogni anno 162 milioni nella filiera italiana per poter servire circa 700.000 clienti al giorno.

“Fattore futuro”, quindi, ha offerto agli agricoltori selezionati un contratto di fornitura di tre anni. In questo modo, McDonald’s conferma l’intenzione di servire prevalentemente prodotti italiani nei punti vendita del Belpaese. Ad oggi l’80% dei fornitori scelti dall’azienda è composto da produttori locali, una scelta finalizzata a puntare sulla qualità, sulla sostenibilità e sulla territorialità dei prodotti della nota catena di fast food statunitense.

Si fa, dunque, innovazione con la tradizione? “Assolutamente, preparando i nostri panini, anzi 200 milioni di panini ogni anno, con ingredienti di altissima qualità.”

Valorizzare le produzioni locali , privilegiando il km zero, è d’altronde una tendenza crescente che porta con sé delle importanti implicazioni, tanto a livello economico, quanto a livello etico e ambientale. Significa infatti scegliere di premiare un’agricoltura cosciente e rispettosa della biodiversità, ma anche valorizzare la tradizione agricola e gastronomica del territorio, una scelta ancor più importante in un Paese come l’Italia, i cui prodotti, nel mondo, sono da sempre sinonimo di qualità.

L’auspicio degli agricoltori, di McDonald’s e del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, è che l’opportunità data ai 20 giovani imprenditori si trasformi in un modo concreto per sostenere e rafforzare le aziende selezionate, assicurando loro un futuro e mantenendo salde le scelte etiche e ambientali che, oggi, dirigono la produzione.

Nel futuro che inizia a delinearsi all’orizzonte, dunque, per emergere sarà necessario, da un lato, promuovere l’innovazione in ambito alimentare, dall’altro, valorizzare prodotti e produttori locali che conoscono la terra e la trattano con cura. Prodotti, in sintesi, nei quali riconoscere il sapore del Made in Italy.

Se volete conoscere tutte le storie, raccontate direttamente dagli agricoltori, trovate i video sul sito di Fattore Futuro insieme a tutti gli aggiornamenti sul progetto.

I contenuti di questo articolo sono stati prodotti da Noetica senza alcun coinvolgimento della redazione de Il Giornale del Cibo

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