Cesto di verdure

Il futuro del cibo per i bambini? È green. Intervista al poeta Davide Rondoni

Angela Caporale
2

     

    Quale cibo consumeremo nel futuro? Come sarà composto un pranzo nel 2050? Sono alcune delle domande che stimolano l’attività di ricerca del CIRFOOD District, il nuovo spazio dedicato alla food innovation promosso da CIRFOOD a Reggio Emilia dove proseguirà, nei prossimi mesi, l’iniziativa Nutriamo la Scuola.

    Una domanda che è stata posta anche ai bambini e alle bambine dei centri giochi Don Milani, Agosti e Don Bosco di Reggio Emilia, protagonisti della Settimana del Cibo, una serie di iniziative e laboratori sviluppata dall’azienda ristorativa in collaborazione con l’Officina Educativa, servizio del Comune di Reggio Emilia, e l’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo.

    C’è chi immagina che non mangeremo mai più carne, chi invece è convinto che sarà sufficiente ingerire una pillola del proprio sapore preferito. “I bambini, del resto, sono inventori di parole” commenta il poeta Davide Rondoni, insieme al quale abbiamo letto alcune delle idee dei bimbi emerse durante la sperimentazione nei centri estivi. Siete curiosi?

    Il cibo del futuro secondo i bambini

    cibo del futuro

    Durante la Settimana del Cibo, una delle tante attività interattive proposte ai bambini dei centri estivi di Reggio Emilia riguardava, per l’appunto, un ragionamento sul cibo del futuro. Tutto nasceva dalla merenda speciale proposta da CIRFOOD con le “foodballs”, ovvero le “polpette del futuro” a base di “ingredienti speciali” come il “caulipower” (un superfood composto da quinoa, lenticchie e cavolfiore) simili a piccole pagnottine di pane. Un’area del METROQUADRO, il tappeto sensoriale su cui è stata consumata la merenda, stimolava poi i bambini a rilassarsi e lasciare libera la fantasia per immaginare cosa mangeranno in futuro.

    Tante e curiose le idee dei più piccoli. C’è chi è convinto si useranno solo le mani, chi immagina un menù fatto di sole piadine, oppure di soli spiedini con tutti gli ingredienti. In molti pensano che non si mangerà più la carne, o in maniera molto inferiore ad oggi. Pizza, hamburger e pane restano, però, insostituibili per i bambini e le bambine, che non credono proprio di potervi rinunciare. Mentre il sogno, più o meno consapevole, è di un futuro del cibo green e naturale.

    “Immaginare il cibo significa immaginare la comunità”, il commento del poeta Davide Rondoni

    “L’immaginazione e l’invenzione sono da sempre il motore dell’innovazione” riflette il poeta Davide Rondoni che aggiunge: “i bambini inventano parole da ciò che vedono e il cibo è spesso attorno a loro. Basti pensare alla parola ‘pappa’ che non è né mamma né papà, ma una terza via immaginaria. Già dall’inizio, dal nucleo fondamentale della famiglia, il bambino è stimolato ad inventare qualcos’altro.”

    Il lockdown e questo periodo di grandi cambiamenti non potrà che condizionare anche l’immaginazione dei bambini. “Mi preoccupa il rischio che passi l’idea che la salute è l’ideale massimo a cui ambire. Credo che i bambini patiranno la de-realizzazione del corpo, l’idea che la salute venga prima di tutto e sia un assoluto non può che portarli a guardarsi gli uni dagli altri.”

    Come evitare che il distanziamento sociale, di fatto, si trasformi in un tratto impossibile da modificare o estirpare? “Trovo che si possa lavorare sul cibo che non è mai stato qualcosa di asettico: si impasta, si tocca, si sporca. Sarà importante che continui ad essere, anche a scuola, un momento non asettico e non distante della giornata perché la salute non può essere il valore con cui sostituire l’arte o la bellezza in cima alle nostre priorità.”

    La sfida, secondo il poeta, è restare vigili per evitare che si formino “autoritarismi nel nome della salute”: “non ridurre tutto a un corpo che sta bene o sta male è una bella sfida per chi ama l’arte e il cibo. E, tornando al cibo del futuro e ai bambini, trovo che immaginare il cibo sia immaginare la comunità, la condivisione di tempo e di spazio che caratterizzerà il nostro domani. Il cibo è, oggi, un grande invito a sentirci ed essere nuovamente vicini.”

     

    E voi e i vostri bambini come immaginano il cibo del futuro? Parlatene a tavola e scriveteci nei commenti!

    Passaporto friulano e cuore bolognese, Angela vive a Udine dove lavora come giornalista freelance. Per Il Giornale del Cibo scrive di attualità, sociale e food innovation. Il suo piatto preferito sono i tortelloni burro, salvia e una sana spolverata di parmigiano: comfort food per eccellenza, ha imparato a fare la sfoglia per poterli mangiare e condividere ogni volta che ne sente il bisogno.

    Lascia un commento