Papa Francesco Enciclica

Petrini e l’Enciclica green: «Il Papa ha iniziato un processo che andrà lontano»

Simona Bonciani

Il racconto inedito della telefonata tra Francesco (Papa) e Carlo (l’agnostico)

Se è vero che carisma è, come definisce il caro vecchio Treccani, la capacità di esercitare, grazie a doti intellettuali o fascino personale, un forte ascendente sugli altri e di assumere la funzione di guida, di capo, allora si, Carlo Petrini fondatore di Slow Food, senza dubbio è un carismatico.

Dal giorno in cui in occasione di Sorsi d’Autore,  a Villa Giusti Suman di Zugliano, l’ho ascoltato in mezzo ad una platea attenta ed entusiasta, parlare dell’ Enciclica di Papa Francesco, di biodiversità, di coesione sociale che non c’è più, del vero significato di gastronomia, di spreco alimentare, sono cambiate per me molte cose. Ad esempio nel mio modo di fare la spesa: la faccio più spesso acquistando “quanto basta”, cerco e scelgo i prodotti guardando oltre il prezzo,  il valore, il territorio, il sociale.

 

Simona e Petrini

Carlo Petrini ha scritto l’introduzione all’Enciclica Laudato Si’ di Papa Bergoglio: il testo affronta in vari punti il tema dell’alimentazione, senza mai citarlo apertamente. Lo fa quando parla di cultura dello spreco, di diritto all’acqua potabile, della ricerca sugli OGM, del rapporto fra l’uomo e le altre specie viventi…

Vi racconto, con le sue stesse parole, del perché e del come sia stato invitato a scrivere l’introduzione di questo innovativo e prezioso documento.

La lettera di Petrini a Bergoglio

“…Mi ha telefonato il Papa: ero a Parigi, un sabato sera alle 19. Chiamata da numero sconosciuto: pensavo fosse Repubblica che mi chiedeva un articolo. Invece era Papa Francesco. Io gli avevo  mandato Terra Madre e un lettera che avevo scritto  quando lui era andato a Lampedusa. Quel viaggio mi aveva fatto pensare ad un atteggiamento di natura antropologica: lui è figlio e nipote di migranti, il suo cuore è li. In quel mare, dove adesso muoiono i neri, un tempo morivano i piemontesi, i veneti.

6 agosto 1906 davanti a Cartagena affonda il Sirio: 420 morti tutti della provincia di Cuneo, Alessandria, Asti.
27 ottobre 1927 davanti a Rio de Janeiro affonda la Principessa Mafalda: 550 morti tutti veneti, lombardi e piemontesi. Cosa andavano a fare? Erano disperati! In 40 anni, 1884-1924, 24milioni di italiani sono partiti e nel periodo post bellico, 1945-56, altri 15 milioni. Era un’altra Italia. E noi non abbiamo la memoria di dire che erano i nostri nonni in quella situazione li. In quella lettera gli dicevo che nelle osterie di Langa, quando ero giovane, sentivo cantare “.. l’America l’è lunga l’è larga, l’è circondata dai monti e dai mari, con l’industria dei nostri italiani abbiam fondato paesi e città… 30 giorni di nave a vapore, fino in America siamo arrivati, abbiam trovato né paglia né fieno, abbiam dormito sul nudo terreno, come le bestie abbiam riposà…”
Questi erano i nostri nonni. Chiudevo la lettera dicendo che ero convinto che a casa Bergoglio, a Buenos Aires, si cantasse questa canzone”.

 

 Carlo Petrini


La telefonata del Papa

“Venti giorni dopo arriva la telefonata in cui mi dice:
La ringrazio e volevo dirle che a casa mia si cantavano queste canzoni e che mio padre e mio nonno dovevano prendere la Principessa  Mafalda ma non avevano soldi a sufficienza per cui son partiti nel 28.

Ho risposto: Io sono  agnostico ma questa è una delle prove dell’esistenza di Dio.
Ne è nata una bella conversazione in cui abbiamo parlato di contadini, di economia, di sussistenza e dell’errore storico di  voler portare l’economia industriale dentro quella agricola, con la logica dell’accumulo e del reinvestimento, cioè la tipologia di economia del manufatto. Ma la terra non è un manufatto

Poi chiedo a Francesco: Posso parlarle di mia nonna? Mia nonna era cattolica sabauda, solo che nel 1915 sposa un macchinista  ferroviere socialista che si chiamava Carlo Petrini. Nel 1921 fonda a Bra il partito comunista, nel 1922 viene licenziato e comunque lui mantiene la sua fede comunista. Mia nonna ha continuato ad essere fedele a suo marito e a Gesù Cristo. Anche perché, nell’iconografia classica, Cristo era il primo socialista.

 

Papa Francesco

Copyright: neneos

 

Il Papa mi dice:  Venga al dunque!
E allora ricomincio: Nel  1948 Pio XII dà la scomunica  a tutti i comunisti; mia nonna va dal parroco di Bra a e in confessionale  il parroco dice, ma lei cosa vota? Mia nonna dice: cosa votava mio marito. E l’altro: cosa votava suo marito? Mio marito era comunista. Allora il parroco le dice: ‘Lei sa che l’assoluzione non posso dargliela!’  Mia nonna risponde: ‘…e allora se la tenga pure!

Il Papa si è messo a ridere. Visto che le piace posso dirle Francesco cosa penso anche dei preti? Però in piemontese!
Risponde: Ma io il piemontese lo capisco!
‘Chi fa come il prete dice va in paradiso, chi fa come il prete fa a casa del diavolo va’.

Il Papa commenta: Effettivamente un po’ anticlericale! Però deve sapere che c’è anche nel Vangelo. Se lei sapesse nella nostra chiesa quanti farisei parlano bene e si comportano male!

Ci siamo salutati”.

 

Il Papa ‘benedice’ Slow Food e Terra Madre

“Passa una settimana e arriva la lettera:

Ho ricevuto con piacere la sua cortese lettera, il volume che mi ha mandato e la ringrazio vivamente per quanto ha voluto confidarmi e trasmettermi. In pari tempo desidero esprimere la mia gioia per la conversazione telefonica che abbiamo avuto sabato scorso. Quel ‘se  la tenga’ mi fa ancora sorridere: rivela la grandezza di una donna che ha saputo unire religiosità, saggezza e umorismo.
L’attività di Slow Food e Terra Madre, volta a promuovere metodi di produzione alimentare in armonia con la natura, suscita nel mio animo sentimenti di sincero apprezzamento.

 

Proteggere il Pianeta

 


Incoraggio pertanto a proseguire in tale significativa opera : c’è tanto bisogno di persone e di associazioni che favoriscano
la coltivazione e la custodia del creato. Coltivare e custodire il creato è un’indicazione di Dio data non solo all’inizio della storia (Genesi 2,15) ma a ciascuno di noi per far crescere il mondo con responsabilità, trasformarlo perché sia un luogo abitabile per tutti. Con tale auspicio le assicuro la mia spirituale vicinanza e le chiedo gentilmente di ricordarmi nelle sue buone intenzioni.

Fraternamente Francesco.”

 

L’introduzione all’Enciclica di Papa Franceco

Nella prefazione all’Enciclica, Carlo Petrini evidenzia come nella carenza di idee, messaggi, visioni, questo documento sia così straordinario proprio per la visione antropocentrica: pone l’uomo al centro. Sottolinea inoltre come non sia un’Enciclica rivolta solo ai credenti bensì a tutti, perché a tutti “chiede di riflettere su quanto sia necessario evitare l’uso di materiale plastico o di carta, ridurre il consumo di acqua, differenziare i rifiuti, cucinare solo quanto ragionevolmente si potrà mangiare, trattare con cura gli altri esseri viventi, utilizzare il trasporto pubblico o condividere un medesimo veicolo tra varie persone, piantare alberi, spegnere le luci inutili, e così via”…

“Molto probabilmente – dice Petrini – anche la Chiesa stessa è impreparata ad accoglierla pienamente, ma lui (Papa Francesco) ha iniziato un processo che andrà molto lontano….”

Il racconto mi ha lasciato il senso di affinità, di sintonia tra due uomini rispetto ad un messaggio, l’Enciclica di Papa Francesco appunto, che è riduttivo chiamare verde ed ecologista.
E soprattutto, un senso di speranza  e serenità sulla visione di “decrescita felice” di Bergoglio: “La felicità richiede di saper limitare alcune necessità che ci stordiscono, restando così disponibili per le molteplici possibilità che offre la vita”.

Se volete leggere l’enciclica Laudato Si’, scaricate il pdf.

 

Copyright immagine in evidenza: neneos

Nata ad Arezzo, vive a Bologna dove ha sede Noetica, agenzia di comunicazione di cui è titolare. Quando non svolge le mansioni di direttore editoriale e marketing de “Il Giornale del Cibo”, continua a pensare alla tavola, soprattutto se ha a che fare con un piatto di involtini di pesce spada, il suo piatto preferito, “perché sono indiscutibilmente la cosa più buona al mondo”. Alla domanda “cosa non può mancare in cucina?” risponde "una buona conversazione, anche solo con se stessi, perché ha la capacità di dare gusto a qualunque piatto…”

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