Quali vini servire per un brunch domenicale gourmet? Ecco i nostri consigli 

 

Immaginate una domenica mattina soleggiata, un casolare di campagna, una tavola imbandita con croccanti toast di salmone e avocado, soffici pancake con ricotta e sciroppo d’acero, morbide omelette di verdure e profumatissime brioche al burro. O ancora, immaginate un vicolo stretto in centro città, un locale industrial con una parete di mattoni rossi, alzatine con torte e muffin sul bancone, e una parete lavagna su cui leggete una lista di piatti dai nomi americaneggianti: “french toast, bagels farciti, egg sandwich, breakfast burrito…” Sì, avete indovinato, in campagna o in città, una tavola così può voler dire solo una cosa… siete finiti in un brunch domenicale!

Una tendenza, quella del brunch, che ha già conquistato caffè, bistrot e locande delle nostre città, e che è pronta per entrare nelle nostre case, proponendosi come alternativa più fresca e giovane al classico pranzo della domenica a base di lasagne, paste al forno e arrosti. Gli influencer ne vanno pazzi, e sono sempre di più i contenuti social che ci mostrano come preparare un perfetto brunch casalingo.

E chi ha detto che in questa occasione si possano bere solo succhi, centrifugati o spremute? A metà tra un pranzo e la colazione, in realtà questo pasto speciale è l’occasione perfetta per stappare una bottiglia e provare abbinamenti inusuali ma decisamente convincenti. Oggi quindi vi sveliamo quali sono i vini più adatti per un brunch casalingo davvero esclusivo!

Da colazione estesa a pasto gourmet: l’evoluzione del brunch

Brunch è una parola di origine anglosassone che nasce dalla fusione di breakfast e lunch, ovvero colazione e pranzo. È quindi una colazione estesa, che solitamente comincia prima di un pranzo tradizionale, già dalle 11, e si prolunga fino al primo pomeriggio, di solito fino alle 15-15,30, ma un brunch gourmet con molte portate può durare anche fino alle 17,30! Insomma, per questo spesso viene associato alla domenica, perché tradizionalmente è il giorno in cui ci svegliamo più tardi, ci prendiamo tempo per noi e per le persone care e possiamo concederci di stare a tavola un po’ di più. Questa esperienza gastronomica ci invita infatti a riflettere proprio su un elemento importante: negli ultimi tempi il brunch sembra incarnare alla perfezione la filosofia “slow living”, che indica la volontà di rallentare, frenare consapevolmente la quotidianità per vivere il momento presente, ritagliandosi tempo per sé, per il relax, le coccole e i piaceri semplici, per la famiglia e gli amici.

Solo qualche anno fa era visto come una stravaganza, un trend di nicchia, o un modo per saltare la colazione. Oggi invece è entrato a far parte delle proposte di moltissimi bistrot delle nostre città, assumendo la dimensione e la dignità di un pasto vero e proprio. E cosa si beve durante un brunch? Se le bevande del classico brunch all’americana sono succhi di frutta, spremute varie, centrifugati e smoothie, il brunch contemporaneo, moderno e all’italiana non può ignorare la possibilità di abbinare al cibo uno (o più) bicchieri di vino.

brunch
Losangela/shutterstock.com

Sono sempre di più infatti gli chef italiani che, sulla scia dei colleghi internazionali, si stanno dedicando al brunch, reinterpretando in chiave gourmet e contemporanea e inserendo anche la “nota alcolica” nella loro proposta. A Milano, dove ormai questo trend è diventato parte della routine meneghina, la storica gastronomia Peck si è lanciata in un brunch d’autore nella nuova sede di City Life, e restando in tema di vino, la cantina Donnafugata a Marsala offre un brunch siciliano con degustazione delle loro bottiglie migliori.

Non sfugge alla moda anche il pluripremiato chef Massimo Bottura, che nella sua residenza di campagna, Casa Maria Luigia, invita a prendersela comoda con la proposta Tòla Dòlza”, o “Take it Easy” in inglese. La chef dietro il brunch è in realtà la canadese Jessica Rosval, già parte della brigata dell’Osteria Francescana.
Abbiamo avuto modo di provare il menù del “Tòla Dòlza” proprio di recente, ed è stata un’esperienza unica, un susseguirsi di profumi e coccole. Qualche indizio sul menù? Profumi di focaccia appena sfornata con erbette da accompagnare a ricotta al forno e miele, e poi chips di zucca, polpette di seppie, granchi e capesante che prendono la forma di cozze. Poi un viaggio da Nord a Sud, tra costine di fassona, michette di mais e pesce San Pietro, passando per l’Emilia con la pancia di maiale, senza dimenticare il Nord Est con radicchio grigliato e un piatto a base di rapa marinata e rafano. E per finire i dolci, partendo dalla costiera amalfitana con una reinterpretazione della granita al limone, per finire con una cialda di pistacchi con crema al miele e agrumi. Il tutto, ovviamente, accompagnato da vino all’altezza, di cui vi parleremo tra un attimo.

Vini per un brunch esclusivo: i nostri consigli per non sbagliare

Omelette, French toast, Club sandwich o avocado toast, tartine, pancake, yogurt, frutta fresca, ma anche più azzardati e complessi… Come abbiamo capito, anche dal menù che abbiamo riportato sopra, il brunch oggi offre così tanta scelta tra piatti dolci e salati che fa scattare più la fame del pranzo che della colazione, e con essa la voglia di un calice di vino. Ma in un contesto di cibi così variegati, che bottiglie scegliere? Scopriamo insieme i migliori vini da abbinare ai più classici piatti da brunch!

Nel dubbio, bollicine!

In un brunch troviamo accostamenti di piatti dolci e salati, freddi e caldi, leggeri e ricchi. Come scegliere quindi un vino che vada bene con tutto? Nel settore tendiamo a considerare le bollicine un passepartout, e anche in questo caso un vino spumante è l’opzione più semplice.

bollicine brunch
Chiociolla/shutterstock.com

Se il brunch è leggero e poco impegnativo, impossibile non pensare al Prosecco, magari un Asolo DOCG Extra Dry, che con le sue note di pera e fiori bianchi, la spuma briosa e una punta di dolcezza, si presta per accompagnare tanto piatti semidolci che piatti salati.

Vale la pena ricordare che “extra dry”, al contrario di quanto si pensa comunemente, non vuol dire “extra secco”, ma indica una componente zuccherina nel vino, solitamente tra i 12 e i 17 grammi di zucchero per litro.

Per un palato più raffinato, e un brunch più ricco, magari con qualche pietanza a base di pesce, ci serve il supporto di uno spumante Metodo Classico. Ad esempio, un Franciacorta Brut, Blanc de Blanc o a prevalenza Chardonnay se il pasto è più leggero, Rosé o comunque a base Pinot Nero, se si parla di un brunch con qualche portata a base di carne.

Per chi ama il classico e non vuole sbagliare, niente di meglio che un calice di Champagne di qualità: la bollicina fine ed elegante, l’acidità spiccata e la texture ricca lo rendono perfetto per accompagnare praticamente qualunque portata.

Scegliamo una bottiglia giovane, minerale e sapida, con aromi di limone e frutta gialla (pesca, albicocca…), per accompagnare portate più semplici, come Croque Monsieur, croissant, panini semidolci, formaggi freschi, affettati, crudité di pesce.
Ci sposteremo invece nella Valle della Marna, o sulle Montagne di Reims, e preferiremo una bottiglia con qualche anno di più alle spalle, per quei brunch che prevedono portate più complesse e articolate, ad esempio con salse cremose, torte salate al salmone affumicato o carni arrostite.

Bianco fermo a tutto brunch!

Avete aperto il brunch con la classica “bolla di benvenuto”, e volete passare a un bianco fermo? O più semplicemente, gli spumanti non sono la vostra passione? Ecco qualche consiglio per un vino fermo perfetto per accompagnare tutto il pasto!

bianco fermo brunch
Valery_Volkov/shutterstock.com

Ci concentriamo sul vino bianco: il rosso infatti, con la sua struttura e i suoi tannini, rischia di essere troppo invadente. Consigliamo vini fruttati e acidi ma ricchi, di buon corpo, meglio se leggermente dolci, che possano accompagnare le diverse portate e reggere tanto il dolce quanto il salato.

Se la prevalenza di portate è dolce, consigliamo un vino abboccato e aromatico, come un Gewurztraminer o un Pinot Gris in stile alsaziano, ricchi, untuosi, leggermente dolci ma mai stucchevoli.

Per un brunch con prevalenza di portate salate, e magari più impegnative a base di carne, suggeriamo un vino bianco macerato, magari affinato in anfora, come i vini bianchi friulani della zona del Carso: una Malvasia o una Vitovska in stile “orange wine” saranno l’accompagnamento ideale!

Una chicca, provata recentemente proprio a un brunch gourmet, è stato un bianco piemontese a base Marsanne e Roussanne, due uve tipiche della zona del Rodano, in Francia.

Un vino con note di legno (viene affinato in barrique) perfettamente integrate nella frutta gialla matura, nei sentori balsamici di mentolo, nelle erbe aromatiche e nella texture ricca e cremosa. Aggiungi una punta di zucchero e… voilà, ecco il compagno perfetto per il nostro brunch!

E per finire? Un vino dolce!

Se stiamo partecipando a un brunch composto da diverse portate, è facile che verso la fine torneremo a portate dolci. Come chiudere in bellezza, se non con un vino dolce?

vino dolce brunch
SunKids/shutterstock,com

Ricordiamo che il vino dovrebbe essere sempre più dolce del piatto. Poi, si sa, le regole sono fatte per essere infrante, ma i vini dolci restano sicuramente i migliori accostamenti per un dessert di fine brunch.

La nostra prima scelta è un Moscato passito, magari veneto, che con note aromatiche di uvetta, mango, ananas e datteri si sposa alla perfezione con dessert a base di pasta frolla, burro, creme al limone, pasticceria secca, lievitati.

Se andiamo sul cioccolato però, è necessario qualcosa di più sostenuto: la nostra preferenza ricade su un Porto LBV o Vintage, le cui note di evoluzione richiamano proprio cioccolata, cacao e caffé.

Ma adesso vogliamo sapere la vostra: l’idea di un brunch con una bottiglia di vino vi entusiasma, o siete più tradizionalisti e accompagnate il vostro avocado toast a un colorato smoothie tropicale?

Noi vi invitiamo a osare, e a farci sapere se i nostri consigli vi sono stati utili, o se avete altre idee di abbinamento!

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