Turismo enogastronomico Covid

Il report della World Food Travel Association sui trend del nuovo turismo enogastronomico

Angela Caporale
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    Anche quello del turismo enogastronomico è un settore che è stato duramente colpito dall’emergenza Covid-19. Secondo le stime della CNA Turismo, nel primo semestre del 2020 le aziende del settore turistico nel suo complesso, in Italia, hanno subito una contrazione del volume d’affari pari al 73%, solo parzialmente compensata dalla ripartenza della seconda parte dell’estate. Inoltre, all’appello manca una cospicua percentuale di arrivi dall’estero: ad aprile l’Organizzazione mondiale per il turismo immaginava un calo della mobilità turistica internazionale compreso tra il 20 e il 30%. È particolarmente, interessante, dunque osservare i trend turistici anche su scala globale poiché, nonostante la riduzione della mobilità, le priorità di chi viaggia sono sempre più simili.

    Non tutto è perduto per gli operatori del settore e, in particolare, per le realtà che si occupano di turismo enogastronomico poiché – nonostante la flessione – l’interesse verso questo tipo di esperienza di viaggio continua a crescere. Lo conferma il “2020 State of the Food Travel Industry report” pubblicato dalla World Food Travel Association: uno studio che evidenzia punti di forza e di debolezza di un settore che, a livello mondiale, sarà sempre più rilevante. Unico nel suo genere, il report è stato realizzato coinvolgendo 55 esperti provenienti da 33 paesi, i cui dati sono stati elaborati da Roberta Garibaldi, membro del Board, docente di Tourism Management all’Università degli Studi di Bergamo e rappresentante per l’Italia, insieme a Erik Wolf, direttore esecutivo della World Food Travel Association, Matthew J. Stone, docente presso la California State University-Chico, Steven Migacz, docente alla Roosevelt University di Chicago, e Nate Stein, procuratore e ricercatore.

    Il turismo del futuro è sempre più enogastronomico

    Se in passato la vacanza era sinonimo di villeggiatura, relax e intrattenimento tra spiagge e montagne, oggi il turista ha esigenze e priorità molto diverse. È ancora una volta crescente il numero di persone che si muove – anche vicino a casa – per scoprire tradizioni, cibi, vini e birre del territorio che sta visitando.

    Caffè e dolce tipico Porto

    Ekaterina Pokrovsky/shutterstock.com

    Questo elemento è il fattore che muove e stimola la crescita del “Food Tourism” che, in italiano, traduciamo con turismo enogastronomico: nella definizione data dalla stessa World Food Travel Association, consiste nell’atto di viaggiare per il gusto di un luogo in maniera tale da dare così un senso a quel luogo. In questo senso, parliamo di un turista che apprezza la cucina, le produzioni vitivinicole, ma anche le visite nelle aziende agricole o nelle cantine.

    Secondo i dati del secondo Rapporto sul turismo enogastronomico in Italia, il 53% della popolazione si muove proprio per assaggiare e scoprire qualcosa di nuovo, di tradizionale o di legato a un certo territorio. Guardando al fenomeno da una prospettiva globale, emerge come per oltre il 50% degli esperti coinvolti nella realizzazione del “2020 State of Food Travel Industry report” si dichiarano molto ottimisti a proposito di una crescita nei prossimi due anni, nonostante il Coronavirus. Si tratta di un trend molto esteso “che investirà tutte le sue declinazioni, dai ristoranti gourmet allo street food”, come sottolinea la professoressa Garibaldi, commentando i dati.

    Un turismo sostenibile che fa bene al territorio

    Un elemento chiave di sviluppo evidenziato dalla World Food Travel Association riguarda l’impatto che questo tipo di turismo ha sul territorio stesso. Il turista enogastronomico, soprattutto quello più giovane, ricerca soluzioni sostenibili e inizia a preparare l’itinerario in anticipo. Secondo l’analisi degli esperti che hanno redatto il report, infatti, tocca alle aziende e alle realtà turistiche per prime realizzare buone pratiche, evitare sprechi e imparare a comunicarlo in maniera efficace spiegando al cliente che cosa fa per tutelare l’ambiente circostante. Il viaggio, di fatto, inizia sui social e davanti al pc, ragion per cui l’associazione raccomanda alle realtà del settore di non sottovalutare l’importanza di formazione e aggiornamento, anche digital, per poter sfruttare appieno i benefici di questo trend in crescita.

    Progettare viaggio

    kitzcorner/shutterstock.com

    Garibaldi sottolinea inoltre come sia cruciale “educare le nuove generazioni di residenti, rendendoli più consapevoli del patrimonio enogastronomico locale ed incoraggiando lo spirito imprenditoriale”, elementi che possono fare la differenza nello sviluppo del proprio territorio, anche nelle aree che oggi risultano meno attraenti dal punto di vista turistico. Questo aspetto risulta particolarmente significativo in un paese come l’Italia, in cui sono numerosi i prodotti tutelati con i marchi DOC, DOP e IGP, nonché i presidi Slow Food.

    Autenticità e innovazione per far fronte alle difficoltà

    Il report sottolinea come siano presenti anche delle criticità che frenano una piena crescita del settore. In particolare, la difficoltà delle piccole e medie imprese a mantenersi competitive, la saturazione dell’offerta e anche la globalizzazione delle esperienze turistiche. Il rischio è che anche le proposte enogastronomiche vengano “standardizzate” e perdano quel quid di autenticità e genuinità che piccole realtà possono garantire e che, contemporaneamente, fanno la differenza.

    Valorizzare, dunque, la specificità della propria proposta, il legame concreto con il territorio, lo sforzo messo in atto per ridurre l’impatto ambientale sono i fattori chiave per uno sviluppo anche delle piccole realtà enogastronomiche. Senza sottovalutare l’effetto di una comunicazione che non dovrebbe essere rivolta soltanto a chi viene da lontano, ma anche a chi si trova direttamente sul territorio. Il “turismo di prossimità” è stato per molti una scelta obbligata, nel 2020, ma potrebbe essere un trend consolidato e un nuovo vettore di crescita per tutte le aziende e le realtà che sapranno coltivare questo pubblico che, a due passi da casa, scopre di poter vivere esperienze enogastronomiche stimolanti.

     

    Anche voi siete turisti enogastronomici? Raccontateci nei commenti quali sono le vostre mete preferite per gustare e degustare le specialità del territorio!

    Passaporto friulano e cuore bolognese, Angela vive a Udine dove lavora come giornalista freelance. Per Il Giornale del Cibo scrive di attualità, sociale e food innovation. Il suo piatto preferito sono i tortelloni burro, salvia e una sana spolverata di parmigiano: comfort food per eccellenza, ha imparato a fare la sfoglia per poterli mangiare e condividere ogni volta che ne sente il bisogno.

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