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Salvare la biodiversità? Ci pensa l’Arca del gusto

Adriana Angelieri

Era il 1996. Mentre il vento spietato dell’ agricoltura intensiva si abbatteva su migliaia e migliaia di alimenti, minacciando la scomparsa dei loro sapori, e mettendo in pericolo la storia e la cultura culinaria dei popoli, Slow Food interveniva per salvare la biodiversità. Nasceva l’ Arca del Gusto, progetto che ancora oggi raccoglie e conserva prodotti alimentari che rischiano l’estinzione, provenienti da tutto il mondo.

Ma come vengono reclutati i passeggeri dell’ Arca? E in che modo vengono salvati?

Perchè l’Arca del Gusto?
Nel mondo ci sono oltre 30.000 piante commestibili, ma solo 30forniscono il 90% del nostro fabbisogno energetico.
É l’invito che Gaetano Pascale, presidente di Slow Food Italia, ha rivolto qualche mese fa, durante la presentazione del Salone del Gusto e Terra Madre che Torino ha ospitato dal 23 al 27 ottobre.

Per trovare i prodotti da salvare, l’ Arca del Gusto viaggia per il mondo, in cerca delle segnalazioni di chi teme la scomparsa di un prodotto agricolo, di una razza animale, di un formaggio, un tipo di pane, un dolce, un salume. Il prodotto viene così candidato a salire: se risulta idoneo, viene accompagnato a bordo dell’ Arca per usufruire del piano di salvataggio.
Ma come viene salvato esattamente? A volte viene lanciato un appello per aumentarne il consumo e per sostenere i produttori, altre volte, nel caso di specie selvatiche a rischio d’estinzione, viene chiesto di mangiarne in quantità minori o di non mangiarlo affatto, affinché possa continuare a riprodursi.

Chi stabilisce che un prodotto può diventare un passeggero?
I criteri non sono improvvisati: dal 2002 é la Commissione Internazionale dell’ Arca a stabilire in che modo debba avvenire la catalogazione dei prodotti, che possono essere di specie domestiche, selvatiche, o prodotti trasformati.
Devono ovviamente essere di interesse alimentare, di qualità, ed avere un legame forte con il territorio, la sua memoria, la sua identità. Infine, perché l’operazione di salvataggio abbia un senso è necessario che si tratti di alimenti prodotti inquantità limitate, e quindi a rischio di estinzione.

Il Cultural Institute di Google a sostegno dell’Arca
Tra i prodotti esotici presenti al Salone del Gusto, troviamo anche questo, il frutto di un incontro insolito: quello tra Eric Schmid, amministratore delegato di Google, e Carlo Petrini, presidente di Slow Food. Vi state chiedendo cosa c’ entri Google con la biodiversità?

Come racconta Giorgia Abeltino, Responsabile Policy di Google Italia, ad un certo punto l’azienda si è accorta che rischiava di dare grande visibilità ai grandi e dimenticare le piccole realtà.  Da qui è nata l’idea che la sezione Cultural Institute del portale dovesse anche raccontare il cibo in quanto parte del patrimonio dell’umanità. SlowFood non si è sottratta all’ opportunità di promuovere e salvare la biodiversità dei prodotti attraverso il web. Ad oggi, sono già state realizzate sul Cultural Institute oltre 700 mostre: vere e proprie narrazioni digitali realizzate attraverso immagini, testi e video che raccontano i prodotti, la loro terra e la loro storia.

Candidature raccolte al Salone del Gusto
Nardicchio fiorentino, cappero di salina, maiale nero casertano, mostarda di anguria bianca prodotta in Lombardia, salame Napoli, miele di lavanda selvatica…: i prodotti italiani trasportati dall’Arca sono attualmente 595 e si apprestano ad aumentare.
Le candidature raccolte al Salone del Gusto infatti sono tante, e toccano tutto il territorio nazionale: dal cole rizz, un cavolo a foglia riccia originario della provincia di Bari, al gelato cola, una varietà di mela che cresce sull’Etna, al pane al cacao prodotto nelle colline toscane.

Volete sapere se in questo momento a bordo dell’ Arca c’è un prodotto che fa parte dei ricordi della vostra infanzia che si prepara all’estinzione, o volete segnalarlo e salvarlo? Non vi resta che farlo: le porte dell’Arca sono aperte e in attesa di nuove segnalazioni che contribuiscano a salvare la biodiversità.

Siciliana trasferita a Bologna per i tortellini e per il lavoro. Per Il Giornale del Cibo revisiona e crea contenuti. Il suo piatto preferito può essere un qualunque risotto, purché sia fatto bene! In cucina non devono mancare: basilico e olio buono.

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